Lavoratori parasubordinati contribuenti, Inps: reddito medio degli uomini doppio di quello delle donne
ROMA - Aprile 2019, Osservatorio sui lavoratori parasubordinati, a cura del Coordinamento Generale Statistico Attuariale dell'Inps. Nell’Osservatorio sono riportate informazioni sui lavoratori contribuenti alla Gestione Separata di cui all’art.2, comma 26, della legge n.335/1995 (c.d. lavoratori parasubordinati), con l’esclusione dei prestatori di lavoro accessorio e occasionale.
Si è sottolineato contribuenti in quanto, in generale ma soprattutto in una gestione caratterizzata da un significativo turn-over, è opportuno distinguere gli iscritti che non lavorano più dagli iscritti attivi: quest’ultimi sono i soggetti che versano la contribuzione di competenza dell’anno, e rappresentano l’unità di analisi dell’Osservatorio.
I lavoratori parasubordinati sono classificati in due tipologie:
- Professionisti, se esercitano per professione abituale, anche se in modo non esclusivo, un’attività di lavoro autonomo, e il versamento dei contributi è effettuato dal lavoratore stesso;
- Collaboratori, se l’attività è di collaborazione coordinata e continuativa e comunque il versamento dei contributi è effettuato dal committente (persona fisica o soggetto giuridico), entro il mese successivo a quello di corresponsione del compenso.
All’interno dei professionisti si distinguono: i professionisti senza cassa di previdenza (consulente di marketing, consulente aziendale, igienista dentale, ecc.); i professionisti che hanno forme obbligatorie di previdenza gestite dalle rispettive casse professionali e che sono tenuti a versare contributi alla Gestione Separata solo per i redditi derivanti da attività professionali diverse da quelle inerenti la propria cassa. I collaboratori rappresentano un aggregato molto più eterogeneo: oltre alle collaborazioni coordinate e continuative, con o senza progetto, troviamo anche le attività di amministratore, sindaco, revisore di società ed enti con o senza personalità giuridica, collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili, dottorati di ricerca, attività di vendita a domicilio, altro.
I lavoratori parasubordinati sono classificati in due tipologie:
- Professionisti, se esercitano per professione abituale, anche se in modo non esclusivo, un’attività di lavoro autonomo, e il versamento dei contributi è effettuato dal lavoratore stesso;
- Collaboratori, se l’attività è di collaborazione coordinata e continuativa e comunque il versamento dei contributi è effettuato dal committente (persona fisica o soggetto giuridico), entro il mese successivo a quello di corresponsione del compenso.
All’interno dei professionisti si distinguono: i professionisti senza cassa di previdenza (consulente di marketing, consulente aziendale, igienista dentale, ecc.); i professionisti che hanno forme obbligatorie di previdenza gestite dalle rispettive casse professionali e che sono tenuti a versare contributi alla Gestione Separata solo per i redditi derivanti da attività professionali diverse da quelle inerenti la propria cassa. I collaboratori rappresentano un aggregato molto più eterogeneo: oltre alle collaborazioni coordinate e continuative, con o senza progetto, troviamo anche le attività di amministratore, sindaco, revisore di società ed enti con o senza personalità giuridica, collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili, dottorati di ricerca, attività di vendita a domicilio, altro.
Dai dati dell'Inps si può notare una riduzione della tipologia dei collaboratori dal 2013 al 2016 (-27,2% ) e una stabilizzazione nel 2017 (+0,1%). I professionisti, al contrario registrano una crescita nel quinquennio pari al 15,6%. Queste variazioni sono da legare, oltre che a dinamiche del mercato del lavoro, anche a interventi del legislatore. Innanzitutto la riforma Fornero (l. 92/2012) che è intervenuta in senso restrittivo sulle collaborazioni a progetto, e successivamente il Jobs Act (decreto legislativo n. 81 del 2015) che ha regolamentato la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai “rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali e continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro”.
Tali disposizioni hanno comportato una rilevante “stretta” sulle collaborazioni.
Infine, va sottolineato che un effetto sugli andamenti del numero di collaboratori e professionisti è anche ascrivibile alle continue variazioni delle aliquote di contribuzione.
La quota di donne è in ogni anno diminuita nella tipologia dei collaboratori mentre è aumentata in quella dei professionisti. Le donne erano infatti nel 2013 il 40,4% tra i collaboratori e il 40,2% tra i professionisti: tali valori sono rispettivamente pari a 36,9% e 43,5% nel 2017.
È invalso l'uso di definire "esclusivi" i lavoratori parasubordinati – siano essi professionisti o collaboratori – che sono iscritti in via esclusiva alla gestione e svolgono quindi unicamente attività di lavoro parasubordinato, mentre sono chiamati “concorrenti" tutti gli altri, per i quali l'attività di collaborazione concorre alla formazione del reddito, avendo un altro reddito (da lavoro o da pensione). I "concorrenti" versano solo la contribuzione IVS, mentre gli "esclusivi" sono tenuti anche al pagamento di apposite aliquote aggiuntive per la copertura delle prestazioni a sostegno della famiglia e del reddito. Le aliquote IVS dei concorrenti e degli esclusivi, collaboratori e professionisti, sono differenti. Nel tempo la quota dei concorrenti tra i collaboratori è cresciuta in maniera significativa, passando dal 38,4% nel 2013 al 47,0% nel 2017. Tra i professionisti invece, la percentuale dei concorrenti è diminuita: dal 28,8% nel 2013 al 25,3% nel 2017.
