Bancarotta e lockdown dei servizi se si fermano le città, Falcomatà: il Governo sostenga i Comuni

REGGIO CALABRIA - «Se si fermano le Città si ferma il Paese. Il Governo nazionale dia risposte ai Comuni o il rischio è quello della bancarotta collettiva e di un generale lockdown dei servizi. Migliaia di Comuni italiani rischiano il default a causa delle difficoltà nate dalle pesanti conseguenze della crisi sanitaria. Serve un cambio di rotta immediato, con risorse e strumenti normativi adeguati, o gli effetti sociali della crisi rischiano di compromettere pesantemente i servizi ai cittadini, a cominciare da quelli più deboli».

E’ quanto afferma il sindaco di Reggio Calabria e responsabile Mezzogiorno di Anci, Giuseppe Falcomatà.

«In questi mesi - ha spiegato il sindaco - i Comuni italiani hanno assolto fino in fondo al loro ruolo di collettore delle istanze territoriali, costituendo un solido punto di riferimento anche nell'erogazione dei servizi di sostegno alle comunità, soprattutto alle realtà più fragili. I Comuni sono infatti il primo avamposto istituzionale a livello territoriale e l'interfaccia più prossima per la cittadinanza. Anche nelle fasi più critiche di questa lunga battaglia contro il Covid-19, la capacità dei Sindaci ed in generale dei Comuni di rispondere velocemente, anche attraverso la rete di cooperazione messa in moto grazie alla rete dei servizi territoriali, ai bisogni primari delle persone, ha consentito di evitare lo sconquasso sociale che si sarebbe verificato».

«Ma la partita non è ancora conclusa. A fronte delle capacità dimostrate, i Comuni oggi si trovano ad affrontare una fase di enorme difficoltà che rischia di far saltare la rete di prossimità attivata sui territori, mettendo a rischio la stessa erogazione dei servizi alle famiglie, alle persone fragili, alle imprese. Serve quindi che il Governo garantisca nuove risorse e nuovi strumenti, per consentire ai Comuni di assolvere pienamente il loro ruolo nei confronti dei cittadini. Mi riferisco ad esempio all'abolizione dei vincoli del patto di stabilità, che in sostanza bloccano la spesa delle risorse disponibili, alla sospensione del Dl 35 per i debiti della Pubblica Amministrazione, alla possibilità di rimodulare i piani di rientro ai quali sono sottoposti tanti Comuni italiani, al sostegno economico a compensazione dei mancati introiti in bilancio per il taglio della Tosap, della Tari, della tassa di soggiorno e delle addizionali Irap e Irpef, ed infine ad un nuovo stanziamento per il sostegno alimentare per le famiglie, che possa dare continuità all'egregio lavoro svolto dalla macchina dei servizi sociali comunali a sostegno delle persone più fragili».

«In queste settimane ci siamo confrontati con il Governo nella consapevolezza che le misure di sostegno agli Enti territoriali fin qui previste, fossero solo un primo passo ma del tutto insufficiente a rispondere alle tante esigenze evidenziate dalle comunità territoriali. Bisogna quindi tornare a intervenire, in maniera sostanziosa, prevedendo un cospicuo stanziamento, da destinare ai Comuni italiani. Siamo ancora in tempo per evitare di finire nel baratro. Il presidente del Consiglio Conte assuma piena consapevolezza della gravità della situazione. Noi sindaci siamo pronti, ancora una volta, a tendere la mano, mettendo a disposizione le nostre competenze e la nostra capacità di rispondere alle esigenze della comunità in maniera pronta e dinamica, ma il Governo ora deve dimostrare di esserci, di assolvere pienamente al principio di sussidiarietà istituzionale sostenendo l'azione dei Comuni attraverso misure di copertura sostanziose ed immediate».

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