Maddalena: epopea pittorica di Brigitte Aubignac, a cura di Dominique Stella

TORINO - Maddalena, mostra di Brigitte Aubignac a cura di Dominique Stella, 20 ottobre - 21 gennaio 2023, Galleria Gliacrobati (Torino). Maria Maddalena, una Santa contemporanea. La Galleria Gliacrobati di Torino ospiterà “Maddalena”, epopea pittorica di Brigitte Aubignac, a cura di Dominique Stella. Si terrà giovedì 20 ottobre, alle ore 18,30, presso la Galleria Gliacrobati di Torino (via Ornato 4), l’inaugurazione dell’esposizione Maddalena, un’epopea pittorica che l’artista francese dedica alla vita della Santa indagandone il lato passionale, fragile, sovversivo e profondamente umano, in mostra fino a sabato 21 gennaio 2023. Tre cicli pittorici, L’Abri Tranquille (Il Rifugio Tranquillo, 1990-1996), Au Sanctuaire (Al Santuario, 1997-2000) e Après les larmes (Dopo le lacrime, 1999-2002) realizzati in più di dieci anni, tra il 1990 e il 2002, ognuno rivolto a un diverso capitolo della vita di Maria Maddalena, che la pittrice frammenta in tre atti. Un racconto visivo che si compone di immagini in stretta successione, una sorta di via crucis lungo la quale Aubignac accompagna lo spettatore a osservare, attraverso più di 40 tele, un’esistenza straordinaria che ha infiniti punti di contatto con la vita di donne e uomini di tutti i tempi. La storia della Mistica è molto più di una biografia religiosa, è un’epica di rivelazione, pentimento, di forza e di coraggio ma soprattutto di amore: La Maddalena è l’Amore con la A maiuscola - sostiene Brigitte Aubignac - è moderna, si è data all’Amore prima di ogni altra cosa.

E per questo è stata capace di sconvolgere e infiammare l’immaginario di numerosi artisti e scrittori passati e presenti, da Rubens a Petrarca, da Van Dyck a Marguerite Yourcenar. Simbolo di devozione e sapienza - come prescelta da Gesù - ma anche di peccato e spudoratezza - per i suoi trascorsi da cortigiana e l’attitudine reazionaria -, Maria Maddalena è la seconda donna di spicco nella Bibbia, e in assoluto la più contemporanea. Una folgorazione, quella di Aubignac per la Maddalena, che si è scatenata nel 1990 in seguito a una visita alla Chiesa della Santa Trinità di Firenze, sede della scultura lignea di Desiderio da Settignano e Benedetto da Maiano, che ritrae la Santa in un corpo anziano, straziato dal tempo, un incontro che la pittrice ha definito scioccante e che ha stravolto il suo sguardo artistico negli anni a seguire. Caratteristica del ciclo tematico su Maria Maddalena è l’atmosfera enigmatica e inquietante, in penombra, valorizzata dalla tecnica pittorica propria dell’artista in semi-tinte e chiaroscuro, in cui prevale una tonalità verde e in cui i personaggi sono tratteggiati come schizzi. Emerge così dai quadri una realtà elementare, immediata: attraverso la storia di Maddalena, Aubignac ci consegna un messaggio universale, un inno alla vita. A partire dal 1990, Brigitte Aubignac si dedica alla produzione di L’Abri Tranquille, collezione di dodici oli su tela sui quali imprime il racconto secondo cui Maria Maddalena, testimone privilegiata della Passione e Resurrezione di Cristo, sfugge alle persecuzioni di Erode per mezzo di una zattera di fortuna e approda in Provenza, dove vive oltre trent’anni di solitudine nella grotta di Sainte-Baume.

L’artista si dedica poi alle sedici tele (18x23 cm) che compongono il ciclo Au Sanctuaire, frutto della lettura di un testo di Grégoire de Tours, nel quale è citata la presenza di un sepolcro di Maria Maddalena nell’antica città di Efeso, in Turchia, “senza tetto sopra di lei”. Una suggestione che scatena in Brigitte Aubignac l’urgenza di costruirle un nido, un santuario in cui poterle rendere grazie, e che presentato nel 2005 nella Galleria Xin Dong Cheng - Tempio dell’Intelligenza di Pechino, le è valso la censura del governo cinese. Conclude la trilogia Après les larmes, serie di quindici dittici (28x18 cm) che ritraggono donne e uomini comuni impegnati nell’intimità del quotidiano. Ciascuna scena è sviluppata in due tempi (per esempio, un personaggio sogna e l’oggetto del suo sogno si proietta sul secondo pannello del dittico in cui si materializza il suo pensiero) e nasconde un codice, una frase, che si rivela dall’accostamento dei titoli delle singole tavole, offrendone la chiave di lettura. Un tributo alla lezione di umiltà impartita da Maria Maddalena, che esorta ad abbandonare il superfluo per riscoprire la superiorità delle cose semplici. Valori filosofici piuttosto che religiosi. L’esposizione è sostenuta dal portale Psicoanalisi e Sociale, collaborazione che venerdì 21 ottobre 2022 vedrà Brigitte Aubignac, Dominique Stella e lo psicanalista Tito Baldini, presidente del portale, in dialogo sulla piattaforma Zoom. Un contributo finalizzato a riscoprire la donna prima dell’asceta, a esplorare l’ambiguità con la quale è stata raccontata nel corso dei secoli attraverso lo sguardo maschile: privata del diritto al desiderio e a un corpo capace di sentire, Maria Maddalena è stata elevata ad apostola dopo che la sua sessualità è stata “santificata”.

