La prigione dell’umanità. Dal deep web al 4.0: le nuove carceri digitali, libro di Livio Varriale

FISCIANO - Commercio di armi, spaccio di sostanze stupefacenti, cyberspionaggio, medicine fuorilegge, pedopornografia. Da un’accurata analisi dei piú recenti fatti di cronaca è nato il volume del digital blogger napoletano Livio VarrialeLa prigione dell’umanità. Dal deep web al 4.0: le nuove carceri digitali” (Minerva Edizioni). Un saggio di grande rigore scientifico-investigativo ma soprattutto una guida contro tutti i pericoli che si annidano sopra e sotto la superficie di Internet. Un saggio che sta diventando oggetto di studi e ricerche nelle Università e nei tribunali. Un percorso di approfondimento nato da una lezione collettiva dell’Università Suor Orsola Benincasa aperta a psicologi, insegnanti, comunicatori e giuristi, proprio a testimoniare la multidisciplinarietà dei problemi sollevati dal libro, e proseguito con lo studio promosso al Tribunale di Nola dalla “Scuola Bruniana - Fondazione Forense di Nola” in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, l’Ordine degli Avvocati di Nola e la Camera Penale di Nola nell’ambito delle attività di formazione ed aggiornamento professionale per gli avvocati.

E mercoledì 10 aprile alle ore 12 la riflessione su “La prigione dell’umanità” arriva all’Università di Salerno dove all’interno del Teatro di Ateneo nel campus di Fisciano il Dipartimento di Scienze Aziendali, Management e Innovation Systems e l’Osservatorio multidisciplinare per il contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo hanno promosso un Forum dedicato al tema “Il buco nero della rete. Dalla pedofilia al terrorismo: rischi e pericoli del Web sommerso” che avrà al centro della discussione proprio i temi del libro di Livio Varriale.

Con l’autore si confronteranno Franco Roberti, assessore alla Sicurezza Regione Campania e Direttore dell’Osservatorio multidisciplinare per il contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo (frutto della sinergia tra l’Ateneo di Salerno e la Direzione Nazionale Antimafia), Vincenzo Loia, direttore del Dipartimento di Scienze Aziendali, Management e Innovation Systems dell’Università di Salerno, e il giornalista Roberto Conte. Ad aprire i lavori ci sarà il Rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti.

“La parte clear della rete - scrive Varriale nel volume - è solo la punta dell’iceberg, una briciola infinitesimale, rispetto a un sommerso crescente, ormai popolato da siti che fanno riferimento a banche, governi, imprese multinazionali, cellule terroristiche, hacker senza scrupoli. Un esercito organizzato, una macchina criminale che si alimenta con scientifica e diabolica rapidità. I fatti più recenti della cronaca hanno dimostrato l’urgenza di analizzare e regolare questo fenomeno: sulla sicurezza si giocherà, infatti, il nostro futuro”.

Come una fogna, c’è, dunque, una parte del Web che esiste ma che noi non vediamo. “Sott’acqua - scrive Varriale - puoi trovare di tutto: liberi pensatori e spacciatori di droga, sicari e sognatori, chi lotta per un mondo migliore e chi vende bambini, aziende normalissime e trafficanti di armi. Anarchici e criminali. Mentre sopra la superfice dell’acqua, nel cosiddetto clear Web, si scatena una guerra condotta a colpi di app e nuove tecnologie, voluta da multinazionali decise a orientare i consumi acquisendo miliardi di dati e propinandoli tramite gli apparentemente innocui social network. In che mondo viviamo realmente?”

È questo l’interrogativo da cui parte Livio Varriale in questo appassionato lavoro, frutto di un anno di esplorazione del deep Web e di uno sguardo disincantato sul clear. Romanzo, inchiesta giornalistica e saggio al contempo, con lo scopo di essere una guida per i naviganti meno esperti. Magari anche per i genitori che a volte usano Internet come baby sitter, perché il volume racconta, a partire da un’esperienza diretta, i pericoli che stanno sopra e sotto la superficie di internet, il vero tiranno del nostro tempo, che, schermandosi dietro grafiche colorate e suggestivi viaggi virtuali, ci sta mettendo in gabbia.

Livio Variale, napoletano classe 1982, ha una formazione composita: studi liceali classici, laurea in Economia del turismo ed esperienza informatica acquisita “sul campo” grazie a una lunga militanza nel settore dell’informazione.

Negli anni matura in particolare una grande conoscenza della rete e del mondo degli hacker. Poi diventa giornalista, autore televisivo ed esperto di comunicazione Web e istituzionale. Ha fondato la società Aldebaran che offre servizi e consulenza nel settore informatico, audiovisivo, dell’informazione e della comunicazione. Già vicepresidente della sezione Editoria, Cultura e Spettacolo dell’Unione Industriali di Napoli, i suoi scoop giornalistici sono stati più volte ripresi dalle principali testate nazionali. Tra i vari riconoscimenti già ottenuti ci sono il premio “Giornalisti contro la Camorra” e il premio internazionale “Napoli”.

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