Ballo di Frontiera è un Macbeth sannita, in cui le streghe sono le tre maschere tipiche del carnevale molisano. L’orso di Jelsi, ovvero la musica che riparte da un furgone impolverato che finalmente torna ad uscire dal garage; il diavolo di Tufara, a rappresentare lo sport, quello vero e di strada, che torna ad unire gli amici che non si son visti per troppo tempo; il cervo di Castelnuovo al Volturno, a simboleggiare la convivialità e la voglia di abbracciarsi e stare insieme senza diffidenze.
Un inno celebrativo della parte istintuale dell’essere umano, quella un po’ bestiale ed ancorata alla natura, che spesso viene repressa a favore di una più comoda e confortevole conformità sociale. Un modo per celebrare il Molise e la sua semplicità senza nominarlo mai, perché ognuno di noi, da ovunque provenga, possa sentirsi a casa ballando il suo animalesco, liberatorio e pagano ballo di frontiera. Un’idea per ricominciare, insieme…magari nella Natura, la bianca donzella tentatrice, madre di ogni istinto, dove tutto viene meglio.
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