Voglio la verità sull'Alzheimer. Caro papà, è difficile a quest'ora della notte farti "sopravvivere"
TORINO - La verità sull'Alzheimer. Caro papà, e' difficile a quest'ora della notte trovare soluzioni per farti "sopravvivere". Anzi, mi correggo. La sopravvivenza a me non interessa. quello che conta è una vita dignitosa, che una malattia come l'Alzheimer ti ha portato via nell'arco di una notte. Quattro mesi "feroci", una discesa agli inferi sarebbe stata più facile. Quattro mesi di notti, trascorse a studiare interi trattati di medicina, appunti di convegni, ricerche, dove tutto diventa la miseria del niente; dalla vitamina miracolosa, all'olio di palma, e l'assenzio in gocce, ma una cura miracolosa non c'è. E se esistesse davvero una cura? Se tutti tacessero? Perché è vero che un malato di Alzheimer "pesa" sulla sanità pubblica, ma è altrettanto vero che su questi pazienti campano migliaia di Istituti gestiti da Cooperative Caregivers, un ginepraio che sottopaga infermieri e personale.
E poi c'è il "magna magna" degli Istituti di Ricerca, e delle fottutissime case farmaceutiche etcc etcc. Lobbies e mafie che speculano alla grande su malati e famiglie.
Cinquantaquattro euro al giorno (le altre 54 le paga l'Asl), per la modica cifretta di 3.350 euro al mese per restare in una struttura, con un letto con le sponde, e senza nemmeno la televisione (perché mi è stato spiegato che tanto nessuno di voi pazienti capisce più niente). Eccerto, sedati "come cavalli", così non rompete i coglioni agli operatori, con una molecola che si chiama quietapina, un potente antipsicotico che agisce sui recettori neurotrasmettitoriali. Una volta questo farmaco si dava in caso di schizofrenia....
Vi ho detto tutto. Tre ore di fisioterapia, colazione, pranzo e cena e poi alle 19 tutti a nanna. Ogni volta che varco la soglia della struttura (all'inizio sembrava la migliore delle soluzioni) io mi sento morire, ma non ho tempo per calcolare il dolore. E' la tua fragilità papà che mi spaventa. Potrebbero farti le cose peggiori e tu non saresti in grado di raccontare. E la notte? Che cosa accade dentro quelle quattro mura, la notte? Sei solo, hai paura, hai freddo, chi ti aiuta? Questo è il mio tormento...
Io voglio la verità su questa malattia. La voglio per mio padre, e per tutte le famiglie che vivono la stessa nostra disgrazia.
di Michela Farabella
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