PESCARA - Una prostituta dialoga con un suo cliente. Per discorrere di ciò che è lei stessa, donna, o parlare con quello che di lei appare agli altri nella società. Il senso di una rappresentazione teatrale molto intensa e forte quella seguita la sera di lunedì 4 marzo 2024 al Teatro Massimo di Pescara. Una Simona Cavallari libera in tutto, e tanto coinvolgente, si è espressa in “Dialogo di una prostituta con un suo cliente”, dal libro di Dacia Maraini; con l’attrice romana, da apprezzare la riuscitissima interpretazione del giovane attore Federico Benvenuto. Regia dello spettacolo affidata a Guglielmo Ferro, per una produzione presentata dalla Patagonia Pictures. Cavallari, in scena con un testo duro, profondo, è Manila, una meretrice che si intrattiene con il suo cliente. Del tutto evidente, nella quasi ora teatrale, l’irriverenza non solo della donna-mamma. La prostituta, pur essendo tale, rifiuta di ridurre il suo corpo a oggetto del desiderio del giovane in camera con lei.
Il corpo che è merce, nel caso di specie non deve apparire come merce
Arriva al pubblico che assiste allo spettacolo una figura femminile provata dalla vita, dalle umiliazioni, dal vivere giorni e giorni con privazioni di ogni genere. Ma Manila tenta comunque, con tutte le sue armi, di mettere in atto un’azione di sottomissione del giovane cliente. Un gioco duro – sul letto, sulla sedia, ovunque - conflittuale, certamente non alla pari per quanto riguarda le vite vissute dai due protagonisti sul palcoscenico. Cavallari, a tutti nota come la vicequestore Claudia Mares, in Squadra Antimafia Palermo oggi, conduce gli spettatori nell’universo femminile della prostituzione, facendo emergere o, meglio, lasciando intuire anche i molti misteri dell’animo umano. Il corpo che è merce, nel caso di specie non deve apparire come merce. Le riflessioni portano a spingersi oltre a ciò che appare, per addentrarsi nelle complessità sia femminili sia maschili. Naturali. Nostre. Di donne e di uomini. Passano davanti ai nostri occhi il femminismo, la rivolta della donna, e la politica degli anni Settanta, in tutta la universalità della figura di Manila.
Rifiuto e piacere come una partita a carte, in cui in alternanza calano le figure sul tavolo i giocatori
È chiaro che Manila si venda consapevolmente, perché ha un figlio da crescere, perché ha bisogno di soldi. Ma sa di essere una donna fragile, un essere umano, insomma. Come tutti, però, anche femmina completata dal desiderio: lasciato libero o contratto a ragione. Una Manila cosciente e decisa nel suo agire. Il giovane cliente, Benvenuto, studente che mostra quasi vergogna, un imbarazzo finto e reale allo stesso tempo. Un uomo che avverte intimamente il rifiuto e il piacere di Manila. Rifiuto e piacere come una partita a carte, in cui in alternanza calano le figure sul tavolo i giocatori. Il rapporto tra la prostituta e il suo cliente è quello che si può prefigurare essere anche oggi, in passato come sempre, come domani: quello tra una donna e un uomo. Dal testo di Dacia Maraini il pubblico ha visto portati sulle tavole del Massimo pescarese non tanto, o non solo, una donna forte ed emancipata, ma un incontro tra anime contemporanee.
Il rapporto tra l’universo maschile e femminile
“Dialogo di una prostituta con un suo cliente”, con Cavallari e Benvenuto è uno spettacolo attuale, che indaga il rapporto tra l’universo maschile e femminile, intriso di mistero e ambiguità. La normalità di qualunque giudizio moralistico, che potrebbe giungere immediato, lascia il passo all’amore di una madre per il proprio figlio, a una donna, Manila, che rivendica la libertà delle sue scelte. Impeccabile è stata l’interpretazione dei due protagonisti, i quali hanno ben reso l’intensità e le psicologie dei personaggi, il loro incontro-scontro e la loro unione di anime e corpi.
di Istrid Beccanti
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