I volti delle emozioni. Riso, sorriso e malinconia nel Novecento letterario italiano, Pierfranco Bruni presenta Pasquale Guaragnella

COSENZA - Si vive tra i silenzi e le parole. Troppi silenzi troppe parole. Basta guardarsi in uno specchio per definire tutto. Parlo di letteratura e parla di vita. Ormai non so fare altro. Oddio, lasciamo perdere questa mia caduta… Forse l’amore, alla mia età, cerco di viverlo con impegno e con devozione. Ci vuole fantasia. Ma è nella vita che occorre fantasia, mistero, segreti. La letteratura ha bisogno della esperienza di esistere. La vita è una esperienza che ha bisogno di recuperare quotidianamente il senso della memoria e dell'immaginario. La scrittura ci offre un dono. Il dono della ambiguità. Noi possiamo scrivere anche ciò che non pensiamo. Che fingitore lo scrittore... Ma lo scrittore dice anche le verità che nessuno vorrebbe sentire. Abita la finzione e la verità. Dove sta la finzione? Nella verità. E la verità? Nella finzione. Siamo in un gioco indefinibile. Ecco perché i volti delle emozioni sono nelle parole tra il riso, il sorriso e la malinconia. Nella letteratura i volti sono l'essenza del maestoso senso della metafisica dell'anima.

Ho letto con attenzione il libro di Pasquale Guaragnella dal titolo affascinante: “I volti delle emozioni. Riso, sorriso e malinconia nel Novecento letterario italiano”. Non si poteva che dare l’incipit a Pirandello. È un libro che ha molto fascino. Non solo per i temi trattati ma anche per il linguaggio che attraversa tutte le pagine. Il misterioso incanta perché è la letteratura che intreccia il sorridere delle nostalgie e all’interno di questo percorso ci sono i viaggi e l’esperienza.

Pirandello come punto di riferimento. Ma da questo porto sicuro si parte per superare ciò che è stato il naturalismo e anche il verismo. De Roberto è un altro esempio. Oltre il nome degli scrittori citati ci sono le metafore che ordinano il misterioso che ha una voce “esoterica” importante. Il riso e il sorriso sono nelle ironie che camminano nel viaggio di una letteratura che tocca il suo estremo con Palazzeschi e quella malinconia dettata dallo scorcio di un decadente sorriso giunge a Sbarbaro. Un poeta centrale del Novecento. Completamente dimenticato. Ma in questo viaggio occupa un luogo dell’attraversare la parola e le poetiche grazie all’incanto del messaggio lirico nelle evocazioni. 

Guaragnella è un viandante nella letteratura. Perché si accosta ad autori che potrebbero avere scoglie diversi ma che trovano un unico abitato: la letteratura, in fondo, non conosce sradicamenti e spartizioni. Da Sbarbaro a Vittorini. Da Vittorini al deserto e alle terre promesse di Ungaretti. È un viaggiare tra gli scoglie e le “eresie” di una letteratura che ha conosciuto le sue ufficialità stereotipate. 

Ma qui siamo oltre. Siamo non solo alla letteratura come creazione e come fantasia, ma ad una letteratura come pensiero. Pirandello e Ungaretti sono la malinconia del riso e del porto sepolto. Tutto nel senso di un cerchio che trova domande e mai risposte. Penetrare il senso di questo mistero è penetrare la parola non come curiosità ma come dimensione onirica. È come togliere il velo alle maschere. Non la polvere. Ma le maschere e quindi specchiarsi.  C’è sempre una strana dialettica nella letteratura, come nel caso di Pasolini e Calvino, perché la letteratura non è esperienza di una consapevolezza. È esperienza ma è esperienza del gioco di esistere. Sia Pirandello che Ungaretti sono stati dei grandi giocatori. Giocatori tra le parole e portatori di un vocabolario e di una forma che hanno segnano tutto il Novecento.

Da qui il magico cielo degli infiniti che la letteratura racchiude proprio come se fosse un danzare tra scena, retroscena e ribalta. Così la vita e oltre la letteratura.

Il libro verrà presentato con una discussione tra me e l’autore (Pasquale Guaragnella) lunedì 7 novembre 2016 alle ore 18 a Cosenza dalla Società Dante Alighieri presieduta da Maria Cristina Parise Martirano (che introdurrà la serata) nella Sala della Accademia Cosentina, Piazza XV Marzo. 

Letture di Francesco Paolo Dodaro. Società Dante Alighieri.

di Pierfranco Bruni

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