Coronavirus. Lorenza Morello: ne usciremo migliori? Se stiamo vivendo una guerra, l’esperienza dice che non sarà così. Covid-19

TORINO - Devo dire che questo “Andrà tutto bene” che si ritrova come una litania ovunque è riuscito a stufare anche me, da sempre sostenitrice del pensiero positivo. Leggo ogni giorno le previsioni di editorialisti, intellettuali, artisti e scrittori: l’opinione dilagante è che, alla fine di tutto questo, saremo più responsabili, più coraggiosi, meno litigiosi e materialisti, più attenti all’ambiente e alle relazioni umane, e così via.

In una parola, sarà un mondo migliore.

L’opinione prevalente è che il genere umano fosse al culmine della sua decadenza e che il Virus (il Covid-19), simile a una guerra mondiale, sia calato tra noi a ricordarcelo.

Ai venditori di paure da quattro soldi che affollavano la scena prima del Virus, si stanno rapidamente sostituendo i portatori di speranze a buon mercato. Nel cambio sicuramente ci guadagniamo, però a me pare di avvertire, in queste previsioni colme di ottimismo, il cigolio del vecchio meccanismo cattolico di colpa ed espiazione. L’idea cioè che la sofferenza ci renderà migliori.

Ma è così? Se quella che stiamo vivendo è una guerra (intesa come tragedia che ci mette di fronte alla nostra fragilità, tramuta i destini individuali in collettivi, colpisce a caso, fa della morte una evenienza vicina) allora l’esperienza dice che no, non è così.

Come mi hanno detto più volte tante persone che la guerra l’hanno vissuta sulla propria pelle, la guerra non insegna che due cose: la prima è che l’uomo, ciascun uomo, è capace di tutto, di ogni nefandezza e di ogni eroismo; le seconda è che essere vivi è una fortuna incomparabile.

E questo è tutto. La guerra, come il Virus (il Coronavirus), non cambia gli esseri umani, al massimo esalta le loro inclinazioni: i duri saranno più induriti, i generosi ancora più accoglienti, gli avidi sempre più avidi, e gli ignoranti, ve lo assicuro, resteranno ignoranti. E, dunque, dopo il Virus, non saremo più altruisti, più generosi, più responsabili. O forse sì, ma giusto per qualche giorno.

Il Virus non nasce da nessuna colpa collettiva e non genera nessuna catarsi. È vero che a Bertrand Russel bastò assistere a cinque minuti della sofferenza di una donna per diventare un uomo migliore e il padre del pacifismo mondiale. Ma era Bertrand Russel.

Per la maggioranza, vale quel che scrive Camus al termine de “La peste”: “Gli uomini erano sempre gli stessi. Era questa la loro forza e la loro innocenza”.

di Lorenza Morello

Ricerche Correlate

Commenti

CINQUEW NEWS
è un
Giornale Online Gratuito
senza contenuti a pagamento.
Per eventuali offerte
CLICCARE LA PAROLA DONAZIONE
QUI SOTTO
E COMPLETARE LA PROCEDURA