Disinformazione e codice delle buone pratiche, relazione della Commissione europea sulle elezioni 2019

BRUXELLES - La Commissione europea ha pubblicato oggi. martedì 29 ottobre 2019, le prime relazioni annuali di autovalutazione presentate da Facebook, Google, Microsoft, Mozilla, Twitter. A questi colossi si aggiungono altre 7 associazioni europee del settore sulla autovalutazione in conformità del codice di buone pratiche sulla disinformazione. Le relazioni dei firmatari del codice descrivono i progressi compiuti nel corso dell'ultimo anno nella lotta contro la disinformazione online. Il codice di buone pratiche è uno strumento di autoregolamentazione che è stato avviato nell'ottobre 2018 e costituisce un importante pilastro del piano d'azione contro la disinformazione.

Vĕra Jourová, commissaria per la Giustizia, i Consumatori e la Parità di genere, Julian King, commissario responsabile per l'Unione della sicurezza, e Mariya Gabriel, commissaria per l'Economia e le Società digitali, hanno reso una dichiarazione congiunta: "Consideriamo particolarmente positiva la pubblicazione, da parte dei firmatari del codice di buone pratiche, delle autovalutazioni in merito all'attuazione dei loro impegni. In particolare, siamo lieti di constatare che le piattaforme online si sono impegnate a rendere più trasparenti le loro politiche e a instaurare una cooperazione più stretta con i ricercatori, i verificatori dei fatti e gli Stati membri.

I progressi realizzati variano però notevolmente tra i firmatari e le relazioni forniscono scarse informazioni sull'effettiva incidenza delle misure di autoregolamentazione adottate nel corso dell'anno precedente e sui meccanismi di controllo indipendente.

Sebbene le elezioni del Parlamento europeo del 2019 a maggio non siano state, ovviamente, esenti da disinformazione, le azioni e le relazioni redatte mensilmente in vista delle elezioni hanno contribuito a limitare il margine disponibile per le interferenze e a migliorare l'integrità dei servizi, neutralizzare gli incentivi economici che favoriscono la disinformazione e garantire una maggiore trasparenza della pubblicità di carattere politico e sociale.Tuttavia, la propaganda e la disinformazione automatizzate su vasta scala persistono e occorre fare di più in tutti i settori contemplati dal codice. Non possiamo accettare che tali pratiche siano considerate normali.

Sebbene gli sforzi delle piattaforme online e dei verificatori dei fatti possano ridurre la viralità  annosa dei contenuti tramite i servizi delle piattaforme, rimane l'urgenza che le piattaforme online instaurino una cooperazione significativa con una gamma più ampia di organizzazioni indipendenti e affidabili. L'accesso fornito finora ai dati non risponde ancora alle esigenze dei ricercatori indipendenti.

Infine, nonostante gli importanti impegni assunti da tutti i firmatari, ci rammarichiamo del fatto che nessun'altra piattaforma o nessun altro attore del settore della pubblicità abbia aderito al codice di buone pratiche."

Rispetto alla situazione dell'ottobre 2018, i firmatari del codice di buone pratiche segnalano un miglioramento della trasparenza ed è stato avviato un dialogo più intenso con le piattaforme sulle loro politiche di lotta alla disinformazione.

Sebbene i firmatari del codice di buone pratiche rendano conto dei progressi in relazione agli impegni di cui la Commissione ha monitorato l'attuazione da gennaio a maggio in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2019, essi forniscono minori informazioni sull'attuazione degli impegni intesi a fornire ai consumatori e alla comunità dei ricercatori gli strumenti per agire. La messa a disposizione di dati e strumenti di ricerca è ancora episodica e arbitraria e non risponde alle esigenze dei ricercatori ai fini di un controllo indipendente.

La portata delle azioni intraprese da ciascuna piattaforma per dare attuazione ai propri impegni varia notevolmente. Analogamente, rimangono differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l'attuazione delle politiche delle piattaforme, la cooperazione con i portatori di interessi e la sensibilità ai contesti elettorali.

Le relazioni forniscono informazioni sulle politiche di attuazione del codice, compresi i parametri specifici dell'UE. La coerenza e il livello di dettaglio variano. I parametri forniti sono principalmente indicatori di risultato, ad esempio il numero di account soppressi.

È in corso la valutazione generale della Commissione sull'efficacia del codice di buone pratiche.

Oltre alle autovalutazioni redatte dai firmatari, la Commissione terrà conto di:

- un contributo del gruppo dei regolatori europei per i servizi audiovisivi (ERGA) previsto nel piano d'azione contro la disinformazione;

- una valutazione da parte di un organismo terzo selezionato dai firmatari, come previsto dal codice di
buone pratiche;

- una valutazione da parte di un consulente indipendente ingaggiato dalla Commissione, prevista per
l'inizio del 2020.

Nei prossimi mesi la Commissione presenterà al Parlamento europeo una relazione sulle elezioni del 2019.

Su tale base la Commissione presenterà la sua valutazione globale all'inizio del 2020 - si legge nel comunicato stampa della Ce -. Qualora i risultati ottenuti nel quadro del codice si rivelassero insoddisfacenti, la Commissione potrebbe proporre ulteriori misure, anche di natura regolamentare.

L'Unione europea combatte attivamente la disinformazione dal 2015. A seguito della decisione del Consiglio europeo del marzo 2015 di contrastare le campagne di disinformazione in corso da parte della Russia, il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ha istituito la task force East StratCom.

Nel 2016 è stato adottato il quadro congiunto per contrastare le minacce ibride, seguito nel 2018 dalla comunicazione congiunta sul rafforzamento della resilienza e sul potenziamento delle capacità di risposta alle minacce ibride.

Ad aprile 2018 la Commissione ha delineato un approccio europeo e presentato strumenti di autoregolamentazione per contrastare la disinformazione online. A ottobre 2018 il codice di buone pratiche è stato firmato da Facebook, Google, Twitter, Mozilla e dalle associazioni di categoria che rappresentano le piattaforme online, l'industria della pubblicità e gli inserzionisti. Le autovalutazioni pubblicate oggi fanno seguito alle relazioni sulla situazione di riferimento presentate nel gennaio 2019, nonché alle relazioni mensili di Facebook, Google e Twitter da gennaio a maggio 2019, incentrate sull'attuazione degli impegni relativi all'integrità delle elezioni europee. Anche Microsoft ha aderito al codice nel 2019 in qualità di firmataria.

In una comunicazione congiunta pubblicata nel giugno 2019 la Commissione e l'Alta rappresentante hanno descritto i progressi compiuti nella lotta alla disinformazione e i principali insegnamenti tratti dalle elezioni europee. La relazione ha sottolineato che, sebbene le elezioni di maggio non siano state, ovviamente, esenti da disinformazione, le azioni intraprese dall'UE — insieme a numerosi giornalisti, verificatori dei fatti, piattaforme, autorità nazionali, ricercatori e società civile — hanno contribuito a ridurre lo spazio disponibile alle interferenze estere e alle campagne coordinate volte a manipolare l'opinione pubblica.

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