Pasolini insegna: combattere il fascismo con il confronto

Alessandro Ciccone, autore dell'articolo d'opinione sul dibattito "Più libri più liberi", posa per un ritratto
Alessandro Ciccone

BOLOGNA - Scontro a Più Libri: Pasolini, Cacciari e Zerocalcare si dividono sulla presenza di un editore di estrema destra. Confronto o boicottaggio? "Augurarsi di non incontrare mai dei giovani fascisti è una bestemmia, perché, al contrario, noi dovremmo far di tutto per individuarli e per incontrarli. Essi non sono i fatali e predestinati rappresentanti del Male: non sono nati per essere fascisti. Nessuno – quando sono diventati adolescenti e sono stati in grado di scegliere, secondo chissà quali ragioni e necessità – ha posto loro razzisticamente il marchio di fascisti. È una atroce forma di disperazione e nevrosi che spinge un giovane a una simile scelta; e forse sarebbe bastata una sola piccola diversa esperienza nella sua vita, un solo semplice incontro, perché il suo destino fosse diverso." Così scriveva Pier Paolo Pasolini su Paese Sera, l’8 luglio 1974, in una Lettera aperta a Italo Calvino, riprendendo criticamente un’infelice affermazione del collega, che, per l’appunto, si augurava di non avere mai a che fare con “giovani fascisti”.

La presenza della casa editrice Passaggio al bosco


Mutatis mutandis, in questi giorni simili attitudini contrapposte fanno valere le proprie ragioni, in un contesto definito: la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri più liberi”, in corso a Roma dal 4 all’8 dicembre 2025, presso il centro congressi La Nuvola di Fuksas. Il casus belli: la presenza della casa editrice Passaggio al bosco, che annovera nel suo catalogo titoli legati ad ideologie nazifascistoidi, insomma di destra estrema. Per questo motivo è stato rivolto un appello, che reca le firme di innumerevoli figure di spicco nel panorama culturale, come Alessandro Barbero ed Antonio Scurati, all’Associazione italiana editori (Aie), chiedendo spiegazioni in merito alla legittimità della suddetta presenza, ritenuta inammissibile dai firmatari, per via degli ideali sottesi alle opere letterarie. Inoltre, qualcuno caldeggia il boicottaggio, dentro e fuori. Il fumettista Zerocalcare ha annunciato di non partecipare ed alcune case editrici hanno espresso la volontà di chiudere temporaneamente le loro postazioni.

Luca Sommi, Marco Travaglio e molti altri parteciperanno


Tuttavia, come accennavo in apertura, le opinioni in merito non sono unanimemente concordi. Il filosofo Massimo Cacciari, esprimendosi sul tema, ha affermato quanto la censura oggi non sia minimamente funzionale a combattere siffatte idee, riaffermando, invece, l’efficacia della cultura, unica vera panacea. Luca Sommi, Marco Travaglio e molti altri hanno ribadito che parteciperanno, per debellare proprio con il confronto culturale le tesi abominevoli sostenute da chi inneggia al nazifascismo, in modo da farne emergere il carattere deprecabile. Io sposo questo secondo approccio. Per quanto entrambe le attitudini condannino il nazifascismo e tutto ciò che ne concerne, la differenza fondamentale risiede nella modalità. È storicamente ineccepibile ciò che in un ventennio l’abominio fascista, così come quello nazista, abbia compiuto. Tuttavia, come emerge, poiché non mancano nostalgici simpatizzanti dei regimi che furono, è necessario contrastarli con la parola, con le argomentazioni, con le evidenze storico-politiche.

Monito anche ai cosiddetti partiti “di sinistra”


Questo non vuol dire legittimare idee anticostituzionali, bensì agire affinché non ne resti neppure un flebile anelito. Auto-ostracizzarsi non risolve il problema, bisogna battersi su un terreno comune, nonostante l’avversario sia viscido. Frattanto che chi di dovere verifichi la sussistenza del reato di apologia, punito dalla legge Scelba, non si deve cedere. Mi auguro che ciò sia di monito anche ai cosiddetti partiti “di sinistra”, troppo spesso impegnati in infruttuose cacce alle streghe e lacerati da correnti intestine, che si comportano come i Plebei sull’Aventino. Difatti, anche personalità politiche, come il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, hanno disertato l’evento, con sommo gaudio degli oppositori. Le idee aberranti si combattono con le idee, altrimenti si è complici di un ipocrito gioco propagandistico, puntualmente perpetuato dai partiti di potere. Io, mi si perdoni il paragone, agisco come Pasolini: condanno, ma non mi assento; partecipo, ma dissento. La parola, quella autentica, non demagogica, è il mezzo più potente per ridurre in macerie fatiscenti rimasugli.

di Alessandro Ciccone

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