La compensazione tributaria consiste nella possibilità riconosciuta al contribuente di utilizzare i propri crediti nei confronti dell’Erario per il pagamento di eventuali debiti nei confronti dello stesso. Proprio sfruttando le possibilità offerte dalle compensazioni, il sodalizio si sarebbe reso protagonista di un ampio fenomeno di evasione che prevedeva, in primis, la creazione di falsi crediti Iva in capo a società “cartiere”, amministrate da compiacenti prestanome.
Quei crediti, venivano riportati nelle dichiarazioni Iva e muniti del visto di conformità da parte di consulenti fiscali compiacenti; in molti casi sono stati anche ceduti per essere utilizzati in compensazione anche da parte di altre società fuori dall’organizzazione. Tale prassi, ora vietata dalla legge, veniva realizzata mediante il ricorso all’istituto dell’accollo tributario o della cessione del credito fiscale da parte di società che esponevano, nelle loro dichiarazioni, crediti Iva a beneficio di contribuenti terzi che li utilizzavano in compensazione.
L’associazione per delinquere era capeggiata da un commercialista e un imprenditore napoletani, entrambi gravati da plurimi precedenti per reati tributari (i più recenti nel settore delle frodi nella commercializzazione di prodotti petroliferi), che si avvalevano della determinante collaborazione di 4 fiscalisti, anch’essi colpiti dalla misura degli arresti domiciliari. La “vendita” dei crediti inesistenti ad altri contribuenti avveniva grazie a una ramificata rete di affaristi e procacciatori che proponeva l’acquisto degli stessi in compensazione tramite il pagamento di una somma variabile, a seconda dell’importo dei crediti, fino al 70% del valore nominale.
L’illecito fenomeno avrebbe interessato 27 società “cartiere”, attestanti i crediti Iva inesistenti, e una fitta rete di affaristi, consulenti fiscali e intermediari riconducibili al sodalizio indagato, che avrebbero avuto l’incarico di procacciare le società e i contribuenti risultati beneficiari delle indebite compensazioni, nei periodi d’imposta 2016, 2017 e 2018, per oltre 27 milioni di euro. Nel complesso, l’attività, si è conclusa con l’esecuzione di 6 misure degli arresti domiciliari, il sequestro preventivo di beni del valore di 27 milioni di euro a carico di 62 tra società e contribuenti utilizzatori dei crediti Iva inesistenti, e la denuncia per il reato di indebite compensazioni di 93 soggetti.
Elenco dei destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari:
1. Di Fenza Luigi, nato a Napoli il 22 febbraio 1954;
2. Coppola Roberto, nato a Napoli il 10 luglio 1965;
3. Di Cristofaro Claudio, nato a Napoli il 14 agosto 1963;
4. Le Donne Maurizio, nato a Napoli il 5 maggio 1963;
5. Sorbo Michele, nato a Casapulla (CE) il 28 marzo 1951;
6. Selvarolo Savino, nato ad Andria (BAT) il 7 gennaio 1962.
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