Mostra Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia con Yoje Dondich che esibisce per la prima volta le sue opere
VENEZIA - Dopo la presentazione di grande successo a Milano, la mostra The synesthesia of shapes si sposta a Venezia presso la Galleria San Silvestro dal 10 maggio al 17 luglio 2019, come evento collaterale nell'ambito della 58ª Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Yoje Dondich (Città del Messico, 1952), è una figura originale nel panorama artistico messicano che, dall'inizio degli anni '80, esplora le infinite possibilità dell'astrazione proponendone una nuova interpretazione nel solco della grande tradizione pittorica delle avanguardie messicane, sviluppando un nuovo linguaggio e interessanti soluzioni formali.
La mostra, ideata e promossa da Must Wanted Group, impresa messicana che persegue un ampio programma di promozione e diffusione dell'arte e della cultura messicana nel mondo, analizza oltre 25 anni di carriera di Yoje Dondich attraverso una selezione di 14 opere della sua fase astratta e illustra la ricerca dell'artista attraverso la sperimentazione di forme e colori geometrici, per offrire agli spettatori esperienze sinestetiche multisensoriali.
Yoje Dondich (ha studiato Psicologia, Disegno, Logoterapia e Interior Design) ha realizzato la sua formazione plastica con diversi maestri messicani e stranieri come Rolando Belfai, Isaac Stavans e Manuel Guillén. Il suo complesso vocabolario pittorico non si può orientare in un'unica direzione poiché il suo alfabeto è figurativo e astratto, surrealista e onirico. La molteplicità delle sue opere si deve per la maggior parte alla sua costante ricerca nell’esprimere i dubbi che sorgono nel mondo interiore e creativo. L’osservazione è un’azione costante ed essenziale del suo lavoro così come una delle intenzioni principali della sua arte è espandere la percezione dello spettatore verso un’esperienza sensoriale che gli permetta di scoprire altre sensazioni. Non è dunque casuale la scelta del titolo, The synesthesia of shapes, nell'allusione al fenomeno sensoriale/percettivo che indica una "contaminazione" dei sensi.
Mentre i suoi inizi si caratterizzano con l'uso del disegno in opere di forte tendenza surrealista che, in seguito, ha anche materializzato in quadri a olio, negli anni Novanta il suo stile ha subito una svolta radicale verso il campo dell’astrazione. Si tratta di un insieme di opere che corrispondono a un momento di ricerca formale con la pittura, dove il colore, la linea, le forme e i tratti sono i principali protagonisti.
La mostra sarà inaugurata nell'ambito della 58ª Biennale d'Arte, una delle più famose e prestigiose organizzazioni culturali del mondo che ha come obiettivo la diffusione e promozione dell’arte contemporanea attraverso l’esposizione e la ricerca di tutte le discipline artistiche. Il concept di questa edizione è l’attualità considerata un tempo di incertezza, crisi e agitazione, preso dalla frase inglese May You Live in Interesting Times (Vivi in tempi interessanti!) che, per molto tempo, è stata erroneamente interpretata come un’antica maledizione cinese per invocare i periodi come quello in cui viviamo.
Con le parole di Ralph Rugoff, curatore generale della Biennale: “Il ruolo sociale dell’arte non implica che gli artisti parlino della società, ma che aiutino a capire molte esperienze in un modo più complesso (…) gli artisti fanno attenzione a cose che non siamo abituati a vedere. Se facciamo attenzione, le cose si possono vedere diverse”. Partendo da questa idea, l’arte di Yoje Diondich incontra un dialogo con il concept della Biennale nell’offrire, attraverso le sue opere, esperienze sinestesiche, nelle quali lo spettatore utilizza i suoi sensi. In un mondo dove la tecnologia ha superato gli stimoli e lo stupore per le cose quotidiane non ci sorprende più, le opere di questa artista predispongono all’esperienza di ricorrere alla pittura come mezzo per materializzare la sensibilità.
La mostra ha potuto contare sull’importante supporto dell’Ambasciata del Messico in Italia, il Consolato del Messico a Milano e l’Istituto Nazionale delle Belle Arti e Letteratura.
La mostra, ideata e promossa da Must Wanted Group, impresa messicana che persegue un ampio programma di promozione e diffusione dell'arte e della cultura messicana nel mondo, analizza oltre 25 anni di carriera di Yoje Dondich attraverso una selezione di 14 opere della sua fase astratta e illustra la ricerca dell'artista attraverso la sperimentazione di forme e colori geometrici, per offrire agli spettatori esperienze sinestetiche multisensoriali.
Yoje Dondich (ha studiato Psicologia, Disegno, Logoterapia e Interior Design) ha realizzato la sua formazione plastica con diversi maestri messicani e stranieri come Rolando Belfai, Isaac Stavans e Manuel Guillén. Il suo complesso vocabolario pittorico non si può orientare in un'unica direzione poiché il suo alfabeto è figurativo e astratto, surrealista e onirico. La molteplicità delle sue opere si deve per la maggior parte alla sua costante ricerca nell’esprimere i dubbi che sorgono nel mondo interiore e creativo. L’osservazione è un’azione costante ed essenziale del suo lavoro così come una delle intenzioni principali della sua arte è espandere la percezione dello spettatore verso un’esperienza sensoriale che gli permetta di scoprire altre sensazioni. Non è dunque casuale la scelta del titolo, The synesthesia of shapes, nell'allusione al fenomeno sensoriale/percettivo che indica una "contaminazione" dei sensi.
Mentre i suoi inizi si caratterizzano con l'uso del disegno in opere di forte tendenza surrealista che, in seguito, ha anche materializzato in quadri a olio, negli anni Novanta il suo stile ha subito una svolta radicale verso il campo dell’astrazione. Si tratta di un insieme di opere che corrispondono a un momento di ricerca formale con la pittura, dove il colore, la linea, le forme e i tratti sono i principali protagonisti.
La mostra sarà inaugurata nell'ambito della 58ª Biennale d'Arte, una delle più famose e prestigiose organizzazioni culturali del mondo che ha come obiettivo la diffusione e promozione dell’arte contemporanea attraverso l’esposizione e la ricerca di tutte le discipline artistiche. Il concept di questa edizione è l’attualità considerata un tempo di incertezza, crisi e agitazione, preso dalla frase inglese May You Live in Interesting Times (Vivi in tempi interessanti!) che, per molto tempo, è stata erroneamente interpretata come un’antica maledizione cinese per invocare i periodi come quello in cui viviamo.
Con le parole di Ralph Rugoff, curatore generale della Biennale: “Il ruolo sociale dell’arte non implica che gli artisti parlino della società, ma che aiutino a capire molte esperienze in un modo più complesso (…) gli artisti fanno attenzione a cose che non siamo abituati a vedere. Se facciamo attenzione, le cose si possono vedere diverse”. Partendo da questa idea, l’arte di Yoje Diondich incontra un dialogo con il concept della Biennale nell’offrire, attraverso le sue opere, esperienze sinestesiche, nelle quali lo spettatore utilizza i suoi sensi. In un mondo dove la tecnologia ha superato gli stimoli e lo stupore per le cose quotidiane non ci sorprende più, le opere di questa artista predispongono all’esperienza di ricorrere alla pittura come mezzo per materializzare la sensibilità.
La mostra ha potuto contare sull’importante supporto dell’Ambasciata del Messico in Italia, il Consolato del Messico a Milano e l’Istituto Nazionale delle Belle Arti e Letteratura.
Ricerche Correlate
Commenti
Posta un commento