Alcune delle norme discusse in Senato in questi anni in merito alla tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana. Lo stile di vita vegetariano, e in particolare quello vegano (che esclude dalla dieta tutti gli alimenti di origine animale, come la uova e il formaggio), contribuisce anche a promuovere una più equa distribuzione delle risorse, che potrebbe contribuire a combattere la fame nel mondo. Molte delle produzioni cerealicole del Sud del mondo, infatti, sono destinate a mangime per animali per la produzione di carne dei Paesi occidentali, quando potrebbero coprire il fabbisogno locale.
La scienza, sia ufficiale sia indipendente, riconosce ad un'alimentazione vegetariana, e in particolare ad una vegana ben bilanciata, la capacità di favorire un migliore stato di salute rispetto alla dieta che include carne (83 chili l'anno pro capite) o pesce (oltre 20 chili l'anno).
È dimostrato - sostengono i senatori - che una dieta vegetariana ed in particolare una vegana, ricca di frutta e verdura, protegge dalle malattie cardiovascolari e diminuisce del 24 per cento la probabilità di infarto, una delle principali cause di morte nei Paesi occidentali, favorita da un'alimentazione troppo ricca di grassi e proteine animali. L'incidenza dei tumori più diffusi (colon-retto, mammella, prostata, pancreas) è molto più alta tra le persone che si nutrono di alimenti animali (70 per cento delle persone colpite da queste patologie) piuttosto che tra i vegetariani e in particolare i vegani (solo il 30 per cento). I vegetariani e vegani occidentali hanno inoltre una più bassa incidenza di obesità e diabete in confronto agli onnivori.
Le persone che abbracciano queste scelte incontrano molte difficoltà quando mangiano fuori casa ed in particolare nelle mense. Non riuscendo a trovare pasti completi e bilanciati senza carne, pesce o senza ingredienti di origine animale, sono costretti a pasti frugali e nutrizionalmente non bilanciati in contraddizione con i princìpi di uguaglianza sanciti nella Costituzione, secondo cui lo Stato e la pubblica amministrazione devono garantire un medesimo trattamento a tutti i cittadini e le cittadine, indipendentemente dal sesso, dalla religione e da ogni diverso tipo di orientamento.
Garantire alternative alimentari vegetariane e vegane significa rispettare una scelta etica e salutare delle persone, ed è inoltre un modo per andare incontro ai cambiamenti della nostra società sempre più multietnica, soddisfacendo le esigenze di culture diverse, le cui esclusioni alimentari sono per lo più legate ad alimenti carnei. Proporre pasti vegetariani e vegani ben pianificati significa anche poter offrire un'alternativa agli onnivori di piatti nutrienti e sani.
1) vegetariana: l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati dall'uccisione di animali;
2) vegana: l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati dall'uccisione di animali, latte e suoi derivati, uova, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale.
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