Laudatio dell'Università Karl-Franzens di Graz ad Adriana Valerio, per l'altissimo valore del lavoro "La Bibbia e le Donne"

ROMA - Nemo profeta in patria. Per Adriana Valerio il detto latino è un dogma. Teologa, storica, docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Napoli Federico II, già presidente dell’Associazione europea delle teologhe (Afert) e presidente emerita della Fondazione Valerio per la storia delle donne, dirige il progetto internazionale “La Bibbia e le donne”.

Un’opera mastodontica in 22 volumi pubblicata in 4 lingue. In Italiano ne sono usciti 9 con la casa editrice Il Pozzo di Giacobbe. Una moltitudine di pubblicazioni all’attivo, tra libri, saggi, articoli. Per il suo impegno pluridecennale l’Università Karl-Franzens di Graz - Facoltà di Teologia, nel magnifico scenario del castello Meerscheinschloessl, le ha conferito la Laudatio riconoscendo l’altissimo valore del lavoro svolto, su scala internazionale, proprio per "La Bibbia e le Donne". Con lei anche Irmtraud Fischer.

«Ho vissuto un insieme di emozioni – ha detto Valerio -: di soddisfazione per il riconoscimento che ho ricevuto dall'Università di Graz e mi piace ringraziare, ancora una volta, il vicerettore, il Decano e il borgomastro che hanno accompagnato il riconoscimento; di gratitudine per le belle parole che la mia collega e amica Marinella Perroni ha voluto dedicarmi dopo più di 30 anni di conoscenze e non è per niente facile conservare un'amicizia quando si lavora sugli stessi temi; di riconoscenza per Irmtraud Fischer. La festa era per lei, ma Irmtraud ha voluto che anche io fossi ricordata insieme con lei per i nostri anniversari, certo, ma anche per il nostro lavoro nel progetto La Bibbia e le Donne. Ebbene, Irmtraud ha svolto il ruolo che Ruth ebbe nei confronti di Noemi. Ha voluto cioè offrire anche a me un'occasione di gioia: non averla solo per sé questa gioia, ma condividerla. Un comportamento raro, forse unico, nel mondo accademico: segno di capacità di vivere la sororità, l'amicizia tra donne, al di là delle posizioni ideologiche. Il Vangelo ricorda che siamo "servi inutili".

Il nostro lavoro lo facciamo perché spinte da passione, ma di questo lavoro "inutile" resterà il legame di amicizia, di stima, di affetto che abbiamo saputo costruire. È stato un momento di commozione non solo per il riconoscimento del lavoro fatto (con sacrifici e incoscienza perché abbiamo rischiato), tanto più gradito perché proviene da un’università straniera, ma anche perché è il risultato di una amicizia tra donne che si sono sapute aiutare, stimare, sostenere … in un mondo accademico conflittuale e geloso. Donne che hanno creduto in un progetto e lo hanno portato avanti con determinazione e con affetto reciproco».

E mentre a Graz l’impegno italiano viene premiato a Napoli tutto tace e il valore di Adriana Valerio viene dimenticato.

di Nadia Verdile

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