FIRENZE - Con il titolo Jorio Vivarelli a Firenze. La seduzione della “Maniera”, si inaugura lunedì 27 maggio 2019, alle ore 18, nelle Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi, una mostra del grande scultore pistoiese (1922 – 2008), 60 opere di piccole dimensioni oltre a vari disegni, tutti realizzati dagli anni Sessanta, il periodo fiorentino dell’artista, al 1975. La rassegna (27 maggio – 27 giugno) è organizzata dalla Fondazione Vivarelli. Presenti al vernissage i rappresentanti degli enti patrocinanti, l’assessore Federica Fratoni per la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, Cristina Acidini in qualità di presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, oltre a Luca Iozzelli, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che sostiene l’iniziativa.. Per la Fondazione Vivarelli il professor Giulio Masotti con il collega Ugo Poli e il curatore Edoardo Salvi.
Nel corso dei vent’anni nei quali ha abitato a Firenze (1949-1969), Vivarelli ha manifestato interesse e attrazione non episodici per gli sviluppi del Manierismo nella scultura fiorentina della seconda metà del Cinquecento, in particolare per le opere di Giambologna, Ammannati, Cellini e altri. La mostra documenta, tra l’altro, precisi collegamenti tra le piccole sculture dell’artista con il Ratto della Sabinae la Fontana dell’Oceano a Boboli, la Fontana dell’Ammannati in Piazza della Signoria, la Ninfa i Fontainebleau e il Perseo di Cellini, nonché altre opere di scultori manieristi.
Molte delle piccole sculture in bronzo hanno avuto un esito in dimensioni monumentali nelle Fontane eseguite per gli Stati Uniti, in collaborazione con l’architetto Oskar Stonorov, interventi documentati in mostra da pannelli fotografici. L’unica eccezione di ordine cronologico, tecnico e formale, è costituita da una Figura in gesso modellata nel 1950, esposta come preludio a tutte le altre opere.
Come noto, Vivarelli è nato a Fognano di Montale, Pistoia. Scultore precoce, nel 1941 realizza la prima opera di grandi dimensioni, La Vittoria in marcia, poi distrutta. Dopo la guerra torna al lavoro con rinnovata coscienza critica e poetica. Al 1956 risale il drammatico Crocifisso ligneo per la chiesa della Vergine a Pistoia, capolavoro che suscita un acceso dibattito circa l’arte sacra in Italia. Negli anni Sessanta ottiene notorietà internazionale. Sul piano stilistico il suo lavoro trova corrispondenza nelle opere di Fazzini, Greco, Mascherini e, in parte, di Minguzzi.
Nel 1966 eccolo tra i fondatori del movimento internazionale Intrarealista. Nel 1974 conclude il Monumento a Giacomo Matteotti, collocato a Roma sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, opera che divise la grande critica italiana. Nel 1987 esegue la statua Inno alla vita per il Parco della Pace di Nagasaki, opera che lo ha reso celeberrimo in Giappone.
Vivarelli continua a lavorare fino alla morte, avvenuta nel 2008 a Pistoia, nella casa-studio progettata da Stonorov, ora sede della Fondazione dedicata all’artista che, oltre a esporre numerose opere originali, raccoglie la documentazione di tutta la sua attività di scultore, mosaicista, disegnatore e incisore.
Come noto, Vivarelli è nato a Fognano di Montale, Pistoia. Scultore precoce, nel 1941 realizza la prima opera di grandi dimensioni, La Vittoria in marcia, poi distrutta. Dopo la guerra torna al lavoro con rinnovata coscienza critica e poetica. Al 1956 risale il drammatico Crocifisso ligneo per la chiesa della Vergine a Pistoia, capolavoro che suscita un acceso dibattito circa l’arte sacra in Italia. Negli anni Sessanta ottiene notorietà internazionale. Sul piano stilistico il suo lavoro trova corrispondenza nelle opere di Fazzini, Greco, Mascherini e, in parte, di Minguzzi.
Nel 1966 eccolo tra i fondatori del movimento internazionale Intrarealista. Nel 1974 conclude il Monumento a Giacomo Matteotti, collocato a Roma sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, opera che divise la grande critica italiana. Nel 1987 esegue la statua Inno alla vita per il Parco della Pace di Nagasaki, opera che lo ha reso celeberrimo in Giappone.
Vivarelli continua a lavorare fino alla morte, avvenuta nel 2008 a Pistoia, nella casa-studio progettata da Stonorov, ora sede della Fondazione dedicata all’artista che, oltre a esporre numerose opere originali, raccoglie la documentazione di tutta la sua attività di scultore, mosaicista, disegnatore e incisore.
Ricerche Correlate