Da una Favola Armena. Forse c'era una volta una farfalla che volle credersi Principessa e un istrione che diventò Aquila

ROMA - Non smettere mai di essere tu una luna quando la luna è coperta dalle ombre. Forse c'era una volta una farfalla che volle credersi principessa... Incontrò un istrione che era un'Aquila... Cominciò un destino.. Non una storia... Un giorno vi racconterò cosa è una storia e cosa è un destino... Ma bisogna sempre ascoltare per non perdersi nel bosco o per dare un raggio di Sole al buio del bosco... Allora. Si comincia. Non c'è teatro e neppure scena e retroscena ... Tutto d'un fiato le parole e le parole poi diventeranno silenzio.

Principessa, lei non è fatta per possedere una farfalla o per seguirla o per rincorrerla. Lei è una farfalla! Ma le farfalle conoscono la cerca dell'amore.
Nel tempo dell'amore trovato la farfalla resta nella carezza di una rosa bianca o blu. Principessa, lei è una farfalla, ma io non sono un gabbiano sul filo degli orizzonti. Io resto quello che sono sempre stato: L'Aquila.
Le Aquile volano oltre le nuvole e sempre da sole intrecciano il vento e quando nel loro planare piano toccano la cima di una palma sfidano la pioggia. Principessa, lei è una farfalla. Come io sono un'Aquila. Entrambi sappiamo l'amore e ne conosciamo i viaggi gli incavi i sortilegi. Ma bisogna toccare la profezia per non essere toccati dall'invidia degli dei. E se tu sei la magia come quella che portava negli occhi Calipso, io sono l'alchimia come quella vissuta da Crepuscolo sul Mare o dal dio del Sole.
Principessa, forse c'era una volta una danzatrice nuda che danzava su cocci di luna e recitava il Canto dei dervisci. Forse? Quella danzatrice solca le rughe dell'Aquila. Forse c'era una volta un'Aquila che si era fermata ad osservare lo sguardo di un marinaio stanco appoggiato sui resti di una zattera. Inavvertitamente una farfalla si posò sulle sue mani. Poi sostò tra i suoi capelli intrecciati di salsedine. Il marinaio smise di fumare l'ultima cenere di tabacco della sua pipa e cercò con un dito di giocare con la farfalla.

La farfalla non volò via. Agitò il suo ventaglio e rimase lì. Il marinaio, che conosceva la pazienza e la solitudine, le acque e i naufragi, il dolore e l'armonia del silenzio, sorrise soltanto. Forse? L'Aquila disse alla Principessa farfalla: Ci sono profezie che diventano provvidenze. E la Principessa farfalla rispose all'Aquila: Io ho sempre creduto ad un amore senza dissolvenza.
Quell'incontro fu il destino. Il destino restò in quell'incontro. Forse c'era una volta una canzone: Non smettere di afferrare il vento... Non smettere mai ..
Non smettere di ascoltare il silenzio che ha parole di sabbia... Non smettere mai... Non smettere di portare in te il deserto il mare e il Sole... Non smettere mai... Non smettere mai di confessarti alla luna e quando la luna è nascosta dall'ombra di una nuvola fai in modo di essere tu luna oltre le ombre... Non smettere mai!
(da una Favola Armena: Forse c'era una volta una farfalla che volle credersi principessa e un istrione che diventò Aquila).

di Pierfranco Bruni

Ricerche Correlate

Commenti