Covid-19. Michela Farabella: in piena pandemia, frastornati, ma non stiamo per festeggiare i mondiali del 1982

TORINO - Questa mattina ho avuto modo di confrontarmi con un noto medico torinese. Interessante il suo punto di vista sul Covid-19 Fase 2 che riassumo. Non è stata citata alcuna strategia per arginare la diffusione del virus, se non il distanziamento sociale. Purtroppo senza l’isolamento delle persone malate da quelle sane, individuate tramite tests sierologici, si otterrà ben poco, e lo dimostra la situazione del Piemonte, regione che ha messo in atto le più ferree regole di “reclusione domestica” ma non ha eseguito i tamponi, o meglio ne ha eseguiti pochi e siamo una delle aree con la situazione più critica. La possibilità di fare visita ai parenti (congiunti) è assolutamente in contrasto con il fatto che i contagi avvengano proprio all’interno dei singoli gruppi famigliari!!!

Quali garanzie di sicurezza darebbe la visita ai nonni (permessa) rispetto alla visita alla fidanzata (vietata)? Proprio dai soggetti a rischio che non ci si dovrebbe recare!!!! Chi si occuperà dei figli, visto che le scuole sono chiuse? Il ruolo dei “nonni” avrà dunque una connotazione socialmente utile e con amarezza si può affermare che riprenderà a salire la conta dei morti tra gli anziani.

Il fatto che le visite ai parenti debbano avvenire con la mascherina è totalmente privo di ogni controllo e, al chiuso, in ambiente domestico, dunque con spazi limitati, con una permanenza prolungata, la mascherina non è sufficiente a garantire un adeguato standard di sicurezza.

Questo vale anche per l’ambiente lavorativo. La distanza di 1 metro non è sufficiente. L’Oms parla di 180 cm e, comunque, un distanziamento sociale “serio” e responsabile dovrebbe prevedere almeno 3 metri!

L’obbligo per i sintomatici di rimanere in casa, attendendo fiduciosi una presa in carico da parte del medico curante, è in netto contrasto con gli evidenti limiti della nostra sanità.

Solo un trattamento farmacologico precoce può dare garanzie di successo, evitando il ricovero mentre, se il quadro generale si dovesse compromettere fino alla necessità di intubazione, almeno nel 50% dei casi si avrebbe un esito infausto. Il decesso.

La possibilità per alcune Regioni di applicare regole più restrittive, con distanziamento sociale, sulla base di “diversi" e più stringenti divieti imposti è totalmente priva di senso, perché corse o passeggiate, in solitaria, a distanza di almeno tre metri dagli altri, non hanno alcun rischio in relazione all’infezione da Coronavirus.

Alla domanda di un giornalista: “Quando finirà la Fase 2?”, è stato risposto: “Quando avremo contagio zero, un vaccino o una cura risolutiva”, cioè una frase del tipo: “Non so, forse tra qualche mese, o peggio qualche anno o quando il virus deciderà di levarsi dalle "scatole" da solo.

Non possiamo sperare nel destino, in qualche virtuoso ricercatore per ritornare a vivere e neppure possiamo permetterci che questo piano produca una ripartenza dei contagi e un secondo lockdown, che distruggerebbero definitivamente l’economia del Paese; l’indebita limitazione della libertà personale è avulsa da qualsiasi motivazione sanitaria e priva di ogni logica.

L’unica strada seria sarebbe quella di isolare i malati dai sani e non viceversa.

E sottolineo che non ci vuole una task force strapagata per affermare quanto sopra!

Per tutto il resto, stenderei un velo pietoso su quanto è stato detto a reti unificate.

Funerali, max 15 persone, come se si parlasse di una selezione all'ingresso della discoteca e ci fosse una lista “special guests”! Quindici persone non si possono infettare, il sedicesimo diventa l’untore. Manco fossimo in Medioevo!

Il divieto sui party: forse non è chiaro agli “espertoni” che, essendo decedute 26.000 persone senza il saluto dei propri cari, gli italiani non hanno tutta questa voglia di festeggiare.

Samo in quarantena, in piena pandemia, un po' frastornati ma non stiamo certamente aspettando di festeggiare i mondiali dell’82!

Chi ha scritto il discorsone di ieri sera, dovrebbe, a mio avviso, tornare tra i banchi di scuola, rifare almeno un serio corso di comunicazione.

Prendevo appunti: prima il 4 maggio, poi il 18, poi forse dipenderà dai sindaci, poi dal comitato scientifico, poi a tappe fino all'1 giugno, con uno scarico di responsabilità circa il contagio sugli italiani. Mancava solo che citassero Medjugorje…

Sarò forse un ciccinin polemica, ma a me, questo discorso "ANTANI" non ha affatto convinto.

Poi, che gli altri Paesi possano chiedere copia di questo geniale provvedimento, che l'Italia possa rappresentare un esempio per le altre Nazioni, ha aggiunto altre perplessità insieme con quelle dei miei connazionali.

P.S.: se l'avessi scritto io, sarei costata molto, molto  meno e sicuramente lo speaker  avrebbe fatto un figurone!!!

di Michela Farabella

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