Vinicio Capossela, dalla musica al cuore. Con Cristo che fa?

ISERNIA - Presente al concerto di Vinicio Capossela, al quale sono arrivata carica d'amore e di qualche aspettativa, per un cantautore che ho amato e amo per alcuni testi straordinari generati dal suo brillante talento. "Con i tasti che ci abbiamo", nome del tour che racconta le "tredici canzoni urgenti" dell'ultimo album, il cantautore si manifesta con un palco addobbato da una enorme luna centrale e un divano sulla destra, grossi candelabri suggestivi. Capossela si mostra al pubblico, che ha riempito per tre quarti l'Auditorium di Isernia, con un balletto sfrenato, o comunque così mi è parso, gli occhiali da sole, un cappello e un paio di pantaloni con un taglio che non avevo mai visto. "L''amore è rivoluzione" o ottomila frasi introdotte da Come, similitudini, metafore - e così andando - con le quali affronta i gravi problemi contemporanei, la guerra o l'amore o molti eccetera.

La malinconia se ne va con la canzone di cha cha chaf nelle pozzanghere

Le note ricordano per lo più altre note, non lasciano spazi a molte grandi intuizioni, nel dialogo col pubblico Vinicio fa quella cosa insopportabile di usare la parola "Fascismo" e metterla vicino a "resistenza", infilando nella coscienza la fastidiosa divisione tra buoni e cattivi, della quale liberarci, sostengo io. Poi mi ricorda uno dei motivi per cui sono qui, suona "Tanto non è l'amore che va via" e mi riporta a quel brillante brillante talento. Segue la bella canzone sulla violenza di genere, una canzone che funziona, e funziona perché affronta il tema sì con qualche ingenuità, ma anche con delle punte di grande intelligenza e piace molto al pubblico. Questo mi fa venire a mente quanto sia urgente, molto urgente, che oltre ad applaudire una bella canzone sulla violenza, si agisca quotidianamente e con convinzione e si dia il proprio contributo; penso ad altre sciocchezze sulla differenza tra quello che vedo e quello che vorrei vedere, ma questa è un'altra storia... In questo luogo e in questo momento la malinconia se ne va con la canzone successiva che parla di cha cha chaf nelle pozzanghere e fa venire voglia di ballare. Io non ho tanta voglia, perché sono ancora con la testa alle donne morte ammazzate e il cha cha chaf non mi conquista.

Capossela commuove per la capacità della musica sussurrata di arrivare al cuore

Sotto le pozzanghere c'è il fango, lascia intendere Capossela, e il cantautore introduce così un mestissimo brano sulla guerra e sui bambini, che mi ricorda ninnenanne già sentite ma davvero con testi che non si avvicinano, purtroppo, ai qualche volta straordinari di un passato non così lontano. Però lui commuove, per una capacità della musica sussurrata di arrivare al cuore sempre, in questo rivoltante momento, replica di tanti momenti, di migliaia di morti bambini che al più crudele degli uomini apparirebbero comunque inspiegabili, assurde e mentre ascolto vi scrivo con questi pensieri che mi attraversano, con il tonfo che fanno pensieri come questo e qualche lacrima che fa pensieri come questo; il pubblico applaude lungamente, siamo umani. L'enorme luna ora è illuminata, il senno è finito sulla Luna, si sa, e la follia è tutta sulla terra, ad Ariosto si ispira la canzone che ascoltiamo e che, insieme con la successiva, riesco a sentire con l'attenzione che si dà alla musica da accompagnamento, così mi rendo conto che è freddino in questo Auditorium e che forse dovrò accendere i termosifoni a casa.

Con "Che coss'è l'amor" e un altro suo meraviglioso brano tutti felici

Cambia cappello, ne ha ora uno a falda larghissima, metto la sciarpa, la canzone racconta di Ulisse, Tiresia sangue "ma è meglio sapere o non sapere quello che poi mi sporcherà.. se la donna mia mi aspetta se è fedele". Non mi convince, più che altro ho fame. Una canzone su Cristo, sul Povero Cristo e sulla guerra signora della Terra e riesce a convincermi meno delle precedenti ma una canzone su Cristo è difficile, una canzone convincente e illuminante e che non contenga banalità. È difficile, mi rendo conto. Mi ha punto una zanzara ma, Diavolo, una zanzara a novembre! Chiasso e frastuono nel brano che segue, banda municipale e invito ad accompagnare con le mani, delizioso, un po' Bregovic, ma dura troppo. Una zanzara a novembre, la grossa luna viene abbassata e fatta girare sul palco. Arriva "Che coss'è l'amor" e un altro suo meraviglioso vecchio brano e siamo tutti molto felici. Anche quelli che hanno fame e sono stati punti da una zanzara. a novembre. Sì.

di Greta Rodan

Ricerche Correlate

Commenti