Sono attratta da queste manifestazioni che ancora hanno solide radici nei piccoli paesi. Soprattutto perché, oltre alla spiritualità insita nel gesto stesso di mettersi a costruire un presepe, mettendo in scena la natalità con tutti i suoi riferimenti sacri, troviamo anche l'abilità, la fantasia; a volte anche la genialità dell'inventarsi ogni anno qualcosa di nuovo e di particolare.
Vira Gambarogno stesso si presta alla disposizione delle opere, con le sue stradine strette in sasso, in salita; con anfratti e passaggi sotto le case. Ogni luogo viene coinvolto: dalle chiese, alla riva del lago. Proprio qui troviamo una barca ancorata, con a bordo, in grandezza naturale, Maria, Giuseppe e il piccolo pargolo. Non so cosa volesse rappresentare l'artista, forse solo il fatto che il paese è legato alla vita del lago. Personalmente ho percepito l'immagine come sovrapposta ai tanti disperati che tentano la via del mare in cerca di una vita migliore. In fondo la sacra famiglia è proprio quella che, nella sua storia, li rappresenta meglio; anch'essa migrante e in fuga.
Non voglio descrivervi oltre quanto potrete osservare coi vostri occhi, sentendovi un po' bambini e un po' turisti, in questo viaggio fra i presepi di Vira Gambarogno. Parlando con gente del posto ho proprio sentito la loro gioia nel condividere il loro lavoro artistico, aggiungendo quello che è stato il loro suggerimento: veniteci di sera, quando sono tutti illuminati, rendendo più preziosa la visita.
di Miriam Ballerini
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