Carlo Vighi e Monica Daccò: l'arte con una lingua nuova, funzionante e innovativa. Ipercontesto è a Pietra de’ Giorgi

PIETRA DE' GIORGI - Quello dell'artista Carlo Vighi è un vero e proprio progetto. Carlo Vighi non cerca consensi ma interlocutori, non propone soluzioni ma dubbi. Domande. Quelle che si fa e ci fa. Costruisce dialoghi con il linguaggio che conosce: quello dell'origine e della storia dell'arte. Non racconta emozioni ma propone ipotesi. Carlo Vighi introduce il tempo nelle schegge di attimi e per farlo usa lo spessore della materia. Conosce il percorso dell'arte per averla sperimentata. Tecniche e idee funzionanti ottimizzate scientificamente sempre in bilico tra "un per sempre" o un "mai", che sono poi la stessa cosa di un tempo infinito. Ogni quadro è una frase di un complesso progetto che costruisce curandone i dettagli, senza strappi, senza urli, in una misurata e calibrata serenità semantica che solo chi ha dubbi riesce ad esprimere.

Usa il colore come la punteggiatura della sua frase, per sottolineare un'intenzione che non è mai definitiva; aggiunge materia per rendere solido un pensiero che,nella quasi tridimensionalità, annuncia lo scorrere del tempo e perciò del cambiamento continuo.

Ripercorre i canoni classici della bellezza sfiorando l'equilibrio cromatico e formale che descrivono un attimo e che si trasformano ad ogni sguardo senza mai piegarsi alla staticità. Cita i grandi dell'arte contemporanea, i maestri dell'informale come Tapies da cui assorbe la spiritualità della materia, ma anche Burri e Pollock rielaborando con originalità il rapporto tra oggetto e soggetto che entrano in sintonia perfetta.

Tutto è movimento nelle sue opere, tutto si muove verso, ma in verticale, dentro e non fuori da chi guarda, attraverso un linguaggio nuovo e funzionante, senza inquietudini, mai definitivo, in attesa di un confronto, pronto a rimettersi in gioco nell'opera che segue con il racconto di una proposta che funziona e procede come lo storytelling di un romanziere che intreccia temi per raccontare la sua storia con la logica del senso e perciò del bello.

Il grandioso progetto dal titolo “Ipercontesto” di Carlo Vighi - riporta il comunicato stampa - è frutto della felice collaborazione con la dottoressa Monica Daccò, ricercatrice in Filosofia e consulente di Comunicazione che costruisce insieme con l'artista la trama spirituale e meditativa del racconto.
La passione e la competenza della studiosa coincidono perfettamente con la gestualità e la capacità espressiva del maestro, creando una sinergia completa nell’evoluzione del percorso.
Insieme inventano una lingua nuova, funzionante e culturalmente innovativa. Partendo da radici filosofiche il percorso si sviluppa in 8 sezioni autonome (Relazioni-Strumenti-Pólis-Mito-Tracce-Labirinti-Materia e Linguaggio) che formano l’insieme dell’intero pensiero.
L’elaborazione di “Ipercontesto” verra’ esposta dal 16 al 19 giugno 2016 nelle sale del Cantinone Medioevale nel Palazzo del Municipio di Pietra de’ Giorgi (Pavia) e sara’ illustrato dagli autori con un incontro pubblico volto a dialogare con gli interessati.

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