Milano Classica, Geni Italiani. Daniela Cammarano racconta il Novecento di Piazzolla, Rota e Britten

MILANO - Uno sguardo dietro le quinte del Novecento. È un viaggio nelle profondità di uno dei secoli più complessi della Storia quello che andrà in scena domenica 3 marzo, alle ore 18, per la stagione concertistica 2018-2019 di Milano Classica, Geni Italiani. Spesso definito “secolo breve” per la densità di grandi eventi che ne hanno sconvolto e segnato il corso, modificando il modo di vivere, pensare, e fare cultura, così come musica, il Ventesimo secolo ha mostrato tanti volti ufficiali e altrettanti animi nascosti.

Domenica sera sul palco della Palazzina Liberty di Milano, la violinista italiana Daniela Cammarano accompagnata dall’Orchestra Milano Classica racconterà il Novecento di tre compositori come Piazzolla, Rota e Britten. Un Novecento inizialmente nascosto, dominato dalla Seconda Scuola Viennese e dall’avanguardia di Darmstadt. Solchi, quelli tracciati da questi tre grandi autori, la cui incredibile immediatezza espressiva convive con una profonda complessità emozionale, a cui oggi guardiamo come i segni più autentici della nostra Storia. In programma la Simple Symphony di Benjamin Britten (1913 – 1976), il Preludio 13 in re minore, il Preludio 2 in do minore dai 15 preludi per piano solo e Medley da “Il Gattopardo” e “Romeo e Giulietta” di Nino Rota (1911 – 1979) e le Cuatro Estaciones Porteñas di Astor Piazzolla (1921 – 1992), che danno il nome all’intero concerto.

Felice interprete della serata, il talento italiano del violino Daniela Cammarano, figlia d’arte, un diploma con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di musica “G.Verdi” di Milano, vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Ex secondo violino del Quartetto di Fiesole, dal 2007 collabora con l'Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, con il Teatro S.Carlo di Napoli, con il Teatro La Fenice di Venezia, con Gli Archi della Scala e con l’Orchestra Milano Classica.

Benjamin Britten aveva appena 21 anni quando, nel 1934, scrisse la Simple Symphony, lavoro che, insieme alla Sinfonietta e al Phantasy Quartet del 1932 contribuì in maniera determinante alla sua affermazione internazionale. In calce alla partitura, il compositore inglese scrisse: «Questa Simple Symphony è interamente basata su materiale di opere che il compositore ha scritto tra i nove e i dodici anni. Sebbene lo sviluppo di questi temi sia in molti punti abbastanza nuovo, ci sono vaste sezioni dell’opera che sono tratte totalmente dai pezzi precedenti». Nella dialettica, a volte accesa, fra avanguardia e tradizione che ha dominato la cultura musicale del Novecento, Britten si orienta decisamente verso la tradizione da cui non rimane schiacciato grazie alla sua intelligenza compositiva e freschezza inventiva. Articolata in 4 movimenti: alla Boisterous Bourrée (Bourrée impetuosa) iniziale segue il Playful Pizzicato (Pizzicato giocoso), il più austero Sentimental Saraband per concludersi con il Frolicsome Finale (Finale scherzoso), brillante esempio di leggera spensieratezza, decisamente inusuale per la musica dell’epoca.

Per la musica del Gattopardo, Visconti scelse Nino Rota. Nel caso del Gattopardo, il regista non chiese a Rota di partire dalle immagini, ma di comporre una sorta di Sinfonia del Gattopardo, senza pensare al film, alle scene, all’adattamento. «Un giorno – ha raccontato Rota – ci siamo messi in casa di Luchino a cercare tra le mie passate composizioni e tra i miei temi. Luchino mi diceva anche dei temi che si avvicinavano alla sua idea. Mi ricordo che ho suonato dei brani del Faust di Gounod, dei temi di Massenet, dei temi di Wagner. A un certo punto, distrattamente, per associazioni di idee, ho cominciato a suonare – come se fosse un brano di altri compositori – l’Adagio, il terzo tempo di una sinfonia che avevo scritto nel 1946-47. Visconti ne fu entusiasta e disse che quella era la musica de Il Gattopardo.

Di grande fascino è la partitura che Rota approntò per Romeo e Giulietta di Zeffirelli. In essa troviamo spunti neo-elisabettiani (ad esempio nella ballata What is a youth, durante il primo incontro dei due giovani), spesso orchestrati in modo inusuale (esemplare l’utilizzo di un corno inglese solista per il tema di Romeo).

