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Dal video Ambra, di Giovanni Petta |
CAMPOBASSO - Ambra è il secondo singolo di Giovanni Petta, dopo Groenlandia, dell'album che uscirà nel mese di dicembre del 2025. Arrangiamenti e produzione di Matteo Passarelli; testo e musica di Giovanni Petta. Petta è nato e vive in Molise. La sua esperienza artistica si è sempre mossa in vari campi della scrittura. Ha pubblicato raccolte poetiche, scritto articoli per varie testate ed è stato coordinatore dell’edizione regionale del giornale quotidiano Il Tempo. Nel campo della musica è stato allievo di Mogol e ha pubblicato diversi dischi, uno dei quali dedicato al Molise: «Il bivio di Sessano». Tra i suoi romanzi "Acqua" e "Cinque". I suoi racconti sono pubblicati su diverse riviste letterarie.
Petta, ci faccia entrare un po' nel suo ultimo lavoro discografico. Chi è Ambra?
«Ambra è una donna che volevo raccontare da tanto tempo. E non c'ero mai riuscito. È una donna che ho cercato di inserire nei miei romanzi, inutilmente; di fermare con la poesia, senza risultato. Finalmente sono riuscito a cristallizzarla in una canzone. Mi ha sempre affascinato. Forse perché non ho mai capito se sa cosa vuole dalla vita. Questo davvero non lo so... ma ho sempre avuto la certezza che sapesse cosa pretendere dal giorno, cosa cogliere nel presente. Autonoma. Autrice di compromessi intelligenti, di azioni capaci di migliorare le situazioni umane e professionali, di silenzi necessari, di vicinanze silenziose e profonde, di umanità vera. Solo quando la canzone era finita, mi sono accorto di non aver scritto niente del suo aspetto fisico... appena un verso per lo scintillio dello «sguardo di gennaio»... Forse perché la sua bellezza è nel movimento dell'aria che attraversa, nelle parole che escono dalla sua bocca, nella luce che accarezza la sua pelle, nel suo porsi agli altri, il regalarsi al mondo».
Perché lei tiene molto a questo suo nuovo progetto?
«È davvero difficile cantare una donna così. Ci ho provato e spero che piaccia. È il secondo singolo di quel disco di undici canzoni che uscirà prima di dicembre. All'uscita di «Groenlandia» avevo già comunicato che stavo lavorando al mio ultimo (?) disco. È un progetto a cui tengo molto perché questa volta non ho scritto solo i testi ma anche le musiche dei brani, tranne una. Tengo molto a questo lavoro anche perché ho voluto e avuto accanto un arrangiatore giovane, Matteo Passarelli, diplomato in composizione, direttore d'orchestra e insegnante al Cet di Mogol. Un produttore che viene, più o meno, da dove vengo io e che, nello stesso tempo, ha la metà dei miei anni».
Coinvolti anche i suoi figli Antonio Enrico ed Eleonora...
«È un disco importante anche perché ho condiviso con i miei figli molte fasi della sua realizzazione. Antonio Enrico è l'autore della copertina di «Groenlandia» e forse progetterà quella dell'intero album. Ha suonato spesso con me, alla chitarra, le canzoni del disco così che io potessi cantarle meglio o capire le modifiche da apportare. Eleonora ha scritto le musiche di «Qualcosa che arriva», brano che potrai ascoltare a novembre. Insieme, sono stati capaci di consigli efficacissimi che, purtroppo, non sempre sono stato in grado di seguire».
Questa sua nuova musica rappresenta anche una sorta di augurio?
«L'album che uscirà tra qualche mese sarà intitolato «Gli strumenti migliori», una sorta di cassetta degli attrezzi per vivere la contemporaneità, per riparare le crepe di disumanità tanto evidenti, per difendersi dalla quotidianità e proporre qualcosa che possa farci sentire ancora umani, per raccomodare l'esistente e tessere un progetto nuovo. Ecco, per ora, «Ambra», da ascoltare qui youtube.com/watch?si=iq5fHnbtUgAiPhgs&v=Kh015FxyKhc&feature=youtu.be . Per un buon ascolto. Come augurio di un mondo diverso da quello in cui siamo».
di Istrid Beccanti
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