Antonella Minieri in difesa dei cittadini: ennesimo disastro ambientale nel Napoletano, a Sarno ancora battaglia

ROMA - «È notizia di poche ore fa di un nuovo disastro ambientale, legato all’esplosione di una fabbrica di plastica della Adler Group nel comune di Ottaviano. I morti accertati fino ad ora sono uno, anche se si registrano due feriti gravi.  L’esplosione ha mandato in frantumi anche numerose finestre di edifici circostanti.

La zona è ad alto concentramento abitativo e la preoccupazione dei cittadini e molta». Lo dichiara l’avvocata Antonella Minieri, che in un altro caso simile, avvenuto a Sarno, segue dal punto di vista legale i cittadini e il comitato uniti per l’Ambiente che sono intervenuti a fianco del Comune nel procedimento pendente dinanzi al Tar Salerno al fine di sospendere l’attività di un impianto di trattamento rifiuti situato all’interno di un centro abitato.

La stessa situazione si è verificata l'11 marzo scorso a Sarno dove tonnellate di rifiuti sono andati in fiamme. L’incendio di vaste proporzioni è divampato all'interno di un deposito di rifiuti in via dell’Ingegno. I tecnici dell'Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania), allertati dai vigili del fuoco, sono intervenuti nell'area cittadina, dove si trova l’impianto di proprietà della ditta Polyurethan Recycling Technology srl, autorizzata dalla Regione Campania per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti pari a 360 tonnellate al giorno.

Le analisi hanno rilevato un alto flusso di concentrazione di diossina e furani, polveri sottili, metallici, idrocarburi, ossidi di azoto e benzene.

La zona è altamente popolata, c’è un ospedale, una scuola materne ed elementare e già nel luglio del 2019 il sindaco di Sarno, Canfora, aveva presentato un esposto alla procura della Repubblica per inquinamento ambientale. Molti cittadini abitanti della zona avevano iniziato ad avvertire stati di malessere, nausea, problemi respiratori tanto gravi da necessitare il ricovero in strutture ospedaliere. Il Sindaco aveva pertanto chiesto l’intervento della Procura della Repubblica perché fossero attuate le opportune verifiche, così come anche i cittadini di Sarno. Nulla di tutto ciò è stato fatto e il Sindaco Giuseppe Canfora consigliato aveva disposto un’ordinanza che ne disponeva la sospensione dell’attività, provvedimento poi vanificato con decreto dirigenziale del Responsabile del ciclo integrato dei rifiuti della Regione Campania e con decreto del Tar di Salerno il quale, in via, cautelare ha sospeso l’efficacia del provvedimento sindacale in attesa della trattazione collegiale del 6 maggio 2020.

Ora, poiché la situazione si è aggravata e i rifiuti a tonnellate continuano a convogliare nel sito di via dell’Ingegno, il Comune, fa ricorso al Capo dello Stato per chiedere la revoca delle autorizzazioni ambientali. La vertenza giudiziaria tra il colosso dei rifiuti di via Ingegno e l’ente municipale sarnese questa volta si terrà con il rito del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che vedrà come protagonisti il Ministero competente e, il Consiglio di Stato il quale, nell'ambito del procedimento sarà chiamato a rendere un parere vincolante per la decisione finale.

L’ente municipale ha conferito l’incarico legale all'avvocato Gaetano Paolino che sarà coadiuvato dello studio Minieri & Partners per chiedere l'annullamento dei decreti della Regione Campania del 28 novembre 2019 e del 25  febbraio 2020 che autorizzano la Prt  allo scarico delle acque reflue, alle emissioni in atmosfera dell'impianto e alla realizzazione di una vasca di 30 metri cubi, dedicata alla raccolta delle acque di spegnimento di eventuali incendi.  Presumibilmente l’ente municipale si avvarrà nel ricorso anche della relazione del Cnr di Napoli il quale, con un report dettagliato ha rilevato le concentrazioni di anidride solforosa e di ossidi di azoto nell'atmosfera di origine prevalentemente industriale, confermando le preoccupazioni del sindaco Giuseppe Canfora sulla scarsa qualità dell'aria nella zona nord della città. Inoltre, il Comune si avvarrà in giudizio anche della nota del Comando dei Vigili del Fuoco di Salerno con cui si è comunicata la revoca dell'autorizzazione antincendio posseduta dalla società dei rifiuti.

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