La presidente Ruscitto ha spiegato le motivazioni che hanno spinto la Pro Loco ad organizzare questa manifestazione di carattere sociale: «È un dovere morale, un momento per porre l’attenzione e per sensibilizzare la popolazione su determinate tematiche, avendo la Pro Loco obiettivi sociali oltre che istituzionali diversi e diversificati tra cui la promozione del turismo nel territorio e il recupero delle tradizioni andate perdute».
Nel suo intervento il sindaco Ciccone ha ringraziato la Pro Loco e l’Amministrazione comunale tutta per l’impegno profuso e Peppe Notte per la collaborazione fattiva nella realizzazione della panchina, aggiungendo: «Si parla di diritti e questo paese ha nel suo Dna questo valore, e da sempre gli dà importanza. La Giornata internazionale contro l’omofobia fu istituita nella data simbolica del 17 maggio del 2004 perché fino al 17 maggio 1990 l’omosessualità era considerata una malattia mentale, la legge fu in vigore solo dal 2004. Il 2 giugno prossimo le manifestazioni che il Comune di Macchiagodena organizzerà per la Festa della Repubblica, come quella di oggi, saranno dedicate ai giovani oltre che ai più deboli, a quanti sono considerati figli di un dio minore. La panchina multicolore si affianca al Monumento al Donatore e alla panchina dedicata a Gianni Rodari, già presenti in questa villetta, con il proposito di realizzare un vero e proprio spazio dei diritti umani, per la crescita sociale e culturale del Paese partendo dal borgo di Macchiagodena».
Molto sentito anche l’intervento dell’avvocato Fallica, testimone di impegno civile per i diritti civili: dalla legge 194 sull’aborto alla nomina di referente regionale per il referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia: «È assurdo parlare oggi di omofobia come evento “straordinario”, dovrebbe essere una ordinarietà, è evidente il ritardo del nostro Stato in merito a certi temi. Nella costituzione sono già presenti i diritti civili, andrebbero recuperati e fatti valere. In realtà non avremmo bisogno di alcuna legge. La regione Molise è la prima regione dove la legge 194/78 sull’aborto non trova applicazione. Io mi batto da sempre per fare valere i principi etici e morali della nostra Carta costituzionale e mi batto per la legge contro l’aborto e la legge contro l’eutanasia qui in Molise. La libertà di essere è l’affermazione di un diritto, non un evento clamoroso. C’è bisogno di iniziare una battaglia culturale per difendere i diritti di chi non li conosce».
L’evento domenicale è stato concluso con le due giovani ragazze, Benedetta e Sofia, che hanno scoperto la panchina arcobaleno, per dare un segnale in vista di un futuro migliore partendo proprio dalle nuove generazioni.
di Francesco Maienza
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