Riforma della professione di guida turistica, Massimo Garavaglia si ravveda

ROMA - «Partita quasi chiusa», annuncia il ministro del Turismo due giorni dopo la Liberazione. La partita in questione è quella che si trascina ormai da nove anni e che riguarda la riforma della professione di guida turistica. «Al Senato si è ormai raggiunta un’intesa e a breve verrà chiusa la norma che è l’unica riforma che abbiamo come ministero del Turismo fra gli obiettivi del Pnrr» - continua trionfale Massimo Garavaglia nel corso della presentazione del bilancio del primo anno del suo riesumato dicastero - «avremo anche fatta questa riforma che consentirà anche ai giovani di attivare questo percorso che ad oggi è bloccato perché manca la norma di riferimento».

Strana affermazione, quella del Ministro, dato che, appena “incardinato” al Senato lo scorso 24 marzo, il testo della norma è stato da più parti vivacemente criticato data la sua incongruenza. Da qui, la necessità bipartisan di presentare degli emendamenti che riportino almeno un po’ di chiarezza nel guazzabuglio del testo. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è fissata per il 5 maggio, ma rischia di slittare ulteriormente.

Perché, allora, tanta fretta di annunciare la “chiusura” del provvedimento? Semplice! Dopo una fugace visita del Ministro, gli eurocrati di Bruxelles, su pressione della potente lobby dei Tour Operator, gli hanno ricordato che, senza la legge approvata come piace a loro, non verranno erogati all’Italia i fondi del Pnrr. Davanti a questo aut-aut, allora, non è più necessario aspettare gli emendamenti e la doverosa riformulazione del testo raffazzonato già presentato al Senato, ma si vota così com’è, con buona pace dei professionisti e dei giovani che continueranno ad acquistare un falso titolo di “Guida europea” (sic!) in Romania per poter esercitare da Bolzano a Lampedusa.

Perché insistere su un testo che doveva unificare i due Disegni di Legge presentati dai senatori Ripamonti (Lega) e Croatti (M5S) e che lasciavano intravedere la prospettiva di un possibile ritorno alla territorialità ed alle competenze, che rimane invece contraddittorio e privo di elementi essenziali (mancante, tra l’altro, delle norme sanzionatorie per l’esercizio abusivo della professione)?

E perché il Ministro non fa una piega se gli si fa presente che il contenuto (si fa per dire) del suo testo unificato contrasta palesemente con gli indirizzi che vengono dal Ministero della Cultura che richiedono di “alleggerire” le destinazioni del Turismo di massa e di andare a privilegiare i borghi e le realtà meno conosciute delle nostre regioni. Perché il Ministro si infervora nel presentare alla “Primavera del Prosecco” la cultura, il territorio e l’economia dell’enoturismo e, contemporaneamente, “svende” ai grandi Tour Operator stranieri e alle piattaforme del Turismo digitale la cultura, il territorio e l’economia del Turismo delle Città d’Arte, dei Siti patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e dei mille e mille borghi che fanno la ricchezza del nostro territorio? Le Guide Turistiche qualificate sono destinate a fare la fine del “parmesan” o del “prozek” che ingannano i consumatori?

Chissà se basterà la partecipazione all’evento “Cultura, Turismo e sviluppo del territorio” organizzato dalla Luiss Business School il prossimo 5 maggio a Roma a far ravvedere il Ministro dai suoi propositi o se la sua risposta sarà, ancora una volta, “Ce lo chiede l’Europa!”.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GUIDE TURISTICHE - ANGT

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Commenti

  1. L'Europa vuole (e MERITA) rispetto per la cultura locale, conoscenza approfondita della storia, non omologazione di massa. Viva la guida locale, così come Goldoni e De Filippo o Trilussa, Gaber o Battiato, Luca Giordano o Bernini, tutti figli di un territorio che va conosciuto, per essere capito e spiegato

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