ROMA - Operazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche che, all’esito di una specifica attività di monitoraggio della Rete in relazione all’attuale emergenza dovuta alla diffusione del Coronavirus in Italia, iniziata già a metà del mese di febbraio scorso, ha sottoposto a sequestro, disposto dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, n. 36 offerte di vendita, presenti sui portali di e-commerce Amazon e E-bay, di prodotti connessi alla prevenzione dell’epidemia, mascherine e gel disinfettanti, presenti a prezzi esorbitanti rispetto ai costi di produzione e di distribuzione nonché a quelli praticati in situazioni non emergenziali.
Le investigazioni su Internet - riporta il comunicato stampa della Gdf - sono state effettuate attraverso consolidate metodologie di Open Source Intelligence (OSINT), tecnica che consente di reperire, aggregare e strutturare le informazioni liberamente accessibili sul Web, con l’obiettivo di porre in evidenza fenomeni speculativi.
Sono state ricercate offerte di vendita aventi specifico riferimento al coronavirus, rivolte ad utenti nel territorio nazionale, mediante la presenza di pagine redatte in lingua italiana e l’indicazione di spedizioni dirette anche verso l’Italia.
La comparazione del prezzo di vendita applicato a gennaio - febbraio prima dell’esplosione della emergenza in Italia e quello attualmente praticato, effettuata utilizzando applicativi software di tracciamento dei prezzi (price tracer), ha consentito di far emergere situazioni di notevole anomalia, con aumenti di prezzo che oscillavano tra il 150% fino al 1000% ed oltre.
Ad esempio, in un singolo caso, le mascherine di tipo chirurgico, le più semplici e con limitata azione protettiva da eventuali contagi, hanno normalmente un costo di pochi centesimi ma erano vendute in confezioni da 50 pezzi al costo di circa 80 euro, con un rincaro che raggiungeva la cifra massima del 4000%.
Anche le soluzioni gel igienizzanti, approfittando della necessità di assicurare una frequente disinfezione delle mani anche in mancanza di acqua, venivano vendute con rincari non giustificati tra il 300% e il 600%.
Le indagini hanno determinato il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 16 vendors italiani, 28 stranieri e 4 in via di identificazione cui è stata contestata la violazione dell’art. 501 bis del Codice Penale che punisce manovre speculative su prodotti di prima necessità, con sanzioni da sei mesi a tre anni di reclusione e con la multa da € 516,00 a € 25.822,00.
Come detto, gli annunci sequestrati erano pubblicati da connazionali residenti in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, ma anche da venditori europei ed extraeuropei.
La provenienza estera è stata individuata nella Germania, Regno Unito, Francia e Cina.
Le azioni di contrasto a manovre speculative perpetrate sul web proseguiranno anche nei prossimi giorni.
Sono state ricercate offerte di vendita aventi specifico riferimento al coronavirus, rivolte ad utenti nel territorio nazionale, mediante la presenza di pagine redatte in lingua italiana e l’indicazione di spedizioni dirette anche verso l’Italia.
La comparazione del prezzo di vendita applicato a gennaio - febbraio prima dell’esplosione della emergenza in Italia e quello attualmente praticato, effettuata utilizzando applicativi software di tracciamento dei prezzi (price tracer), ha consentito di far emergere situazioni di notevole anomalia, con aumenti di prezzo che oscillavano tra il 150% fino al 1000% ed oltre.
Ad esempio, in un singolo caso, le mascherine di tipo chirurgico, le più semplici e con limitata azione protettiva da eventuali contagi, hanno normalmente un costo di pochi centesimi ma erano vendute in confezioni da 50 pezzi al costo di circa 80 euro, con un rincaro che raggiungeva la cifra massima del 4000%.
Anche le soluzioni gel igienizzanti, approfittando della necessità di assicurare una frequente disinfezione delle mani anche in mancanza di acqua, venivano vendute con rincari non giustificati tra il 300% e il 600%.
Le indagini hanno determinato il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 16 vendors italiani, 28 stranieri e 4 in via di identificazione cui è stata contestata la violazione dell’art. 501 bis del Codice Penale che punisce manovre speculative su prodotti di prima necessità, con sanzioni da sei mesi a tre anni di reclusione e con la multa da € 516,00 a € 25.822,00.
Come detto, gli annunci sequestrati erano pubblicati da connazionali residenti in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, ma anche da venditori europei ed extraeuropei.
La provenienza estera è stata individuata nella Germania, Regno Unito, Francia e Cina.
Le azioni di contrasto a manovre speculative perpetrate sul web proseguiranno anche nei prossimi giorni.
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