TORINO - Martedì 24 gennaio 2023, alle ore 20, si apre la Stagione d’Opera 2023 del Teatro Regio con Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, per la prima volta a Torino nella brillantissima versione firmata da Pierre-Emmanuel Rousseau che, in un’atmosfera briosa e allo stesso tempo onirica e poetica, mantiene l’ambientazione andalusa e propone vivaci costumi ispirati ai quadri di Goya.
Il maestro Diego Fasolis torna al Regio da riconosciuto esperto del repertorio del Settecento e del primo Ottocento e dirige un cast giovane e pieno di talento che vede tra i protagonisti: Santiago Ballerini, Leonardo Galeazzi, Josè Maria Lo Monaco e John Chest. L’allestimento è dell’Opéra national du Rhin in coproduzione con l’Opéra de Rouen Normandie. Il Coro del Teatro Regio è preparato dal maestro Andrea Secchi; al fortepiano Carlo Caputo.
Rossini compose il Barbiere di Siviglia a 24 anni, lasciando però il segno indelebile nel campo dell’opera buffa. Proprio quella freschezza e giovialità, tipici della gioventù, inondano la partitura del compositore. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio torna – dopo il successo enorme di critica e di pubblico dell’Agnese di Paer – Diego Fasolis, distintosi per l’attenzione alle interpretazioni storiche e ai titoli di repertorio barocco e classico meno eseguiti. Le sue letture scrupolose ma mai dogmatiche gli sono valse prestigiosissime collaborazioni e decine di incisioni discografiche, tra cui due premiate con l’ECHO Klassik 2013 nelle sezioni Prima registrazione mondiale (per l’album Mission con Cecilia Bartoli) e Opera dell’anno (per l’Artaserse di Vinci, alla guida dell’orchestra Concerto Köln). Il maestro Fasolis ha dichiarato: «Per riportare alla luce i colori originali occorre liberare l’opera di Rossini da tutte quelle consuetudini esecutive che si sono sovrapposte in due secoli di rappresentazioni ininterrotte. Gli spettatori troveranno molto di quello che c’è nella partitura e che la storia delle esecuzioni ha deformato. L’Orchestra del Regio è ottima, mi conosce e ci intendiamo con il gesto e gli sguardi, saprà essere interprete del suono del primo Ottocento e ricrearlo con consapevolezza. Naturalmente offriremo tanto ritmo, fraseggio, dinamica ed equilibrio con le voci».
Regia, scene e costumi sono di Pierre-Emmanuel Rousseau. Dopo il diploma al Conservatorio di Rouen e dopo un’importante formazione universitaria, ha iniziato a creare opera come assistente di Jean-Claude Auvray, Stéphane Braunschweig, Jérôme Deschamps, John Dew e Macha Makeieff. Nel 2010 ha firmato L’Amant Jaloux di André Grétry all’Opéra Royal de Versailles e all’Opéra Comique di Parigi. Dal 2013 collabora stabilmente con l’Opera di Biel-Solothurn dove ha firmato scenografie, scene e costumi per Viva la Mamma, Il turco in Italia, Le Comte Ory e Don Pasquale. Ha anche messo in scena Pays du sourire di Lehár a Tours e Avignone, Don Pasquale al Festival di San Sebastian e all’Opera di Metz, Les Fées du Rhin di Offenbach a Tours e Bienne-Soleure e Le Comte Ory a Rennes. Nel 2019/20 ha collaborato con i teatri d’opera di Angers, Nantes e Rennes per La Clemenza di Tito, nonché con l’Opéra de Rouen e il festival di Sanxay per la ripresa del Barbiere di Siviglia creata all’Opéra national du Rhin nel 2018.
La commedia è frenetica eppure strutturata con la precisione di un orologio; la malizia e la tenerezza si alternano avvolte da virtuosistiche melodie. Tutto è progettato per affascinare irresistibilmente gli spettatori. Il regista Pierre-Emmanuel Rousseau, al suo debutto al Regio dichiara: «Il barbiere di Siviglia rappresenta a parer mio l’istantanea di un’era tramontata. Beaumarchais dipinge una società dalle forti diseguaglianze sociali e ormai moribonda; i suoi personaggi danzano su un vulcano, ed è proprio questa aspra critica della società che ha ispirato la mia messa in scena. Il conte d’Almaviva è un nobile cinico e stanco ma ben cosciente della propria posizione sociale dominante. Il personaggio di Rosina, una giovane ragazza rinchiusa in una casa governata da vecchi, mi richiama alla mente la Tristana dell’omonimo film di Buñuel. Figaro è, secondo me, una sorta di autoritratto di Beaumarchais e diventa sovversivo perché è un uomo libero, per questo ho tratteggiato un personaggio che sta tra Arthur Rimbaud e Marlon Brando in Fronte del porto».
Il Regio propone due cast straordinari, grandi cantanti che hanno dato superbe prove nel repertorio rossiniano: Santiago Ballerini e Nico Darmanin (il 25 e 28 gennaio, 2 e 4 febbraio) interpretano il conte d’Almaviva; Don Bartolo è interpretato con verve comica da Leonardo Galeazzi e Riccardo Novaro (25, 28, 2, 4); Josè Maria Lo Monaco e Mara Gaudenzi (25, 28, 4) – entrambe esperte del vasto repertorio rossiniano – interpretano Rosina, con quel tocco di ingenuità misto a malizia; il celeberrimo Figaro ha la voce di John Chest e di Rodion Pogossov (25, 28, 2, 4); Guido Loconsolo è l’esilarante Basilio, il maestro di musica di Rosina. Completano il cast: Rocco Lia (nei ruoli del servitore Fiorello e di un ufficiale) e Irina Bogdanova (Berta). Gilles Gentner firma le luci, Jean-François Martin è assistente alla regia. Rocco Lia e Irina Bogdanova fanno parte del Regio Ensemble, il gruppo interdisciplinare di giovani artisti internazionali che proseguono a Torino la loro formazione e partecipano agli spettacoli della Stagione 2023.
Ricerche Correlate
Commenti
Posta un commento