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Compagnia carabinieri Catania Fontanarossa |
CATANIA - Su delega della procura della Repubblica presso il tribunale di Catania, i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Catania Fontanarossa hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Catania, nei confronti di Cristian Rungo (classe 2000), Paolo Simone Scuderi (classe 1989), Orazio Guerino (classe 2003) in quanto , gravemente indiziati , seppure in una fase che non ha ancora consentito l’intervento delle difese , di avere posto in essere , in concorso tra loro , il delitto di tortura di cui all’art.613 bis c.p.. L’attività investigativa, sviluppata nei primi giorni del mese di giugno 2025, ha reso avvio a seguito della ricezione di attendibili informazioni riservate, le quali hanno trovato immediato riscontro grazie a una serie di mirati interventi condotti dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Catania Fontanarossa nel quartiere Villaggio Sant’Agata, area urbana in cui da anni si volge spaccio di sostanze stupefacenti.
Vittima legata a una sedia e poi percossa con un frustino
I militari dell’Arma dei carabinieri, su delega della procura, hanno dispiegato una mirata attività di indagine , in esito alla quale sono stati acquisiti gravi indizi e individuati i presunti autori del fatto. In particolare, grazie al sequestro dello smartphone in uso al Rungo, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altro procedimento, sono stati acquisite, previa estrazione forense dei dati in modalità full file system, registrazioni video di atti di violenza risalenti al 29 maggio 2025 e recuperati altri frame rappresentativi del contesto della condotta delittuosa. Per quanto emerso nel corso delle indagini, pur nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, i tre indagati avrebbero preso parte, con diversi ruoli, ad una brutale aggressione avvenuta all’interno di una stalla abusiva, in danno di una vittima, a sua volta coinvolta nel traffico di stupefacenti, che sarebbe stata legata a una sedia e poi percossa con un frustino e a mani nude e al contempo costretta a subire la rasatura del capo e delle sopracciglia, allo scopo di punirla per un presunto ammanco di denaro riconducibile allo spaccio di droga. Gli elementi raccolti hanno quindi consentito alla procura della Repubblica di richiedere e ottenere dal Gip presso il tribunale di Catania l’emissione di una misura cautelare, in forza della personalità dei soggetti coinvolti e del concreto rischio di reiterazione di reati della medesima specie, misura poi eseguita, con la traduzione, ultimati gli adempimenti procedurali, presso la Casa Circondariale di Catania piazza Lanza.
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