Piano scuola estate 2021: alte sfere ministeriali e sindacali senza idee

ROMA - «Siamo davvero presi da un profondo senso di ingiustizia che ci troviamo a rivivere - dopo l'esperienza della fine dello scorso anno scolastico e della scorsa estate - alla fine di questo anno scolastico per l'enorme mole di lavoro di progettazione e di esecuzione che il ministero ci chiede con il Piano scuola estate 2021. Ancora una volta si chiede alle scuole - e in particolare nessuno lo può negare a tutto lo staff del Dirigente scolastico - un grande sforzo organizzativo e progettuale senza ricevere in cambio nessuna considerazione da parte da parte del ministero dell'Istruzione e da parte delle Organizzazioni sindacali». Inizia così l'azione di protesta di Ancodis (Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici).

Con la Nota 643 del 27/4/2021 a firma del Capo Dipartimento dottore Versari, le scuole italiane hanno ricevuto puntuali informazioni relative alla sua prossima attivazione nella quale, in particolare, si evidenzia l’autonomia didattica ed organizzativa in relazione allo specifico contesto territoriale e sociale nel quale operano con “azioni personalizzate di contrasto alle vecchie e nuove povertà educative, così come alle pregresse e sopraggiunte fragilità”.

La Nota riconosce che per la scuola si apre una nuova sfida in continuità con quella dello scorso anno scolastico ma “enormemente accresciuta dalla crisi di questo tempo”. Importanti risorse economiche avranno l’obiettivo di sostenere le competenze disciplinari e relazionali degli studenti, costruendo un “ponte formativo” e un nuovo campo - dalla socializzazione all’inclusione – che, nel rigoroso rispetto dei protocolli antiCovid-19, conducano le comunità scolastiche al prossimo anno scolastico.

Le tre fasi previste dal Ministero

I Fase: Rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali - Periodo: giugno 2021: le innumerevoli azioni progettate e attivabili da giugno a settembre avranno lo scopo di rinforzare gli apprendimenti e la socialità nel periodo di sospensione delle attività didattiche e dovrebbero consentire il “consolidamento compensativo degli apprendimenti formali”.

II Fase: Rinforzo e potenziamento competenze disciplinari e della socialità - Periodo: luglio-agosto 2021 con “attività C.A.M.PU.S. (Computing, Arte, Musica, vita Pubblica, Sport), ad esempio, che potranno costituire opportunità per riavvicinare il mondo della scuola ad attività particolarmente penalizzate durante la crisi pandemica. Per le attività motorie e sportive potrebbero poi essere realizzati contesti sportivi scolastici, con la collaborazione degli Organismi sportivi affiliati al Coni e al Cip, anche in prosecuzione di progetti già avviati”.

III Fase: Rinforzo e potenziamento competenze disciplinari e relazionali con intro al nuovo anno scolastico - Periodo: settembre 2021 con l’accompagnamento degli studenti alla partenza del nuovo anno scolastico mediante contatti personali e riflessioni, incoraggiati e sostenuti per affrontare la prossima esperienza scolastica.

Per consentire la realizzazione di questo imponente Piano strategico, saranno investiti circa 520 milioni di euro: 150 milioni di euro provenienti dal D.L. 22 marzo 2021, n. 41 (art. 31, co. 6) finalizzati a supportare le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado nello sviluppo di attività volte a potenziare l'offerta formativa extracurricolare, il miglioramento delle competenze di base, il consolidamento delle discipline, la promozione di attività per il recupero della socialità, della proattività, della vita di gruppo degli studenti; 320 milioni di euro dal PON “Per la scuola”, 2014-2020 con progetti di durata biennale finalizzati a promuovere il potenziamento delle competenze, comprese quelle digitali, nonché la socializzazione e lo stare insieme, l’inclusione per studenti con fragilità. Le attività possono essere realizzate dalle scuole anche in rete tra loro e con il coinvolgimento di Istituzioni ed Enti, pubblici, privati o del terzo settore; infine, 40 milioni di euro dal D.M. 2 marzo 2021, n. 48 (ex L. 440/1997) destinati all’incremento del Fondo per l’arricchimento dell’offerta formativa per iniziative progettuali volte a contrastare la povertà e l’emergenza educativa, a prevenire la dispersione scolastica e a ridurre la frattura fra le zone più avanzate del Paese e le zone più fragili, le periferie, le aree montane.

Questo è il Piano Scuola Estate; adesso si pensi al “ponte” prestando la necessaria attenzione alla sua progettazione, alla fase esecutiva, ai tempi e non per ultimo alla complessa realtà di una scuola.