Nel 1964, l’anno dopo aver composto la musica per Il gattopardo di Visconti e 8 ½ di Federico Fellini, Nino Rota scrive i quindici Preludi per pianoforte. Negli anni del predominio della scuola di Darmstadt, Rota utilizza il tradizionale linguaggio tonale, con un’armonia tuttavia personalissima. Rota è musicalmente consanguineo di quei compositori che nel Novecento hanno cercato una strada alternativa a quella segnata dalla Seconda Scuola di Vienna: il secondo Preludio, di carattere onirico, fa pensare a certe pagine di Poulenc. Si tratta però di riferimenti vaghi, mai di citazioni. Rota costruisce interamente il proprio mondo, creando un proprio modo di melodizzare sulla base di un’armonia che è esclusivamente sua. Pur nei contrasti, predilige spesso l’ambiguità sentimentale. In certi casi (n. 13), il compositore si concede un canto spianato, di ascendenza dichiaratamente romantica; ma più spesso i suoi motivi sono melopee ossessive, in un clima assorto e ineffabile, senza tempo. Ritmicamente, domina un senso quasi schubertiano del moto costante, l’ineluttabile procedere di un viandante novecentesco. Alcuni Preludi richiamano l’idea di un’era delle macchine, con un procedere inarrestabile e quasi meccanico, ma che rivela nell’armonia un profondo senso della nostalgia e di mistero, essenza stessa della musica.

Le Cuatro Estaciones Porteñas non nacquero immediatamente come suite (nota anche come “Quattro stagioni” tout court): Astor Piazzolla le compose dapprima separatamente, fra il 1965 e il 1970, per riunirle solo successivamente in un ciclo unitario. Inizialmente furono concepite per un quintetto composto di violino, pianoforte, chitarra, contrabbasso e bandoneon. L’aggettivo porteño significa semplicemente “di Buenos Aires”: Piazzolla intendeva quindi dare un’impressione musicale delle diverse stagioni nella capitale argentina. Unendo forme barocche al prediletto ritmo di tango, nonché ad altri influssi, fra cui il jazz, Piazzolla cerca di descrivere la vita di un residente di Buenos Aires.

Il testo si avvale del contributo musicologico di Luca Ciammarughi.

Programma

Benjamin Britten (1913 – 1976)

Simple Symphony

Boisterous Bourrée – Playful Pizzicato

Sentimental Saraband –Frolicsome Finale

Nino Rota (1911 – 1979)

Medley da “Il Gattopardo” e “Romeo e Giulietta”

Elaborazione per violino e archi di P. Leonfranco Cammarano

Preludio 13 in re minore dai 15 preludi per piano solo

Trascrizione per violino e archi di P. Leonfranco Cammarano

Preludio 2 in do minore dai 15 preludi per piano solo

Trascrizione per violino e archi di P. Leonfranco Cammarano

Astor Piazzolla (1921 – 1992)

Cuatro Estaciones Porteñas

Invierno Porteño – Primavera Porteña

Verano Porteño – Otoño Porteño

Daniela Cammarano, violino e concertatore

Orchestra Milano Classica

Daniela Cammarano, allieva del maestro Gigino Maestri, si è diplomata in violino con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio Verdi di Milano. Giovanissima ha partecipato e vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali. Ha rappresentato l'Italia in Giappone nella Rassegna Mondiale per i migliori studenti nella città di Kyoto. Ha tenuto concerti da solista, ricoprendo anche il ruolo di spalla e collaborando con artisti quali Brignoli, Gelmetti, Rath, Kuhn, Accardo... Si è esibita in sale e teatri importanti, in Italia e all’estero, La Pergola di Firenze, Sala Verdi di Milano, Alti Hall di Kyoto.

Collabora con musicisti quali Carbonare, Canino, Bronzi. In duo con l'arpista Elisa Sargenti ha inciso il Cd "Tesori Nascosti" (Suonare News). Ha collaborato, come solista e spalla, con l'orchestra "SIXE" del Cemat con concerti in Italia, Grecia, Egitto, Spagna, Malta, Cipro. A settembre del 2015 riceve il Premio SIXE STAR dalla Federazione Cemat. Dal 2007 collabora con l'Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, con il Teatro S.Carlo di Napoli, con il Teatro La Fenice di Venezia, con Gli Archi della Scala, con l'Orchestra Milano Classica. Ha partecipato a Masterclass tenute da Massimo Quarta, Shlomo Mintz, Marco Rizzi. Collabora, nell'ambito della musica contemporanea, con nomi illustri quali Chiarappa, Maldonado Torres (incidendo un CD per la Stradivarius), Angius, Gardella del quale ha eseguito, in prima assoluta, un concerto per violino e orchestra, da lui dedicatole nella Sala G. Verdi di Milano sotto la direzione di G. Rath. Dal 2005 al 2010 è secondo violino del Quartetto di Fiesole, collaborando con artisti di fama internazionale. In occasione del ventennale il quartetto, invitato al Ponchielli di Cremona insieme al pianista Lucchesini, ha avuto il privilegio di esibirsi con gli strumenti della collezione del Museo Stradivariano. Dal 2009 suona regolarmente con il pianista Alessandro Deljavan, con il quale incide per la casa discografica "BrilliantClassics" ed Aevea. La Rivista Suonare News ha da poco pubblicato un CD del Duo con le sonate di Elgar e Franck. Di importante rilievo è stato il progetto" Beethoven Experience" che ha visto il Duo Cammarano/Deljavan insieme alla violinista Victoria Mullova, eseguire l'integrale delle Sonate di Beethoven. È docente di violino presso il Conservatorio "A.Scontrino" di Trapani.

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