Inquinamento ambientale, rifiuti non conformi e inefficace attività di bonifica per la discarica di Imola

BOLOGNA - A conclusione di una complessa e prolungata attività investigativa condotta dal Noe Carabinieri di Bologna e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna – dott.ssa Morena Plazzi – è stato notificato avviso di chiusura indagini, per il reato di “inquinamento ambientale” (art. 452 bis c.p.) al responsabile, per Herambiente S.P.A., della “Filiera Discariche” per il periodo relativo alla gestione della nota discarica Tre Monti di Imola, dal 2009 al 2016.

Le indagini hanno cercato di fare chiarezza su un lungo periodo di gestione dell’imponente impianto imolese (di circa 50 ha) - già oggetto di numerose contestazioni da parte dei comitati locali per presunte irregolarità ambientali - evidenziando così plurime violazioni alle prescrizioni imposte dall’atto autorizzativo concretizzatesi soprattutto nell’immissione in discarica di rifiuti non conformi o in esubero rispetto ai limiti quantitativi imposti. Inoltre si accertavano nei piezometri e nelle acque sotterranee la presenza di inquinanti superiori ai limiti soglia tanto da ritenere significativo il deterioramento dell’area circostante e la compromissione dell’ecosistema ivi insistente  per un raggio di circa 5 km. A ciò si aggiungeva anche lo sversamento di rilevante quantità di percolato nell’adiacente Rio Rondinella.

Collegata a queste contestazioni è quella elevata a carico della stessa società per responsabilità amministrativa dell’ente conseguente all’indebito vantaggio economico derivante dall’irregolare gestione del sito ed in particolare dalla inefficace attività di bonifica e di interventi manutentivi effettuati negli anni, inidonei a prevenire la contaminazione dei terreni circostanti e gli sversamenti nel limitrofo Rio Rondinella, configurandosi così l’illecito ex art. 25 undecies c. 1 lett. a) d.lgs 231/01 - riporta il comunicato stampa dei carabinieri -.

Attualmente l’interruzione delle attività della discarica, già sospese per intervento del Tar emiliano a cui si erano rivolte le associazioni di volontariato Wwf, Panda Imola e Legambiente Medicina, è stata confermata con recente sentenza del Consiglio di Stato che ha ribadito il divieto di innalzamento dei cumuli di rifiuti e quindi l’ulteriore conferimento degli stessi nel sito.

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