Ilaria Di Leva: il nuovo Adamo dalla vita in un click, in un battito nanotecnologico della metamorfosi

ROMA - Naturo dall’utero in affitto transgender, il nuovo Adamo non ha sensi di colpa e di dannazione, se non quello di sottrarre tempo all’ozio. Affrancatosi dalla funzione adattiva all’ambiente, ha ricreato il suo habitat metallico e plastico, rimbalzando tra le superfici di una società “liquida” sino alla dissolvenza. E così, dal brodo primordiale al fuoco cristiano, confondendo l’evoluzione della specie con il back up anti-nevrosi, ha rinunciato anche al peso di qualche neurone soverchio. Immerso nella lettura nevrotica degli acronimi alla moda, alimenta i circuiti virtuali dell’e-commerce, affinando le prestazioni atletiche del pollice a scorrimento. Ma non si creda che sia ignorante: il nuovo Adamo si è formato con la didattica a distanza, team bionico, visi americanizzati, tuttologia da marketplace ed è informato in tempo reale sugli accadimenti del mondo fenomenico.

Quello che non conosce e che scruta senza meraviglia come da osservatorio astronomico. La sua vita è in un click, nel battito nanotecnologico della metamorfosi, da crisalide a falena, dal prozac alle benzodiazepine.

Vigoressico, ipersalutista, fondamentalista degli “ismi” globali, ingurgita cibi virtuali a chilometri-zero-calorie, super-fast senza gas, riciclabili nel teorema indiscusso scarto-risorsa. La sua vita sentimentale conosce il sussulto robotico di you-porn, nell’igienismo schifiltoso del non contatto/touch screen. Defisicizzato dalle pulsioni paleolitiche, in questo voyerismo atarassico e sazio, naviga nell’agio di spazi osmotici, tra cromosomi ingegnerizzati e trofismi anabolici.

Non si riproduce, non defeca, né urina, né trasuda: si auto-riprogramma senza pile e batterie, con l’automazione smart post-evoluzione. La sua dimora play-on/play-off funziona a comando vocale e visivo, qualora anche le corde si intorpidiscano nell’ebetismo del rodaggio domotico. Non sporca, non pulisce, non stira: dall’arredo a scomparsa fuoriescono su comando le falangi metalliche dell’aiutante robot; si chiama “Omnia vis” e soddisfa ogni desiderio prima ancora che si verbalizzi.

Errata corrige quando intercetta il lemma della contraddizione, tra gli schemi ignoranti dello scientismo anti freudiano. La sua religiosità non confessionale si è sbiadita in un sincretismo pigliatutto: applicasi scontistica su penitenza, rituali e sacramenti; ad un passo da Eva il destino comune della resurrezione.

E quando si annuncia la morte con l’attendibilità statistica delle previsioni meteo, il nostro Adamo non chiede l’estrema unzione. La diagnosi è pronta sin dalla nascita: “obsolescenza programmata”.

di Ilaria Di Leva

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