A spasso per il mondo, nel libro di Gian Carlo Storti un interessante trattato di storia contemporanea
COMO - A spasso per il mondo, libro di Gian Carlo Storti (Editore: ilmiolibro self publishing, Collana: La community di ilmiolibro.it, Anno edizione: 2014, 142 pagine). Un libro che, lo stesso scrittore, definisce come diari di viaggi. Scritto in prima persona e al presente. Con frasi corte, rapide, descrittive.
Questa raccolta, composta di 13 racconti, parla di viaggi che l'autore ha intrapreso nella propria vita, dal 1968 al 2013, a volte visitando gli stessi luoghi.
In questo libro ho trovato il senso vero del viaggio che, secondo me e, a quanto pare, anche secondo lo scrittore, non deve essere solo mero viaggio di piacere. Viaggiare significa soprattutto andare in paesi diversi dal nostro, avvicinarsi alla cultura, alle abitudine, alle diversità e alle uguaglianze altrui.
Tutto ciò fa godere in un modo diverso della possibilità avuta di muoversi nel mondo, crescendo e imparando tantissime cose. Per prima è la mente che si apre e viaggia, che confronta, che conosce.
Tutto ciò fa godere in un modo diverso della possibilità avuta di muoversi nel mondo, crescendo e imparando tantissime cose. Per prima è la mente che si apre e viaggia, che confronta, che conosce.
Storti è appassionato di politica e, anche nei viaggi, si raffronta spesso su questo tema.
E come accade tutto ciò? Nel modo più elementare che è a disposizione dell'essere umano: parlando con la gente. Chi in quel posto lavora, studia, vive.
Mi è piaciuto molto che ci siano delle note didattiche a fondo pagina, per chi abbia voglia di approfondire la conoscenza di una città, piuttosto che di una religione o altro.
Inoltre lo trovo un interessante trattato di storia contemporanea.
Storti parla della cortina di ferro, del muro di Berlino, visto quando ancora attraversava come una cicatrice la città, e dopo, quando è stato abbattuto.
Alcuni luoghi li ha visitati in compagnia dei soliti amici, a bordo di una 124 gialla, e li ha osservati con gli occhi di un ragazzo affamato di risposte, impegnato nel sociale e nella politica.
Per tornarvi poi da adulto, sposato, ma accompagnato sempre dagli stessi interessi.
Ho scritto alcune annotazioni mano a mano che procedevo nella lettura, come ad esempio la frase “A Berlino nessuno viene abbandonato dallo stato”. “L'occhio vigile dello stato francese ti concede quasi tutto, ma non l'amore di gruppo”. Oppure quando tratta del lavoro svolto dagli extracomunitari a Nizza, lavori che solo loro fanno, eppure alla gente “basta che stiano al loro posto”.
Storti si interessa molto agli ultimi, ai barboni, agli extracomunitari, questo l'ho molto apprezzato.
Parla anche delle diverse religioni. Mi è piaciuta particolarmente questa spiegazione che tratta della moschea: “Le donne partecipano, ma restano nelle ultime file, dietro gli uomini. Non so chi chiese all'interprete il perché di questa dislocazione logistica. L'interprete, apparentemente imbarazzato, rivolse la domanda al muezzin che rispose in tono tranquillo e con voce forte: - le donne pregano dietro gli uomini in quanto, diversamente, gli stessi uomini potrebbero essere invogliati a commenti e stimolazioni poco rispettose nei confronti delle donne, vedendo essi il loro deretano. È un modo di rispettare le donne”.
Storti ammette che “capire una città, anche se Europea, non è facile”. Bisognerebbe viverci per poterne assorbire ogni sfumatura, forse; o forse davvero basta l'impegno al confronto con chi sta lì, come ad esempio gli italo americani da lui incontrati a Philadelphia che gli hanno spiegato come si vive. O come si sopravvive quando la fortuna tanto sperata non è arrivata. Come sperassero nella riforma della sanità voluta da Obama, così che tutti potessero assicurarsi le cure necessarie.
E che dire della frase che fa da sottotesto al titolo, prima scritta in francese e poi in italiano: “Dans un monde ideal l'humanité n'existerait pas”. “Nel mondo ideale l'umanità non esiste”.
Perciò accontentiamoci di un mondo che non sia perfetto, ma che permetta a tutti di esistere.
di Miriam Ballerini
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