Lorenza Morello: Draghi non è Coppi. Si permetta di votare chi dice Italy First

ROMA - Da italiana, non so se mi vergogno di più di ciò che è accaduto nelle ultime ore nelle aule parlamentari o di quanto ho letto per mesi sui maggiori giornali nazionali, che quasi mai riportava la realtà del Paese reale che implorava di essere ascoltato. Lo chiedevano i lavoratori durante il primo lockdown; lo chiedevano i parenti dei malati che vedevano sparire i propri cari dentro ospedali senza permesso di far loro visita; lo chiedevano i genitori costretti ad organizzarsi per una Dad che fino al giorno prima non sapevano nemmeno cosa fosse; lo hanno chiesto i portuali di Trieste poi vergognosamente licenziati; lo chiedevano i bambini ai quali per quasi un anno abbiamo vietato persino di andare sull’altalena; lo chiedeva chi si diceva contrario alla guerra e per questo veniva definito filo putiniano e messo alla gogna.

E infine si sono messi a chiederlo i danneggiati da vaccino, che altro non volevano che essere ascoltati e invece davanti a loro si ergeva il muro di disprezzo e derisione, quasi che uno (che aveva adempiuto a ciò che lo stato gli aveva detto di fare) dovesse vergognarsi di star male. Quasi che quella sofferenza fosse colpa sua. Ma, se non altro, per queste persone (e per quelle piazze che erano piene davvero) adesso pare aprirsi lo spiraglio di una vera commissione internazionale che farà finalmente chiarezza su cosa è scienza e cosa propaganda.

E in tutto ciò in queste ore si è consumata l’ennesima farsa politica dove ogni partito ed ogni soggetto coinvolto, nessuno escluso, ha chiarito a chiare lettere quanto l’interesse di quel Paese in sofferenza non fosse problema loro. Perché, vedete, se questo fosse stato a cuore al presidente Draghi lo stesso non avrebbe dismesso il proprio incarico forte di una fiducia, e avrebbe accettato di continuare trovando un vero nuovo patto -come propostogli dal centro destra- e non dicendo nei fatti che quello delineato dal Pd era l’unico scenario possibile.

E in tutto ciò, propaganda dal primo governo Conte al (pare) ultimo Draghi, i media mainstream hanno un’enorme colpa nella mistificazione della realtà. Perché, sia chiaro una volta per tutte, non è accettabile sentirsi dire che la sorte di un intero Paese dipende da un solo uomo, unico e insostituibile. Tanto più che le narrate piazze affollate “autoconvocate” si riducevano a quattro persone con due bandiere, altro che le folle che in questi mesi chiedevano democraticamente ascolto e venivano sfollate con gli idranti. E perché Draghi, il cui cv ogni due per tre viene portato ad esempio, altro non ha fatto tutta la vita che servire le logiche delle aziende di cui ha fatto parte.

Draghi non ha salvato l’Europa, ha salvato l’Euro. E non stava salvando l’Italia o gli italiani, perché chiunque paghi una bolletta o vada a far benzina o la spesa stava già vedendo da mesi il disastro economico in atto, con lui come presidente del consiglio. Draghi stava portando avanti le logiche atlantiste che da sempre gli stanno a cuore. Tanto è vero che agli italiani che chiedevano di non volere la guerra rispondeva mettendo al primo punto il rifornimento di armi all’Ucraina, non il sostegno alle famiglie e alle imprese che, come se non bastasse tutto il resto, stanno ricevendo i 50 milioni di cartelle esattoriali, in un Paese con un’economia talmente in crisi che le famiglie si stanno indebitando per affrontare il semplice quotidiano vivere, non certo per concedersi dei lussi.

Non è accettabile leggere, sentire o pensare che un Paese dotato di un patrimonio culturale e artistico senza paragoni al mondo, un Paese dove potremmo sostenere l’economia a mani basse solo facendo una seria politica del turismo e della accoglienza debba dipendere da logiche di oltre oceano o di istituzioni europee che vogliono mettere il bollino sulle nostre eccellenze Eno gastronomiche andando a snaturarne il valore.

No, Draghi non è Fausto Coppi “un uomo solo al comando”. Draghi è un presidente che gli italiani e gli stessi partiti non vogliono più, quindi adesso -se di politica e di bene nazionale qualcuno vuole ancora parlare- si riformi la legge elettorale visto che quella che c’è è incostituzionale (e dal 2005 ad oggi, nonostante un Napolitano bis chiesto appunto per riformare la legge, ancora nulla è stato fatto) e si permetta al popolo di votare realmente per chi ritengono degno di fiducia.

Perché in un Paese come il nostro, con tutto ciò che abbiamo di maestria, imprenditorialità e cultura, farsi governare da chi è ritenuto forte solo perché risponde a logiche altrui non è accettabile. Così come strumentali a queste logiche sono state le dichiarazioni di commiato del presidente Biden e compagnia (che tanto per non smentire ciò che dicevamo ringraziava Draghi per ciò che ha fatto per la guerra in Ucraina e il problema energetico - in piena contrapposizione, appunto, a quanto voleva la maggioranza degli italiani-).

L’Italia riprenda la propria dignità di stato autonomo e indipendente e, riformata la legge elettorale, voti qualcuno che crede in questo Paese e non in logiche d’oltre oceano. Gli italiani hanno tutto il diritto di avere un presidente così, e tutte le carte in regola per far tornare il nostro Paese una potenza mondiale e non una succursale di qualche finanziaria.

di Lorenza Morello (Avvocati per la Mediazione - Apm)

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