Nata a Boulogne-Billancourt nel 1957, Brigitte Aubignac lavora a Parigi e nel sud-ovest della Francia. Si è laureata nel 1984 presso l’Ecole des Beaux-Arts de Rouen e dal 1984 al 1986 è stata professoressa di disegno e pittura nei laboratori del Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Le sue opere sono state esposte in numerose città, tra le quali Milano (Triennale Milano, 2001; Venti Correnti, 2006; Institut Culturel Français, 2016), Pechino (Xin Dong Cheng Gallery, 2005), Berlino (Davide Di Maggio, 2006) e Parigi (Vitrine Galerie de France, 2004; Galerie Farideh Cadot, 2004; Galerie La Trace, 2008; Palais de Tokyo, 2014; Musée Marmottan Monet, 2015; Galerie Pierre-Alain Challier, 2018). La Galleria Gliacrobati nasce nel 2017 da un’idea di Raffaella Bortino come spazio espositivo rivolto ai linguaggi dell’Art Brut, dell’Arte Irregolare e dell’Outsider Art. La galleria è diretta da Francesco Sena, Artista e arte-terapista, e da Marzia Capannolo, Storica dell’Arte e Art Advisor. Gli Artisti da noi rappresentati privilegiano linguaggi fortemente orientati verso l’estetica espressionista che si rifà alla matrice storica dell’Art Brut e che al tempo stesso evidenzia la necessità di ampliare la ricerca verso il più trasversale mondo Outsider, accogliendo esperienze autodidatte e frequentando territori generalmente non indagati dai sistemi ufficiali dell’Arte, come il disturbo psichiatrico e la marginalità sociale. Il nostro lavoro si pone inoltre l’obiettivo di tessere trame di riconnessione fra l’Arte e la sua funzione di cura e di strumento di indagine della psiche, funzione che pur non costituendo necessariamente il fine della vocazione creativa, ne è certamente una delle sue conseguenze più dirette.

I progetti da noi realizzati investigano il concetto di Arte in relazione con la sua capacità di sublimare lacerazioni, intercettare fragilità, scavare dentro le emozioni, porre interrogativi e attivare quei processi di visione che l’immaginario collettivo tende a dissimulare sotto l’ordinarietà del quotidiano, recuperando così una dimensione sociale dell’Arte e restituendo all’Artista il suo ruolo di inventore di nuovi mondi e creatore di ponti tra il nostro vissuto e la complessa profondità dell’esistenza. Oltre all’attività espositiva, la Galleria Gliacrobati sostiene un atelier-laboratorio aperto a artisti e pazienti psichiatrici con doppia diagnosi, coordinato da Carola Lorio e Francesco Sena, realizzato in collaborazione con le comunità terapeutiche Fermata d’Autobus e Fragole Celesti. Associazione Forme in bilico APS. Dal 2017. Associazione culturale di promozione sociale - per una circolazione di idee tra i mondi dell’educazione, dell’arte, della scuola e della terapia - formata dal sodalizio fra professionisti provenienti dai diversi ambiti abbracciati e da differenti nazioni. Promuove e tutela le produzioni artistiche di autori operanti fuori, o a margine, del sistema ufficiale dell’arte: autodidatti, eccentrici, visionari, persone con disabilità e in situazione di fragilità psichica e sociale. Sollecita e sostiene processi di inclusione sociale di persone con difficoltà - favorendo scambi con altre realtà sociali e culturali - italiane e straniere. Organizza e cura eventi: attività educative e didattiche inclusive for all, corsi, mostre, seminari e convegni dedicati a ricerche sulla creatività, in particolare quella che nasce nelle periferie sociali, con produzione di relativo materiale di documentazione e comunicazione al fine di costruire un effettivo confronto e dialogo con le realtà artistico - culturali riconosciute, in particolare collabora a progetti con musei di arte contemporanea e l’università. Cura il programma del PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari dell'Opera Barolo.

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