Prima osservazione: viene sottolineato che “le ingenti risorse finalizzate dal Ministero dell’Istruzione sono destinate alle istituzioni scolastiche perché, con determinazioni degli Organi collegiali, siano definiti i piani di intervento più opportuni a favore dei propri studenti, in particolare quelli con preesistenti o sopravvenute difficoltà”. Qualcuno tra MI e OO.SS. si è chiesto chi si occuperà della realizzazione del progetto da proporre agli OO.CC., in quali condizioni emergenziali si trovano le scuole? Ancodis si chiede se è chiaro alle alte sfere ministeriali e sindacali che siamo alla fine di un complicato anno scolastico con scrutini ed esami da gestire, progetti in fase di svolgimento da completare, ATA con incarico a tempo determinato che andranno in ferie già a partire dalla seconda metà di maggio? 

Ancodis si chiede se è chiaro alle alte sfere ministeriali e sindacali che siamo alla fine di un complicato anno scolastico con scrutini ed esami da gestire, progetti in fase di svolgimento da completare, ATA con incarico a tempo determinato che andranno in ferie già a partire dalla seconda metà di maggio?

Seconda osservazione: è scritto che “l’adesione degli studenti, delle loro famiglie e dei docenti sarà su base volontaria e le iniziative delle Istituzioni scolastiche saranno declinate in ragione dello specifico contesto…”. Un complicato lavoro di programmazione e progettazione ad esclusivo carico delle scuole che potrebbe essere vanificato dalla non obbligatorietà alla partecipazione. Non si rischia di sprecare significative risorse altrimenti utilizzabili?

Terza osservazione: la Nota 643 ricorda a ragione che “l’autonomia delle istituzioni scolastiche assegna agli organi collegiali la responsabilità di individuare cosa fare e come farlo, nell'ambito degli ordinamenti generali dell'istruzione” e che “occorre realizzare un ponte fra questo anno scolastico ed il nuovo che andrà ad aprirsi”. Il “cosa fare” e il “come farlo” – fa rilevare il Presidente Cicero – “presuppone il chi progetta, segue i lavori, monitora, propone eventuali correzioni in fase di esecuzione, segnala criticità, si fa carico della vigilanza e della sicurezza in cantiere”. 

A Porta a Porta, il ministro Bianchi ha dichiarato che sono stati investiti quasi 510 milioni di euro per costruire un ponte tra la fine di questo anno scolastico e il prossimo.

“Facciamo notare con rispetto al Signor Ministro  - dichiara Cicero - che per fare un ponte solido e funzionale alle necessità occorre una squadra di professionisti guidata da un direttore dei lavori che - dalla progettazione, all’esecuzione fino alla messa in opera - si fa carico di attuare e mettere in campo tutte le azioni necessarie al completamento del progetto.” 

“Questa squadra di docenti  - continua il presidente Rosolino Cicero - ha una sua precisa identità riconosciuta in tutte le scuole nello Staff organizzativo e nello Staff didattico: si tratta - come ha chiaramente detto la ex Ministra Azzolina nella trasmissione In Onda del 30/7/2020 riferendosi all’imponente lavoro di programmazione della scorsa estate - di “figure eccezionali, che fanno un lavoro enorme nelle scuole” ma che ancora non hanno nessun riconoscimento contrattuale”. 

Le diverse migliaia di collaboratori dei Ds e le figure di sistema - “abitanti sospesi della terra di mezzo” (Venuti, 2020), che ”senza il generoso impegno l’attuale modello organizzativo formale (e didattico) non potrebbe funzionare” (Paletta, 2020), “docenti diversamente indaffarati” (Campione-De Anna, 2020) – sono consapevoli dell’importante e faticoso impegno al quale, come è avvenuto la scorsa estate, saranno chiamati insieme ai Ds e ai DSGA e, dunque, chiedono semplicemente di avere riconosciuto e valorizzato “quel diversamente indaffarato lavoro docente invece di mortificarlo entro un comune e anonimo contenitore incapace di ospitarne la flessibilità, la creatività, la variabilità di parametri organizzativi” (Campione e De Anna, 2020).

Il presidente Cicero fa rilevare, infine, che “dalle dichiarazioni del ministro Bianchi ancora non abbiamo sentito una sola parola di attenzione per le tante migliaia di donne e uomini che compongono questa squadra e che le esternazioni di segretari nazionali non inducono ad alcuno ottimismo! Non possiamo dunque non chiederci: se la squadra decidesse di incrociare le braccia, cosa ne sarebbe del magnifico ponte?”

ANCoDiS (Associazione che sostiene il riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei DS e delle Figure di sistema che lavorano nelle autonome Istituzioni scolastiche)

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