AGRIGENTO - Procura della Repubblica presso il tribunale di Agrigento. Operazione "Zefiro": esecuzione a Lampedusa di 11 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dal pubblico ministero. All’alba di oggi, mercoledì 19 luglio, personale del reparto operativo e del comando provinciale dei carabinieri di Agrigento ha eseguito, su disposizione della procura della Repubblica, guidata dal dottore Salvatore Vella, che ha coordinato le investigazioni, 11 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dal pm, dei quali 10 in carcere e uno ai domiciliari, a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. La richiesta di convalida dei fermi e la conseguente richiesta di applicazione delle misure cautelari personali, verranno trasmessi al gip presso il tribunale di Agrigento per l’eventuale convalida.
Le indagini giudiziarie, portate avanti dalla procura e dal personale del reparto operativo dei carabinieri di Agrigento, hanno consentito di accertare come sull’isola di Lampedusa, all’inizio del mese di giugno 2022, fosse presente un ingentissimo quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina, per un peso complessivo ricompreso tra i 150 ed i 200 kg. Tale importante quantitativo di droga era stato rinvenuto nel tratto di mare circostante l’isola di Lampedusa da un’imbarcazione di pescatori, a bordo della quale si trovava Salvatore De Battista (già indagato nella precedente operazione di polizia “Levante” del febbraio scorso e, ancora, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari).
Ciò emergeva dalle attività d’intercettazioni e dalle concordi dichiarazioni rese da Ignazio Umberto Blandina, successivamente al suo arresto in flagranza di reato dell'8 luglio 2022 per detenzione di circa 25 kg di coca (il più grosso sequestro di cocaina mai realizzato nell’isola di Lampedusa). Ignazio Umberto Blandina è stato condannato in abbreviato, dal gip di Agrigento, alla pena di anni 4 e mesi 4 di reclusione, oltre a euro 18.000 di multa, pena ridotta anche grazie alla sua attività di collaborazione con gli inquirenti (sentenza non definitiva) - riporta il comunicato stampa dell'Arma dei carabinieri -.
Le ulteriori attività investigative consentivano di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in capo ai soggetti che avevano avuto un ruolo attivo nel ritrovamento, occultamento e successivo spaccio dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente ai vari soggetti operanti nelle piazze di spaccio di Lampedusa, di Favara e di Catania. Inoltre, è stato individuato uno dei canali di pagamento delle partite di droga, consistito in ricariche di “conti gioco” utilizzati per effettuare le scommesse on-line, ricariche eseguite da alcuni degli acquirenti delle partite di cocaina.
Nello specifico, ad oggi, sono stati raccolti gravi indizi in capo ai seguenti indagati:
- Antonino Di Maggio, Sana Sarr, Waly Sarr, Mhaye Ibrahima, ritenuti responsabili dell’occultamento, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina per un quantitativo complessivo di 57 kg, suddivisa in 57 panetti da 1 kg ciascuno;
- Giovanni Blandina e Jacopo Blandina (rispettivamente padre e figlio di Ignazio Umberto Blandina), ritenuti responsabili della gestione e dello spaccio della sostanza stupefacente precedentemente occultata dal proprio familiare prima del suo arresto;
- Vincenzo Lo Verde, Gningue Lo Doudou, Vincenzo Barbera, Tony Sparma e Nicola Minio, ritenuti responsabili, in concorso, di detenzione e spaccio di cocaina.
I soggetti sottoposti a fermo di indiziato di delitto sono stati tradotti presso le Case Circondariali di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, a eccezione di Giovanni Blandina che, a causa della sua età avanzata, è stato posto ai domiciliari. Le indagini giudiziarie non sono ancora concluse e che le condotte di reato contestate agli indagati non sono definitivamente accertate.
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