La diminuzione del numero di lavoratori parasubordinati contribuenti non è stata omogenea per età: per gli under 30 è stata infatti pari a -38,2% dal 2013 al 2017, mentre per gli adulti (da 30 a 59 anni) è stata pari a -17,3% e per i senior (da 60 in su) è stata ancora più contenuta, -11,6%.
La diminuzione del numero di lavoratori parasubordinati contribuenti è stata abbastanza omogenea rispetto alle tre grandi macro-aree geografiche:-18,1% al nord, -23,3% al centro, -20,3% al sud.
Se si confrontano i collaboratori e i professionisti per reddito, si può notare che l’andamento del reddito medio annuo è inverso rispetto a quello della numerosità. Infatti, per i collaboratori si registra una continua crescita del reddito medio (segno che i provvedimenti sopra esaminati hanno investito soprattutto i collaboratori con redditi bassi) mentre per i professionisti si registra una riduzione del reddito medio.
Per la sola tipologia dei collaboratori, sono disponibili ulteriori variabili di dettaglio, come per esempio il numero di committenti.
Il 48,4% dei collaboratori risulta essere esclusivo e mono-committente, con un reddito medio annuo inferiore a 20.000 euro. Il reddito medio, comunque, è funzione non solo del numero di committenti ma anche delle altre variabili di classificazione, come il tipo di rapporto di lavoro.
Nell’ambito di una grande variabilità, si possono identificare alcune evidenze: il reddito medio degli uomini è quasi il doppio di quello delle donne; amministratori e sindaci costituiscono un gruppo con caratteristiche reddituali differenti da tutti gli altri.
Tali disposizioni hanno comportato una rilevante “stretta” sulle collaborazioni.
Infine, va sottolineato che un effetto sugli andamenti del numero di collaboratori e professionisti è anche ascrivibile alle continue variazioni delle aliquote di contribuzione.
La quota di donne è in ogni anno diminuita nella tipologia dei collaboratori mentre è aumentata in quella dei professionisti. Le donne erano infatti nel 2013 il 40,4% tra i collaboratori e il 40,2% tra i professionisti: tali valori sono rispettivamente pari a 36,9% e 43,5% nel 2017.
È invalso l'uso di definire "esclusivi" i lavoratori parasubordinati – siano essi professionisti o collaboratori – che sono iscritti in via esclusiva alla gestione e svolgono quindi unicamente attività di lavoro parasubordinato, mentre sono chiamati “concorrenti" tutti gli altri, per i quali l'attività di collaborazione concorre alla formazione del reddito, avendo un altro reddito (da lavoro o da pensione). I "concorrenti" versano solo la contribuzione IVS, mentre gli "esclusivi" sono tenuti anche al pagamento di apposite aliquote aggiuntive per la copertura delle prestazioni a sostegno della famiglia e del reddito. Le aliquote IVS dei concorrenti e degli esclusivi, collaboratori e professionisti, sono differenti. Nel tempo la quota dei concorrenti tra i collaboratori è cresciuta in maniera significativa, passando dal 38,4% nel 2013 al 47,0% nel 2017. Tra i professionisti invece, la percentuale dei concorrenti è diminuita: dal 28,8% nel 2013 al 25,3% nel 2017.
La diminuzione del numero di lavoratori parasubordinati contribuenti non è stata omogenea per età: per gli under 30 è stata infatti pari a -38,2% dal 2013 al 2017, mentre per gli adulti (da 30 a 59 anni) è stata pari a -17,3% e per i senior (da 60 in su) è stata ancora più contenuta, -11,6%.
La diminuzione del numero di lavoratori parasubordinati contribuenti è stata abbastanza omogenea rispetto alle tre grandi macro-aree geografiche:-18,1% al nord, -23,3% al centro, -20,3% al sud.
Se si confrontano i collaboratori e i professionisti per reddito, si può notare che l’andamento del reddito medio annuo è inverso rispetto a quello della numerosità. Infatti, per i collaboratori si registra una continua crescita del reddito medio (segno che i provvedimenti sopra esaminati hanno investito soprattutto i collaboratori con redditi bassi) mentre per i professionisti si registra una riduzione del reddito medio.
Per la sola tipologia dei collaboratori, sono disponibili ulteriori variabili di dettaglio, come per esempio il numero di committenti.
Il 48,4% dei collaboratori risulta essere esclusivo e mono-committente, con un reddito medio annuo inferiore a 20.000 euro. Il reddito medio, comunque, è funzione non solo del numero di committenti ma anche delle altre variabili di classificazione, come il tipo di rapporto di lavoro.
Nell’ambito di una grande variabilità, si possono identificare alcune evidenze: il reddito medio degli uomini è quasi il doppio di quello delle donne; amministratori e sindaci costituiscono un gruppo con caratteristiche reddituali differenti da tutti gli altri.
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