Riforma professione di guida turistica, disappunto dell'Angt

ROMA - L'Associazione nazionale guide turistiche, a seguito di quanto appreso dal resoconto della seduta presso la IX Commissione Senato del 25 ottobre 2023, esprime tutto il proprio disappunto per il mancato accoglimento delle proposte emendative al Ddl 833 di riforma della professione di guida turistica, presentate da senatori di diversi schieramenti politici e volte a tutelare le attività riservate alle guide turistiche. Prima fra tutte, la richiesta dell'obbligo della specializzazione abilitante per esercizio nel territorio regionale prescelto, livelli linguistici adeguati alla mediazione di contenuti complessi e limiti alle deroghe al possesso dell'abilitazione nei confronti del terzo settore turistico culturale. Nella seduta del 25 ottobre sono stati invece approvati emendamenti che stravolgono la ratio iniziale del Ddl, andando a ridurre le finalità dell'operare della guida turistica e lasciando spazio a sacche di lavoro non tutelato e spesso mal pagato: sono state infatti eliminate dal testo la finalità didattica della visita guidata svolta a favore di studenti, la necessità di utilizzare una guida abilitata per curare visite da remoto e persino la possibilità, per gli enti preposti, di sanzionare piattaforme o siti web che promuovano percorsi guidati da abusivi.

Angt estremamente preoccupata per il futuro occupazionale delle potenziali giovani guide

Angt, pur condividendo alcuni punti del Ddl 833, ha sempre espresso e continua ad esprimere la totale contrarietà nei confronti degli articoli che di fatto, istituendo una guida “generalista” con eventuale facoltà di specializzazione, liberalizza la professione non garantendo standard di qualità culturali e linguistici adeguati per lo svolgimento della professione stessa. L'Associazione nazionale guide turistiche è estremamente preoccupata per il futuro occupazionale delle potenziali giovani guide, che non possedendo da subito una adeguata preparazione, garantita a nostro vedere da una prima specializzazione territoriale e da un livello linguistico per la corretta comunicazione e divulgazione del patrimonio storico-artistico, si ritroverebbero in balia del mercato – soprattutto quello gestito dalle grandi piattaforme offshore - e delle sue logiche dove prevale l'interesse per il prezzo e non per il merito.

Una riforma che peggiora lo status quo e solo per una scelta politica tutta italiana

Le conseguenze pratiche di questo decreto sono evidenti: territori sguarniti di professionisti con una formazione consona alle richieste e alla tutela del consumatore, nessuna ricaduta economica sui territori e incentivo al turismo di massa, in contraddizione con quanto sostenuto dal Piano strategico per il turismo riguardo il turismo sostenibile e responsabile. Angt tiene inoltre a precisare che la professione di guida in Italia è regolamentata e le nostre richieste al Governo non vanno oltre gli obblighi che competono alle professioni regolamentate e a ciò che raccomanda il Pnrr e consente il diritto europeo. Dopo 10 anni di caos in cui la professione è precipitata a seguito dell’articolo 3 della legge 2013/97, durante i quali abbiamo avuto tante promesse per una riforma che riportasse la professione alla dignità che le dovuta e che è dovuta al Paese, ci ritroviamo con una “riforma” che peggiora -se possibile- lo status quo e solo per una scelta politica che è tutta italiana.

di Anna Bigai (presidente Angt)

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