Artificial Intelligence Revolution, studio di Intesa Sanpaolo

TORINO - Una panoramica dello stato attuale dell’intelligenza artificiale e delle sue prospettive è fornita dal Rapporto “Artificial Intelligence Revolution” realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con l’Associazione Italiadecide e presentato alla Conferenza che riunisce periodicamente a Torino i maggiori esperti mondiali della materia. Intesa Sanpaolo Innovation Center è la struttura del Gruppo che esplora i nuovi modelli di business per creare gli asset e le competenze necessarie a supportare la competitività del Gruppo e dei suoi clienti e agire da motore e stimolo della nuova economia in Italia, in particolare nei settori più avanzati, l’intelligenza artificiale e l’economia circolare. È un acceleratore di impresa che promuove l’innovazione rivolgendosi all’ecosistema delle startup innovative per sostenerle nei loro percorsi. Contribuisce inoltre in generale alla diffusione della cultura dell’innovazione attraverso varie iniziative.

Sistemi in grado di interagire con gli esseri umani in linguaggio naturale

Secondo le stime internazionali più accreditate nel 2030 il 30% dei posti di lavoro nel mondo sarà automatizzato. L’economia nel suo insieme ne beneficerà in termini di efficienza e produttività, e d’altra parte, a fronte dei posti di lavoro scomparsi, nasceranno nuove professioni e nuovi mercati. Gli investimenti in robotica toccheranno nel 2025 nel mercato globale dei sistemi IA quasi 60 miliardi di dollari. I robot però non sostituiranno l'uomo: piuttosto incominceranno a lavorare in sinergia con l'essere umano. Un robot è inferiore all’uomo per empatia, sensibilità e destrezza fisica, ma è superiore per precisione e rapidità. Questa collaborazione è già iniziata e i dati dimostrano che un team uomo-robot ha una produttività dell’85% superiore a quella di team di soli uomini o di sole macchine. Genericamente, per robot si intendono in realtà tutte le forme di tecnologie di automazione, dai robot fisici agli assistenti virtuali, ai sistemi in grado di interagire con gli esseri umani in linguaggio naturale.

Sistemi intelligenti per irrigazione e trattamenti con pesticidi

Per loro natura alcune attività sono più soggette a essere rimpiazzate o fortemente supportate dall’intelligenza artificiale: quelle che richiedono compiti ripetitivi, assemblaggio e manipolazione di oggetti, ma anche in una certa misura attività come assistenza clienti, assunzione di personale, amministrazione. Meno soggetti sono invece quei lavori che richiedono intelligenza sociale e capacità di negoziazione, relazione, collaborazione, creatività, p. es. psicologi, sociologi, personale sanitario, artisti, manager. L’IA è nei settori: agricoltura: sistemi intelligenti per irrigazione e trattamenti con pesticidi e fertilizzanti, monitoraggio del bestiame, macchinari agricoli dotati di sensori, controllo del clima nelle serre automotive: auto con  guida autonoma, interazione col sistema di infotainment mediante linguaggio naturale o a gesti finanza: modelli di pagamento innovativi, roboadvisor, cybersecurity sanità: diagnosi per immagini, gestione delle emergenze, ricerca genetica, apparecchiature indossabili per rilevare parametri medici industria manifatturiera: cobot (robot progettati per lavorare insieme con l’uomo), rilevazione e prevenzione di anomalie produttive, cambio di programmi di produzione.

Primo veicolo a guida automatica 10 prima della nascita di Google

Si prevede che i bambini cambieranno almeno sette lavori nel corso della loro vita, cinque dei quali non esistono ancora. Per gestire queste trasformazioni epocali occorre continuare a sviluppare con la formazione le capacità che vengono riassunte nella letteratura anglosassone con l’acronimo STEAM - science, Technology, Engineering, Art, Maths, in cui si aggiungono, al bagaglio tecnico-scientifico, le arti, più in generale le scienze umanistiche, per la loro capacità di sviluppare il pensiero creativo e la progettualità. Nel rapporto “Artificial Intelligence Revolution” una sintesi di realtà e prospettive di questa nuova tecnologia destinata a cambiare molti paradigmi della vita economica e sociale. È dalla fine degli Anni '80 che l’intelligenza artificiale trova spazio nelle Università italiane e nei centri di ricerca. In poco tempo Genova, Milano, Torino, Roma e Trento diventano poli di innovazione su scala internazionale. Né va dimenticata l’Università di Parma, che partecipò alla Mille Miglia 1987 con il suo primo veicolo a guida automatica, 10 prima della nascita di Google, oggi punto di riferimento del settore.

Servizi che forniscono informazioni su abitudini dei consumatori

L’ampia presenza di istituti di ricerca pubblici e privati e la vivacità del sistema delle Pmi sono segno del potenziale italiano. Va poi aggiunta l’attività di numerose startup impegnate in campi come elaborazione del linguaggio naturale, visione computerizzata e riconoscimento di immagini, machine learning (capacità dei computer di imparare senza essere programmati),  big data, robotica avanzata, supercomputer e  computer quantistici. L’intelligenza artificiale può continuare a recare grandi vantaggi di competitività al made in Italy esaltandone le caratteristiche di eccellenza. L’alta richiesta di prodotti personalizzati e la necessità di lasciare spazio alle idee hanno bisogno di tecnologie capaci di occuparsi da sole delle fasi organizzative e produttive. Esistono l'automazione dei processi industriali e le fabbriche intelligenti su base IA, con prodotti di uso comune che trovano nuova vita e nuovi impieghi: controllo a distanza, delle apparecchiature domestiche, sicurezza, monitoraggio di illuminazione, temperatura, consumi energetici, ideazione di servizi che forniscono informazioni su abitudini dei consumatori e modalità di uso dei prodotti, in grado di migliorare sensibilmente il rapporto coi clienti. Il rapporto si conclude ricordando che serve fornire mezzi per continuare a rafforzare il trasferimento di tecnologie e informazioni tra università, enti di ricerca, industrie e promuovere ancora di più una pianificazione strategica a livello nazionale per l’IA. Bisogna aumentare la consapevolezza delle Pmi e fornire sempre più mezzi per abbracciare il cambiamento, decisivo per la loro sopravvivenza e il loro successo continuare a promuovere senza sosta la conoscenza dell’IA presso l’opinione pubblica, in particolare giovanile.

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