Crollo ponte di Caprigliola, Alberto Pallotti: agghiacciante pensare a un cavalcavia edificato nel 1908 non monitorato
ROMA. “Il Coronavirus ha salvato tutte quelle vite innocenti che oggi sarebbero transitate sul ponte in Toscana. Fortunatamente non abbiamo assistito a nessuna Genova due, ma è avvenimento che ci deve spingere a cambiare le cose subito e con cognizione di causa”. E’ quanto afferma il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, in riferimento al crollo del ponte di Caprigliola, avvenuto alle 10:30 di mercoledì 8 aprile. Stando a quanto riferito da testimoni, il tratto di viadotto coinvolto, ubicato nel comune di Albiano Magra e collegante le province di La Spezia e Massa Carrara (sovrastando il fiume Magra), sarebbe esploso proprio mentre sullo stesso transitavano due furgoni.
I conducenti sono riusciti a mettersi in salvo, seppur uno di loro abbia riportato ferite. La fornitura di gas alle vicine città stata sospesa immediatamente, poiché proprio sotto al ponte di Caprigliola passano grandi condutture. L’inevitabile fuoriuscita di gas conseguente a rottura di una condotta è stata tempestivamente controllata dalla società “Italgas”, grazie all’intervento di un gruppo operativo. Attualmente sono in corso valutazioni per ripristinare la fornitura del servizio utilizzando carri bombolai. Lo scorso novembre, l’infrastruttura riportò un a grave crepa a causa del maltempo che fu denunciata da numerosi automobilisti. Fu effettuato un intervento di riparazione susseguente a sopralluogo tecnico dell’Anas, cui seguì il “via libera alla circolazione senza limiti di traffico”.
“E’ agghiacciante pensare che un ponte edificato nel 1908, non sia costantemente monitorato - afferma Alberto Pallotti - . Non devono essere solo i conducenti a fare segnalazioni, ma gli enti preposti alla manutenzione hanno una responsabilità rispetto a cui non devono tirarsi indietro. Abbiamo, in questi giorni, realizzato delle proiezioni in relazione al fenomeno ‘incidenti stradali’ (basate sul confronto con le statistiche degli ultimi anni), apprendendo che il Coronavirus ha paradossalmente salvato almeno 400 vite, oltre che evitare più di 1500 feriti in terapia intensiva. Sono numeri che ci spingono a chiedere controlli sempre più efficaci, specie quando tutto finirà. I conducenti irresponsabili - conclude - facciano un passo indietro e diano spazio alla vita”.
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