Pia Di Marco sfoglia i Diari delle Donne, per voi entra ed esce dalle loro vite. Terzo racconto: Miss Scarlett
ROMA - Dal Diario di Esther. Terza puntata. Giovedì 23 aprile, h. 01.08. Ho ritrovato un mio vecchio diario di quando avevo dodici anni, è del 1935. Ma sembra scritto da un’altra. Era per sicurezza, se fosse capitato tra le mani di zia Bruna, avrei sempre potuto dire che era il quaderno degli appunti d’Italiano, brani copiati, lei non era in grado di afferrare lo stile. In compenso, sapeva riconoscere le bugie, ti frugava nell’anima come nella vagina (Dio, se ripenso alle ispezioni che mi faceva per sapere se ero ancora vergine). Però non avevo altri mezzi, se l’avessi nascosto, l’avrebbe trovato, tanto valeva lasciarlo lì, fra i quaderni, e scriverci dialoghi. L’ho copiato da Guerra e Pace, dai Fratelli Karamazov: avrei potuto dirle qualsiasi cosa.
- Questa argenteria è raffinatissima, e che bella casa, mobili antichi, quadri preziosi. Proprio bella. È la sua mamma che la manda avanti.
- No, è la zia Natasha Rostova, insieme alla zia Marja Bolkonskaja. Poi c’è anche lo zio Fëdor Dostoevskij, che è disoccupato. Io qui sono Cristo fra i Dottori, mi sono perduta tra la folla, queste pie donne mi hanno accolta nel tempio – vede che tempio ricco? – e mangio a sbafo dando lezioni di sapienza, e loro in cambio hanno dedicato la loro vita a me, Natasha e Marja non si sono nemmeno sposate per farlo nel modo migliore.
- Ma cosa mi racconta signorina Karenina? Mi meraviglio di lei. Ha dodici anni e ancora si diverte a inventare storie.
- Non sono affatto storie, Miss Scarlett, è la realtà. Mia madre era a Madrid e ascoltava Boccherini, che trovava noiosissimo, ma siccome è roba dei signori, diceva che è bellissimo. Conosce “La musica notturna delle strade di Madrid” di Boccherini? Proprio questo ascoltava, e tutta la follia dei soldati più arroganti, dei mendicanti ciechi, dei cantanti girovaghi è fluita nelle mie vene. Poi sono diventata la Meniña.
- Ma signorina, lei non è un mendicante cieco.
- Deve sapere, cara Miss Scarlett, che non sono un mendicante cieco solo perché il parto è avvenuto a Miranda de Arga, se fosse stato a Madrid, come doveva essere, sarei diventata anche un soldato, perché no? Però io sono la Meniña, e sono anche Cristo. Scusi ma io la guardo e rido, fra me e me, di tutti i suoi ‘of course’, del suo prudente ‘my Dear’, dei suoi ridicoli ‘oh, my God’. Lei non lo sa, ma io sono l’ostaggio delle pie donne che credono che io sia Cristo, che sia la Meniña, e fanno l’impossibile per continuare a credere nel mio Grande Avvenire, mi mettono figure come lei alle costole, e come la delicatissima Mademoiselle Colette. Vogliono che profetizzi in inglese, in francese con perfetta pronuncia (quanto più è da lingua madre la pronuncia, tanto meno ci capiscono loro quando le benedico. Questo le esalta.
- Miss Kerenina, have you a cup of thea?, to make a break?
- E al Parini? Miss Scarlett, ha idea di che cosa possa significare per la figlia di NN andare al liceo ginnasio Parini, il più “in” di Milano? Mi creda, è peggio che avere LA LETTERA SCARLATTA cucita sul petto e sulla schiena. Sembra che si divertano ...‘che lavoro fa tuo padre?’ Tutte, sempre la stessa domanda idiota. E io cosa posso rispondere? Mio padre sta nei Cieli, è un vegliardo, ha mandato l’angelo a inseminare mia madre che pregava nella sua stanzetta di servizio.
- Sorry signorina, but I don’t understand.
- Vede Miss Scarlett, da noi, le donne da marito stanno nelle stanze della servitù in attesa del futuro sposo, si sdraiano come le Veneri di Tiziano sulla branda e aspettano. Prima o poi arriva l’angelo o la pioggia d’oro, o il cigno. O il Professore. Io l’ho visto il Professore, un paio di baffi e un naso che non le dico. Però nessuno deve sapere. NN, capito? In confidenza, ho visto anche la Signora del Professore.
- What? He’s married?
- Yes, Sorry. L’ho vista solo in fotografia, ma che distinzione, che stile, una granduchessa. Brutta come la fame, sefardita che di più non si può, un naso anche lei! E vuol saperla tutta? La mia mamma l’ha talmente odiata in quei nove mesi spagnoli che è riuscita a farmi quasi uguale a lei, non del tutto, per fortuna.
- Oh, my God!!!
- Ma lo ha conosciuto anche lei il Professore, è quel vecchio col monocolo che le ha fatto l’esame per sentire se il suo accento era abbastanza oxfordiano da farla degna di insegnare l’inglese alla Meniña. E’ per lui che le pie donne mi mandano al Parini e mi fanno esercitare in inglese e in francese, e ora arriva anche il Bechstein ¼ di coda e il Conservatorio. Con queste mani, Miss Scarlett, con queste mani piccolissime devo torcermi ‘per prendere l’ottava’. Insomma non si bada a spese per il mio Grande Avvenire e le pie donne sanno come comprare Dio. Basta torturare la figlia.
NN Miss Scarlett, mi raccomando, NESSUNO, intesi?
Fine terza puntata
di Pia Di Marco
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