Contratto scuola, urge regolamentare le figure professionali intermedie

ROMA - A seguito della sottoscrizione del Ccnq, in considerazione della mancata previsione dell'area del middle management nella Pubblica amministrazione, Ancodis (Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici) ha preso posizione evidenziando la necessità che nel prossimo Ccnl comparto scuola si ponga attenzione al middle management scolastico. Ancodis: Ccnq e definizione dei comparti della Pa in attesa del Ccnl 2019-2021.

Giovedi 15 aprile 2021, tra Aran e Confederazioni sindacali è stata sottoscritta l’Ipotesi di Contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei Comparti e delle Aree di contrattazione collettiva nazionale (2019-2021) quale primo atto per il rinnovo dei contratti nei comparti della Pubblica amministrazione.

Dalla lettura del testo sottoscritto da quasi tutte le sigle sindacali si rileva all’art. 5 il Comparto dell’Istruzione e della Ricerca mentre all’art. 7 quello dell’Area dirigenziale. All’art. 8, infine, si legge “…., il contratto collettivo nazionale di lavoro, nella sua unitarietà, è costituito …. da eventuali parti speciali o sezioni, dirette a normare taluni peculiari aspetti del rapporto di lavoro …. che necessitino di una distinta disciplina. Le stesse possono anche disciplinare specifiche professionalità che continuino a richiedere, anche nel nuovo contesto, una peculiare regolamentazione”.

Dal confronto con il Ccnq (2016-2018), sembra non trovarsi alcuna differenza: il riconoscimento della categoria di quadro nel pubblico impiego appare essere una questione irrisolta! La Pubblica amministrazione si deve però rinnovare per affrontare efficacemente la moderna evoluzione dell’Italia. E la previsione di una nuova area per le alte professionalità all’interno di ciascun comparto deve consentire il superamento dell’arcaico dualismo tra dirigenti e personale non dirigente.

Nella via di mezzo tra queste due comunità oggi c’è un vulnus poiché non si riconosce formalmente quel livello intermedio che include una parte significativa di lavoratori pubblici che assumono incarichi aggiuntivi e rivestono funzioni di responsabilità. A soffrire per questa ingiusta omologazione contrattuale sono proprio quelle risorse professionali che, in conseguenza del loro indistinto inquadramento, vedono negato il pieno diritto di esistenza.

In particolare, per quanto riguarda il comparto Istruzione, nessuno può obiettare che il sistema scolastico - noto per la sua peculiare complessità e per il suo dinamismo (quotidiane criticità e improvvise emergenze, molti plessi da organizzare, qualche centinaio di lavoratori da coordinare, alcune centinaia/migliaia di studenti da gestire, Pon e progetti di inclusione, attività di Pcto-Alternanza scuola lavoro, obblighi vaccinali da monitorare, prevenzione dei rischi e gestione delle sicurezze da garantire, monitoraggi da produrre e protocolli da rispettare,  privacy da tutelare, Rav, Piano di miglioramento, Ptof, acquisti di beni e servizi, ricostruzione di carriera, pensionamenti, ecc..) - necessità di figure professionali intermedie che devono essere regolamentate in sede contrattuale.

A partire dal tema della valorizzazione della professione docente, Ancodis auspica che nel prossimo rinnovo contrattuale – tenuto conto dell’innovativo atto di indirizzo dei ministri della Funzione pubblica e dell’Istruzione per il 2021 – si ponga meritata attenzione ai docenti impegnati nello staff organizzativo (collaboratore vicario, coordinatore di settore, responsabili di plesso, Rspp se docente interno, animatore digitale) che – individuati dal Ds e con specifiche deleghe - si occupano del funzionamento e del coordinamento organizzativi, affiancano direttamente il Ds e il Dsga nella gestione della complessità scolastica su temi amministrativi e gestionali (dalla prevenzione dai rischi alla gestione delle sicurezze, dalla comunicazione interna alle relazioni con l’esterno, dal rilevamento dei bisogni alla gestione delle emergenze, dall’individuazione delle priorità alla ricerca delle soluzioni) e a quelli che costituiscono lo staff didattico (funzioni strumentali, coordinatori di dipartimento, coordinatore per l’inclusione, referenti) - che, individuati in sede collegiale, pongono particolare attenzione all’organizzazione didattica e coordinano le azioni progettuali approvate dagli organi collegiali.

A questi due staff – che potrebbero essere definiti nel prossimo Ccnl anche attraverso uno specifico Albo o profilo professionale, strutturato in procedure di reclutamento interconnesse a significativi percorsi di formazione con uno nuovo sviluppo professionale nella carriera – potranno accedere quei docenti che, per esperienza e formazione, decidono di dedicarsi in attività di governance scolastica ad integrazione di quelle didattiche.

Vengono in questo modo definite nuove e più competenti professionalità che possano successivamente concorrere al ruolo della dirigenza scolastica con un indiscusso bagaglio di esperienza didattica, organizzativa e gestionale. Il prossimo Ccnl dovrebbe conseguentemente prevedere un nuovo modello retributivo coerente con gli incarichi e le nuove funzioni.

E’ il caso di ricordare che secondo il Rapporto Eurydice del 2013, le responsabilità per il lavoro aggiuntivo dei docenti sono riconosciute in 26 paesi e soltanto in 3 (tra cui l’Italia) sono considerate esclusivamente a livello di contrattazione di istituto. In Europa, alla valorizzazione professionale concorrono diversi fattori tra i quali un rilevante peso hanno l’assunzione di incarichi aggiuntivi con ulteriori responsabilità, la formazione professionale continua e l’anzianità di servizio.

E di norma, in diversi paesi europei, ai docenti vengono attribuite indennità integrative allo stipendio determinate a livello nazionale, regionale o misto con certezza di prospettive di carriera: si tratta di “incentivi” per incoraggiare i docenti ad assumere responsabilità ed incarichi, a svolgere lavoro straordinario, ad accogliere favorevolmente proposte di azioni formative professionali.

In Italia, invece, siamo di fronte ad un irragionevole blocco professionale per il quale Ministero e organizzazioni sindacali devono trovare soluzione. Ancodis ha una puntuale proposta giuridica e contrattuale che vuole mettere sul tavolo del confronto: per i collaboratori dei Ds e le figure di sistema non c’è più tempo da perdere!

per Ancodis (Associazione che sostiene il riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei Ds e delle Figure di sistema che lavorano nelle autonome Istituzioni scolastiche)

Professore Rosolino Cicero

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Commenti

  1. Strano che in Italia nessuno si accorga che spesso le scuole vengano gestite più che dai Dirigenti Scolastici dai collaboratori del D.S., dalle funzioni strumentali e da tutti coloro che per pochi euro da contrattare anno per anno si sacrificano per l'interesse generale.
    Ben venga quindi l'idea di qualificare e di prevedere un ruolo specifico per chi si impegna, dedicando tante ore extra, ed apportando professionalità, competenze ed esperienze.

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