Robert Bryndza, ne La vittima perfetta, mostra una serial killer non mostro, una donna che si ribella

COMO - La vittima perfetta, libro di Robert Bryndza (2019 Newton Compton Editori - Gli insuperabili gold, 373 pagine). Un thriller interessante, ben intessuto. Erika Foster è la detective protagonista di questo romanzo. Rimasta vedova, vive sola, ha pochi amici, uno dei quali il patologo. Mi sono piaciute molto le relazioni che si intersecano nel libro, alcune delle quali gay, trovo che siano come un pizzico di sale in aggiunta a una buona pietanza, perché è importante, sempre, fare conoscere le diverse realtà; niente di meglio, quindi, inserirle in un buon romanzo. Ci troviamo in Inghilterra, in una estate particolarmente afosa. Viene trovato morto nella sua casa un medico.

All'inizio pare un incidente, forse un gioco erotico finito male. Ci si muove nella cerchia della famiglia e delle amicizie per cercare di scoprire qualche cosa di più.

Gli omicidi aumentano, le vittime tutti uomini, tutti uccisi con lo stesso modus operandi: drogati e soffocati con un sacchetto di plastica.

Nell'aria aleggia l'ipotesi che il serial killer possa essere una donna. La certezza arriva quando la donna si mette in contatto con la detective. Cerca un contatto umano, vuole essere capita l'omicida soprannominata “L'ombra della notte”.

Fa anche di più: s'introduce nella casa di Erika, la tallona, la segue.

Così come segue le sue vittime, pianificandone in ogni particolare gli omicidi.

La serial killer è una donna che ha sofferto molto, cerca vendetta, ma anche comprensione.

Intanto Erika si muove in un'atmosfera ostile, dove lavora non piace a tutti. Cercano di metterle i piedi in testa, di farle perdere il caso.

Ma lei, tenacemente, tiene duro, tanto da arrivare a risolvere il caso.

Mi è piaciuto molto soprattutto per gli aspetti psicologici, la serial killer mostrata per quello che è, non un mostro, ma una vittima che, giunta alla misura colma, si ribella.

Unico amico un uomo che non conosce, col quale chatta in un sito. L'amore lo può rubare solo attraverso una comunicazione sterile, solo lì può essere se stessa e confidare tutto il suo malessere e le sue oscure intenzioni.

di Miriam Ballerini

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