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Giuseppe Terranova, Tristia Poesia |
COMO - Tristia - Questi sono anni convulsi, confusi e dissonanti, libro di Giuseppe Terranova, 2023 Pegasus Edizioni, 129 pagine. Già dalla copertina con lo sfondo nero, che propone un ragazzo seduto con le mani fra i capelli, capiamo quanto intensi possano essere i temi trattati. Giuseppe ha sempre uno sguardo attento e profondo verso la nostra società e, da poeta, si sente tirato in causa. È quasi un dovere dire la propria, mostrare agli altri cosa si nota. “L'Ovidiano titolo tristia (tristezza) della presente silloge poetica, infatti, richiama il senso di perdita d'ogni speranza di vivere in un mondo migliore ...”. Le poesie mi sono più vicine come composizione rispetto ad altre che ho avuto modo di recensire in precedenza, pur mantenendo il loro classicismo e i termini arcaici. La raccolta è divisa in vari titoli che ora andremo a esplorare.
Ecco quanto riguarda Stagioni, dedicato alla natura e ai suoi mutamenti, con occhio clinico, velato di tristezza che confronta attimi naturali all'essere umano.
Della peritura vita, non solo il miele,
ma pure il fiele, i poeti gustano, ai poveri
di spirito la perdita di gusto lasciando.
Passiamo a Poesia e poeti, il “mestiere” di chi intreccia versi.
Pur sovente disillusi, ma com'acciaio
temprati, alla lor stella tenacemente
credono i poeti.
In Autobiografia è lapalissiano l'intento che è quello di dire di sé, tra bilanci, ricordi e sentori.
Di quel che son stato, di quel che vissuto
e scritto ho, cosa resterà?
In Epigrammi (brevi componimenti pungenti), si guarda intorno, confrontandosi con la società.
Non guerreggiano solo gli uomini,
ma – in bocca a novelli dominatori -
pur le parole.
Passiamo a Varie, quindi di vari temi.
Ma chi – come noi – sempre dalla parte del torto
e dei perdenti è stato, sol di parole catturate
nel loro magico risvolto – ancor si nutre e diletta.
Troviamo quindi Illuminazioni che sono una serie di aforismi.
Come eburneo canino,
al sole di primalba, l'innevato
Monte Rosa splende.
E terminiamo coi Vuoti a perdere.
Benché la vita sovente non sia poetica, la poesia – viceversa – è sempre vitale.
Da tutto ciò ne esce un ritratto di uomo sensibile, profondo che, nella poesia, spreme tutto il suo sentire. Nessun testo è banale, o scritto tanto per ... è pensato, costruito, col suo modo particolare di intrecciare frasi dotte. Nonostante si mostri e trattiene il lettore sulla sua pagine, ne ha comunque rispetto e mai s'impone, semmai suggerisce.
di Miriam Ballerini
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