Covid-19, sistema illecito di analisi e falsa refertazione

ROMA - Durante questi ultimi giorni di emergenza Covid19, i carabinieri dei Nas hanno intensificato i controlli sulle attività abusive di somministrazione di test per la ricerca del Covid-19. I militari dell'Arma hanno sequestrano kit Covid-19. Non si è mai fermata, da nord a sud dell'Italia, l'azione dei carabinieri dei Nuclei antisofisticazioni e sanità alla ricerca delle strutture abusive che praticano le attività di prelievo e analisi per la ricerca del Coronavirus.

I Nas di Torino, in due distinti sopralluoghi ispettivi, hanno individuato dapprima una società di forniture industriali che commercializzava test rapidi qualitativi per la ricerca di Sars-Cov-2 a soggetti non abilitati alla professione sanitaria e successivamente un concessionario di autovetture che poneva in vendita alla clientela tamponi naso-faringei per la diagnosi antigenica rapida. Nella circostanza i militari dei Nuclei hanno sequestrato complessivamente 167 test, deferendo immediatamente i responsabili alla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Anche i Nas di Bologna, durante un controllo ad un laboratorio di analisi della provincia di Ravenna, hanno proceduto al sequestro amministrativo di 46 kit per la ricerca del Covid-19 per un valore complessivo di 1000 euro, costituiti sia da test antigenici rapidi che da tamponi molecolari. La struttura non aveva ottenuto l'autorizzazione dalla Regione Emilia-Romagna.

I militari dei Nuclei antisofisticazioni e sanità di Firenze hanno invece scoperto l'allestimento abusivo di un doppio gazebo, ubicato in Provincia di Siena, ove venivano svolti test rapidi antigenici per la ricerca del Coronavirus. La struttura è stata immediatamente sottoposta a sequestro penale poiché priva di autorizzazione della Regione Toscana.

I carabinieri dei Nas di Catania hanno individuato tre professionisti che avevano articolato un sistema illecito di esecuzione di analisi e falsa refertazione. Le indagini hanno permesso ai militari del Nucleo di identificare un infermiere professionale, in attività presso una struttura socio-assistenziale del circondario del capoluogo etneo, ritenuto responsabile di avere eseguito abusivamente a privati test rapidi di provenienza sospetta e due medici con il compito, invece, di produrre falsa certificazione da esibirsi presso l'Autorità sanitaria per l'adempimento improprio di protocolli sanitari dei destinatari dei tamponi. Nel corso dell'attività investigativa venivano sequestrati 25 kit diagnostici e 33 tamponi rino-faringei di dubbia provenienza, nonché referti in bianco, sottoscritti dai citati medici. Il valore del sequestro ammonta a circa 500 euro. I tre professionisti sono stati deferiti all'Ag e dovranno rispondere, a vario titolo ed in concorso tra di loro, di esercizio abusivo della professione sanitaria e falsità ideologica in certificazione cliniche.

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