Amministratore di fatto arrestato per bancarotta fraudolenta

PESCARA - La Guardia di finanza di Pescara, con l'operazione "In a jam", ha arrestato un amministratore di fatto per bancarotta fraudolenta e reati fiscali; i finanzieri hanno anche sequestrato beni per quasi 6 milioni di euro. Finisce in manette un imprenditore del pescarese, operante nel settore del confezionamento di marmellate, con società e brand conosciuti a livello nazionale e internazionale, sommersi da un vorticoso giro di carte false, con un crac a sei zeri. L’accusa è di bancarotta fraudolenta e reati fiscali, per cui sono scattati i sigilli a un complesso di beni, tra cui conti correnti, macchinari, attrezzature e quote societarie, per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni di euro. Le operazioni, disposte dell’Autorità giudiziaria locale, sono iniziate alle prime luci dell’alba di mercoledì 3 aprile 2024. I finanzieri del comando provinciale di Pescara hanno eseguito le misure cautelari, personali e reali, lungo la direttrice Abruzzo - Molise - Campania, con l’ausilio di militari e mezzi aerei del Reparto operativo aeronavale del capoluogo adriatico.

L’amministratore di fatto avrebbe svuotato le società indebitate e in liquidazione giudiziale

Nel corso delle indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Pescara, su coordinamento della competente procura della Repubblica, sono stati analizzati centinaia di negozi giuridici, rapporti finanziari di varia natura e un’enorme mole di documentazione amministrativo-contabile acquisita a seguito di numerosi controlli incrociati. Secondo gli investigatori, l’amministratore di fatto avrebbe svuotato le società indebitate e in liquidazione giudiziale dei beni aziendali, simulandone la cessione, con falsi contratti, a una catena di partner produttivi, con sede nel chietino, nel molisano e nella circoscrizione partenopea, riconducibili allo stesso amministratore. I trasferimenti reiterati sarebbero avvenuti in assenza di corrispettivi, consentendo, tra l’altro, anche la prosecuzione dell’attività produttiva in capo a una società non gravata da pendenze tributarie e amministrata formalmente dal fratello dell’imprenditore, finito anche lui tra gli indagati. Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo in caso intervenga sentenza irrevocabile di condanna - riporta il comunicato stampa della Guardia di finanza -.

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