Nicola Gratteri e la scuola italiana. E gli insegnanti che redigono progetti per soldi, ragazzi "avatar" o "mafia"

CROTONE - Nicola Gratteri, magistrato impegnato in prima linea contro la 'ndrangheta e uomo di una terra, la Calabria, che vive un momento tragico per la crisi dirompente che semina incertezze di un futuro svanito tre le nebbie. E' da anni che Gratteri ha aperto le porte della conoscenza sulla 'ndrangheta, un fenomeno che è ben radicato sul territorio, che si alimenta di norme e regole tutte famigliari ed è per questo quindi che diventa impenetrabile e talmente ben strutturato da poter estendere i suoi tentacoli anche al di fuori dei confini regionali e primeggiare negli affari di ogni tipo. Nicola Gratteri che quotidianamente vive sotto scorta, è come un monaco certosino.

Attento a tutto quello che si muove in questo angolo sperduto di mondo, uomo prima ancora che magistrato, in grado di capire comportamenti e modi di essere per arginare questa piaga sociale che potrebbe essere fermata, in base alla sua esperienza, soprattutto con l'azione della scuola e della famiglia. Una ricetta antica che potrebbe addirittura risultare paradossale, considerando che la 'ndrangheta ha la sua struttura portante proprio nelle famiglie, le quali sono regolamentate da rapporti di consanguineità prima ancora che di giuramenti ed ordini da eseguire per la sopravvivenza della specie.
Il magistrato non ha dubbi e sa perfettamente che l'unico modo per rispondere a tanta tracotanza e arroganza è l'Istruzione. Fa una netta differenza tra istruzione e cultura e afferma una grande verità sul fatto che la scuola, più che un luogo di sapere e confronto tra generazioni, che oggi più che mai hanno perso il senso del dialogo, sia ormai diventata un "progettificio". Gli insegnanti redigono progetti più che insegnare, per avere alla fine dell'anno quei 200-300 euro e i ragazzi una volta tornati a casa se appartengono a famiglie "normali" si mettono su Internet o giocano con gli avatar dei telefonini, se appartengono ad una di mafia si nutrono di quella mafia che finirà per contaminarli.

E' necessario che i ragazzi stiano più tempo possibile a scuola con insegnanti assunti e non sacrificati sull'altare dei tagli, per un motivo semplice: parlarsi e confrontarsi. Un saggio Nicola Gratteri che indica la strada da seguire per uscire fuori dalla palude dell'indifferenza, da questo senso inconsapevole  dell'incomunicabilità e del sapersi ritrovare intorno ad un progetto di vita in comune.

Gandhi guidò la sua rivoluzione in nome della moralizzazione della politica. E' arrivato il momento anche per noi di intraprendere una via analoga. I grandi valori come la democrazia, il bene comune, il senso di appartenenza ad una collettività capace ancora di sognare, non possono perdersi nel porto delle nebbie dal quale non riusciamo ad uscire per andare in mare aperto.
Fino a quando avremo magistrati ed uomini come Gratteri possiamo sperare in un cambiamento.

di Antonella Policastrese

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