False dichiarazioni sui registri di vinificazione riguardanti il barolo, 6 mesi di carcere per un imprenditore

ALESSANDRIA - Nell’ambito dell’attività di contrasto alla contraffazione e sofisticazione nel settore vitivinicolo, il NAS Carabinieri di Alessandria ha svolto un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti - P.M. Dott.ssa Francesca DENTIS -, conclusasi con la recente condanna, emessa dal Tribunale di Asti, del titolare di un’azienda ubicata in provincia di Cuneo (CN), alla pena di mesi 6 di reclusione ed euro 6.000,00 di multa, per i reati di contraffazione di Indicazioni Geografiche Tipiche (Art. 517 quater C.P.), contraffazione di Indicazioni Geografiche (Art. 517 quater C.P.) e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

La sentenza scaturisce dagli esiti di un’attività investigativa, originata da un controllo presso un’azienda agricola e vitivinicola cuneese che ha permesso di stabilire che parte delle operazioni di vinificazione di uve nebbiolo delle vendemmie 2013, 2014, 2015 e 2016, atte alla produzione di vino Barolo DOCG, quali deraspatura, pigiatura, fermentazione e pressatura, erano state effettuate presso un altro stabilimento dell’azienda, situato in un’area non riconosciuta dal Disciplinare di Produzione del vino Barolo DOCG.

Il vino ottenuto, sebbene non avesse i requisiti per assurgere alla Denominazione di Origine, è stato presentato come “ATTO A DIVENIRE BAROLO DOCG” ed etichettato come “BAROLO DOCG”, a seguito del riconoscimento ottenuto dall’Organismo certificatore, tratto in inganno dalle false dichiarazioni riportate sui registri di vinificazione dell’azienda, indicanti operazioni inesistenti, di fatto mai avvenute presso la cantina autorizzata.

Il vino, quindi, anche se con le caratteristiche intrinseche del Barolo DOCG, per materia prima utilizzata e procedura seguita, è stato ottenuto in violazione alle norme imposte dal Disciplinare di produzione, e la condanna del titolare risulta essere la prima nei confronti di un viticoltore ritenuto responsabile di aver violato le norme contenute nel disciplinare di produzione, introdotte dagli stessi produttori per qualificare e valorizzare il particolare prodotte di quell’area geografica - riporta il comunicato stampa dell'Arma -.

Con il provvedimento giudiziario, il Tribunale ha inoltre disposto la confisca e distruzione dei Contrassegni di Stato e registri di cantina, sottoposti a sequestro nel corso delle indagini preliminari, nonché di 258 ettolitri di vino atto a diventare barolo DOCG di varie annate, 692 bottiglie di vino falsamente attestato barolo DOCG, per un valore complessivo di 270.000 euro.

Ricerche Correlate

Commenti