Leonardo da Vinci, madonne e donne: ricerca della bellezza incontro tra religioso e sensualità

ROMA - Leonardo da Vinci. I 500 anni di un profeta delle arti e delle scienze. “Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri.” ovvero Leonardo. Il pensiero di Leonardo offre una visione dell'uomo nella sua centralità rinascimentale in cui la scienza e la metafisica sono processi dialoganti.

La dimensione dello sguardo è una proposta che riesce ad essere non solo profetica ma culturalmente rivoluzionaria. Dalle scienze alle arti e dalla filosofia alla letteratura Leonardo resta sempre un innovatore e un inventore alla cui base il riferimento resta l'idea.

Il pensiero di Leonardo è rivoluzionario a cominciare dalle tensioni sulla concetto di tempo e di spazio. È proprio la lettura dello spazio che innerva una ricerca tra l'esistente e la progressione di futuro.

Le sue opere costituiscono la centralità della ricerca della bellezza. Non solo la "Gioconda".

Nelle rappresentazioni delle "madonne" insiste una visione chiaramente femmina in cui la ricerca della bellezza è l'incontro tra il religioso e la sensualità. Un processo artistico in cui il sopravvento non è più medioevale ma prettamente rinascimentale. Il Rinascimento come proiezione dello sviluppo tra l'umano ancestrale e il divino greco - romano.

Le "Madonne" sono Donne prima di esprimere una misura metafisica. Così nel suo linguaggio letterario. Oltre le lingue delle arti pure insiste il superamento dell'accademismo. Leonardo non segue mai la lezione della accademia.

Nel concetto di spazio, ovvero di tempo imprevedibile e impermeabile si legge la parola della metafora superata da una realtà considerata astratta rispetto alle origini della sua circolarità nella dimensione dell'uomo nuovo.

Nella poesia o nella favola della poesia tutto ciò è rintracciabile. Ma tutto acquisisce la sua irregolarità  dal suo vivere testimoniandosi. La sua biografia è una avventura. Così nella sua scultura. D'altronde è il Rinascimento che distrae anche la posizione filosofica dalla sua tradizione di uno stanco umanesimo.

Con Leonardo non c'è più Marsilio Ficino. Il greco - romano ha il limite della classicità. Inventa un Rinascimento in cui la rivoluzione dei linguaggi è tutto.

Non crea poesia. Crea, invece, la trasformazione empirica della poesia.

Per questo le sue "Madonne" si propongono oltre la teologia. Anche per questo è un eretico in nome di Dio.

Scienza e ascolto della fede sono una trasparenza in dissoluzione. Così nelle sculture. Così nel trattato sui mondi invisibili.

La invisibilità è una annunciazione dello sguardo nello specchio. Lo specchio si libera del vero per per appropriarsi del relativo certo. Una filosofia senza la quale non sarebbe stato possibile interpretare il mondo irascibile nei confronti del tempo.

Leonardo è l'architetto scienziato che opera senza il righello ma pone in ascolto la percezione.

L'idea di bellezza non è assoluta. Le "Madonne" donne esprimono l'assoluto.

I ritratti di donna sono un emisfero di visi, di volti, facce. Una lezione che solcherà tutti i secoli successivi sino a toccare le cavalcate e la morte di Boccioni. E forse anche di Sirone. Certamente di De Chirico. La metafisica di De Chirico proviene dal senso della ragione del metafisico di Leonardo.

Dubbi non ne ho. Il legame spazio - tempo non è nella forma o nelle forme ma dai mosaici del tempo vulnerabile e incapace di fissare l'istante.

Arte e scienza. Un binomio, questo sì, assoluto. Con Leonardo siamo alla sperimentazione della tradizione.

È chiaro che con lui il tempo di Dante è completamente altro. O meglio, è completamente superato.

"Acquista cosa nella tua gioventù, che ristori il danno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento".

Un monito insaziabile che ha il vero epicentro nella concentrazione dei dettagli. Perché sono i dettagli, diceva Leonardo, che fanno la perfezione. Ma la perfezione non è mai un dettaglio. Anche in poesia. Se la pittura è una poesia muta la poesia è una pittura cieca. Un profeta delle arti e delle scienze che trasforma i dettagli in perfezione.

Leonardo di ser Piero da Vinci era nato ad Anchiano il 15 aprile del 1452. Muore ad Amboise il 2 maggio del 1519.

Una celebrazione che supera gli schemi degli anniversari.

di Pierfranco Bruni

Ricerche Correlate

Commenti