Lorenza Morello: governicolo e Covid-19, multe da non pagare

TORINO - Smascherare il Covid. Il Covid-19 (che solo a scriverlo ormai si entra nel libro nero del Web, nemmeno si cercasse qualche pubblicazione “pericolosa” come Mein Kampf) ha stravolto completamente il nostro modo di vivere, un susseguirsi martellante di pareri scientifici discordanti ha alimentato una serie di dubbi e perplessità nel nostro approccio verso quello che abbiamo percepito come lo sconosciuto nemico invisibile.

Passano i giorni e i mesi e le farneticazioni deliranti si susseguono non solo sui social ma ancora di più dai sedicenti mezzi di comunicazione ufficiale che altro non fanno che contribuire ad una ormai conclamata politica del terrore.

Abbiamo il diritto di discernere la verità dalla menzogna sul Coronavirus e guardare con lucidità al futuro, per questo è fondamentale dare spazio, e ascolto, a punti di vista differenti.

Iniziamo parlando, a poche ore da un ulteriore inasprimento delle sanzioni da parte di questo governicolo di non eletti, del tema delle mascherine sulla cui inappropriatezza di utilizzo già in molti si sono espressi. Osserviamone quindi più nel dettaglio la parte legale. Ebbene, la sanzione amministrativa comminata per chi non indossa la mascherina non deve essere pagata. E l’agente di pubblica sicurezza che voglia irrogare la sanzione dovrà comunque, a richiesta dell’interessato, fornire i propri dati identificativi, cosa che è peraltro un suo preciso dovere in quanto pubblico ufficiale. Avete capito bene, se vi fanno la multa, non dovete pagarla perché pagandola accettate la sanzione e la rendete legittima.

Partiamo da un assunto: i Decreti del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm), su cui l’obbligo di mascherina si fonda, sono atti amministrativi non sottoposti ad alcun intervento di verifica, come invece ad esempio avviene per il decreto legge che va convertito dalle Camere entro 60 giorni. Si è dunque utilizzato un atto amministrativo invece che uno strumento normativo costituzionalmente previsto per i casi straordinari di necessità e di urgenza, più adatto a incidere su diritti e libertà fondamentali. L’art. 3 del dl 6/20 (il primo decreto legge con misure anti-Covid), dal quale i Dpcm traggono legittimazione, ha di fatto delegato all’autorità amministrativa (e non legislativa) l’adozione di misure che intaccano libertà fondamentali. I Dpcm però non possono porsi in contrasto con alcuna norma di legge e tantomeno alcuna norma costituzionale anche in caso di emergenza sanitaria. Per i Dpcm relativi al cosiddetto Sars CoV-2, non mancano profili di illegittimità derivanti dal contrasto con norme che vanno dalle leggi ordinarie ai trattati internazionali, al principio di proporzionalità profili per i quali non mancheranno occasioni di approfondimento nelle sedi giudiziarie preposte. E per gli agenti di pubblica sicurezza che abbiano agito in forza di questi provvedimenti, il rischio è di doverne rispondere nel caso in cui tali provvedimenti vengano giudicati esorbitanti rispetto alla loro natura e finalità.

La storia di questo Paese sarebbe stata diversa se non ci fosse stato il monopolio mediatico di alcuni personaggi, ma noi possiamo arginare la catastrofe se iniziamo a coalizzarci e lottare in modo composto e rispondendo in modo puntuale a questo regime mediatico e alle sanzioni illegittime. Per fare questo, però, dobbiamo compiere lo sforzo immane di riappropriarci del nostro pensiero anziché nutrirci di idee preconfezionate e pre masticate da altri.

Provate a pensare una cosa semplice: chi di voi conosce un virus che uccide mille persone e poi si ferma? Un virus che uccide mille persone al giorno ne uccide un milione, non è che si ferma. Mille morti dichiarati nella solita veglia funebre dei tg delle 20 e nemmeno un’autopsia che ci dice che sono morti davvero per quello, tutti i medici legali non ne hanno visto uno di morto. Da maggio ho smesso di andare in onda sulla tv di stato perché, in un programma in cui ero ospite, ho chiesto di dirmi chi sono questi morti di Covid-19.

Io sono una giurista ma al liceo classico avevo anche delle ore di biologia. Ebbene, sono andata a riprendere in questi mesi questi scarni studi e ho cercato, nel mio piccolo, di capirne di più. 

Chiunque può prendere un libro di microbiologia, anche di molti anni fa, e andare alla famiglia Coronavirus, una delle cose che troveremo scritte è che sono termolabili. Avete mai visto un’influenza in estate? Non c’era bisogno di dimostrare che il coronavirus soffre il caldo perché tutti i coronavirus soffrono il caldo. Al massimo bisognava chiedere il contrario ai virologi: “Dimostrateci che è anomalo”. Su “Nature” che è una delle riviste più importanti del mondo ne hanno parlato tantissimo di questa cosa comunque scontata e tutti sono rimasti sorpresi come fosse una novità. Si è arrivati a dire addirittura il contrario: che il caldo peggiorerebbe la situazione. Sono affermazioni inaccettabili, finalizzate solamente ad alimentare un terrore che ha come fine ultimo il “divide et impera”. Prima ci chiudono tutti in casa, poi ci imbavagliano, poi non permettono la dissenting opinion e dopo averci portati allo stremo delle forze ci diranno in modo trionfale che potremo finalmente tornare tutti liberi grazie al vaccino!

Non ci sarà nessun vaccino, è fuori di testa pensarlo. Perché facciamo solo il vaccino per il morbillo? Perché è un organismo che rimane sempre uguale, la medicina in fondo è una cosa semplice. Il virus cambia, chiediamoci perché non abbiamo il vaccino per Hiv o per l’epatite virale? Ne hanno trovati mille di vaccini per l’Aids, il problema che il virus cambia ogni due mesi e il vaccino non serve più, non ci sarà nessun vaccino. Sono 40 anni che gli esperti lavorano su Hiv, ditemi quale microrganismo ha avuto più fondi e finanziamenti dell’Hiv, possiamo trovare vaccini, ma cambia continuamente, quello è un virus intelligente che uccide i giovani nella loro migliore condizione. È talmente intelligente che si nasconde nell’organismo, anche se si prende l’antivirale, ha sviluppato della capacità per cui si nasconde in alcune zone dove non è raggiungibile dal farmaco, come facciamo a fare un vaccino per un virus che muta? Se anche si dovesse trovare sarà un vaccino momentaneo, ma il migliore vaccino è quello naturale in questo caso, l’infettarsi.

Oppure curarsi con la plasmaferesi e prevenire prendendo vitamine e conducendo una vita sana (temi di cui non parla mai nessuno: mangiate bene, fate movimento, non fumate ecc sono discorsi ormai da santoni, alla medicina ufficiale così come alla farmacologia interessa creare clienti, e quindi malati, non portare alla guarigione o prevenire perché lì il business cessa). Fin da piccoli, abbiamo fatto solo il vaccino del morbillo e non quello del raffreddore perché il vaccino del raffreddore non esiste. Le analisi di laboratorio mostrano le mutazioni dei virus anche a distanza di poche ore, sono proprio nati così.

Sono virus che nascono per mutare, la stessa cosa che dobbiamo fare noi se non vogliamo soccombere sotto il peso di queste menzogne di Stato.

di Lorenza Morello

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