VERONA - Verdi Opera Night, domani 16 star della Lirica mondiale in Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata per il nuovo allestimento di Fondazione Arena - domenica 26 agosto, ore 21.30. Una serata evento tutta nuova corona il 96° Opera Festival: in forma scenica, dopo la celebre Sinfonia de La Forza del destino, viene rappresentato il meglio della Trilogia popolare di Giuseppe Verdi con un cast stellare, eccezionalmente insieme per omaggiare il genio di Busseto, l’Arena, il suo pubblico e i suoi lavoratori con una festa dell’Opera unica e irripetibile.
Questa serata speciale, voluta dalla sovrintendente e direttrice artistica Cecilia Gasdia, festeggia il legame indissolubile nato tra Verdi e l’Arena sin dalla prima Aida del 1913. La Verdi Opera Night mette insieme i più quotati cantanti verdiani del mondo, tra stelle già in carriera e richiestissimi talenti emergenti: una parata di voci senza precedenti, eccezionalmente sullo stesso palcoscenico domani sera.
A dirigere il cast e i complessi artistici areniani è Andrea Battistoni, propheta in patria in quanto veronese per natali e formazione ma dalla carriera internazionale, con incarichi stabili presso Genova e Tokyo. Il nuovo allestimento è firmato dal regista Stefano Trespidi, che ha concepito uno spazio agile e variabile che mantenesse uno stile unitario ma allo stesso tempo differenziasse i quattro ambienti richiesti dal programma della serata, con interessanti sorprese anche per gli occhi. Merito dello scenografo Michele Olcese e delle forze artistiche e tecniche della Fondazione, che hanno realizzato uno spettacolo completamente nuovo con il light design di Paolo Mazzon e il projection design di Sergio Metalli. L’apertura è affidata al Ballo dell’Arena di Verona, che danza una nuova creazione del coreografo Luc Bouy sull’ouverture de La Forza del destino.
Lo spettacolo prosegue subito dopo con l’atto II di Rigoletto, all’interno del Palazzo ducale di Mantova: lì troviamo le smanie amorose del Duca, seduttore impenitente che per la prima volta all’Arena ha la voce e il physique du rôle del giovane tenore kosovaro Rame Lahaj. I cortigiani intorno a lui tentano di beffare il protagonista dell’opera, il richiestissimo baritono Luca Salsi, prossimo ad inaugurare festival e stagioni d’opera in teatri internazionali. Altra star che domani debutta nell’anfiteatro veronese è l’americana Lisette Oropesa, appena applaudita protagonista di Adina al Rossini Opera Festival, qui nei panni di Gilda, appassionata figlia di Rigoletto.
Dopo il primo intervallo, l’atmosfera cambia per la Parte III de Il Trovatore, in una visione corale e spettacolare: il Conte di Luna è un suadente Simone Piazzola, baritono verdiano impegnato in tutto il mondo e atteso alla prossima première della Scala milanese. Sua prigioniera è l’Azucena di Violeta Urmana, per critica e pubblico il miglior mezzosoprano in carriera. Nell’accampamento opposto al Conte si celebrano le nozze di Manrico e Leonora, che sono la coppia reale Francesco Meli e Serena Gamberoni. La grande aria del trovatore e l’attesa cabaletta Di quella pira sono interpretate dal tenore genovese, voce verdiana per eccellenza.
L’ultimo quadro è l’atto finale de La Traviata, che vede il prestigioso esordio di Maria Mudryak, soprano recentemente premiatissimo e qui nei panni di Violetta. Accanto a lei l’Alfredo di Luciano Ganci, tenore applaudito nel Festival in Carmen e Nabucco e dall’agenda sempre più verdiana. Terzo big è Simone Piazzola, ormai specialista come Germont. Anche nei ruoli comprimari dei tre atti sono coinvolti artisti di primo livello, impegnati nei più importanti teatri del mondo: Romano Dal Zovo, Carlo Bosi, Biagio Pizzuti, Nicolò Ceriani, Barbara Massaro, Gocha Abuladze e Martina Gresia, la più giovane debuttante del Festival 2018.
Questa vera e propria festa dell’Opera avrà un inedito prologo già dalle 20:30, durante l’ingresso del pubblico: i maestri accompagnatori dell’Arena di Verona allieteranno la platea con pagine verdiane eseguite su un pianoforte gran coda.
A dirigere il cast e i complessi artistici areniani è Andrea Battistoni, propheta in patria in quanto veronese per natali e formazione ma dalla carriera internazionale, con incarichi stabili presso Genova e Tokyo. Il nuovo allestimento è firmato dal regista Stefano Trespidi, che ha concepito uno spazio agile e variabile che mantenesse uno stile unitario ma allo stesso tempo differenziasse i quattro ambienti richiesti dal programma della serata, con interessanti sorprese anche per gli occhi. Merito dello scenografo Michele Olcese e delle forze artistiche e tecniche della Fondazione, che hanno realizzato uno spettacolo completamente nuovo con il light design di Paolo Mazzon e il projection design di Sergio Metalli. L’apertura è affidata al Ballo dell’Arena di Verona, che danza una nuova creazione del coreografo Luc Bouy sull’ouverture de La Forza del destino.
Lo spettacolo prosegue subito dopo con l’atto II di Rigoletto, all’interno del Palazzo ducale di Mantova: lì troviamo le smanie amorose del Duca, seduttore impenitente che per la prima volta all’Arena ha la voce e il physique du rôle del giovane tenore kosovaro Rame Lahaj. I cortigiani intorno a lui tentano di beffare il protagonista dell’opera, il richiestissimo baritono Luca Salsi, prossimo ad inaugurare festival e stagioni d’opera in teatri internazionali. Altra star che domani debutta nell’anfiteatro veronese è l’americana Lisette Oropesa, appena applaudita protagonista di Adina al Rossini Opera Festival, qui nei panni di Gilda, appassionata figlia di Rigoletto.
Dopo il primo intervallo, l’atmosfera cambia per la Parte III de Il Trovatore, in una visione corale e spettacolare: il Conte di Luna è un suadente Simone Piazzola, baritono verdiano impegnato in tutto il mondo e atteso alla prossima première della Scala milanese. Sua prigioniera è l’Azucena di Violeta Urmana, per critica e pubblico il miglior mezzosoprano in carriera. Nell’accampamento opposto al Conte si celebrano le nozze di Manrico e Leonora, che sono la coppia reale Francesco Meli e Serena Gamberoni. La grande aria del trovatore e l’attesa cabaletta Di quella pira sono interpretate dal tenore genovese, voce verdiana per eccellenza.
L’ultimo quadro è l’atto finale de La Traviata, che vede il prestigioso esordio di Maria Mudryak, soprano recentemente premiatissimo e qui nei panni di Violetta. Accanto a lei l’Alfredo di Luciano Ganci, tenore applaudito nel Festival in Carmen e Nabucco e dall’agenda sempre più verdiana. Terzo big è Simone Piazzola, ormai specialista come Germont. Anche nei ruoli comprimari dei tre atti sono coinvolti artisti di primo livello, impegnati nei più importanti teatri del mondo: Romano Dal Zovo, Carlo Bosi, Biagio Pizzuti, Nicolò Ceriani, Barbara Massaro, Gocha Abuladze e Martina Gresia, la più giovane debuttante del Festival 2018.
Questa vera e propria festa dell’Opera avrà un inedito prologo già dalle 20:30, durante l’ingresso del pubblico: i maestri accompagnatori dell’Arena di Verona allieteranno la platea con pagine verdiane eseguite su un pianoforte gran coda.
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