Michela Farabella nella malattia col libro Italo con te partirò: l’Alzheimer che non è mai stato raccontato
ROMA - Michela Farabella, blogger, scrittrice e giornalista, è autrice del libro edito da Carello dal titolo Italo con te partirò: l’Alzheimer che non è mai stato raccontato. Si tratta di una storia emozionante, autobiografica, e racconta il legame affettivo di una figlia, Michela, che cerca disperatamente di salvare il proprio padre dalla terribile malattia di Alzheimer. Come una lama che colpisce dritta al cuore, la copertina è come un pugno nello stomaco, perché l’Alzheimer è una patologia che mantiene pochi tratti di umanità.
L'opera, come un diario, racconta il percorso di vita vera di Italo Farabella, ammalato di Alzheimer, e di sua figlia, sempre in affanno ma resiliente e pronta a tutto pur di salvare il proprio padre.
Lei, Michela, non è riuscita a trattenere suo padre su questa terra, vero?
No, però nel libro insegno a vivere la malattia con tutto l’amore possibile, come una lezione di coraggio che non deve mai mancare, perché non dimentichiamo mai che lo Stato in tutto questo è quasi sempre assente.
Che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il grande senso del dovere. Ho voluto restituire la dignità a mio padre, raccontando fatti realmente accaduti. Si può morire. Ma si deve potere morire dignitosamente. Ho perso la mia battaglia, ma mio padre non ha perso la sua e non la perderà, perché è rimasto nel cuore delle persone che lui tanto amava. Rimarrà viva in me la speranza che mai più nessun anziano malato di Alzheimer debba patire così tante sofferenze e umiliazioni. Perché davanti ai mostri e al dramma non ci si deve arrendere mai.
Quanto tempo ha impiegato a scrivere il romanzo?
Direi circa due anni. Mi dedicavo a questa mia creatura di notte, quasi sempre in ospedale, tra una flebo e l’altra di papà, perché di giorno dovevo lavorare.
Il suo futuro...
Sicuramente tra i miei progetti c'è anche quello di continuare a scrivere, di insistere su questo iter per me appena cominciato. Ho ultimamente messo in cantiere la Cunduta, anche se il titolo è provvisorio: una finestra sul maltrattamento delle donne. Anche questo libro è in parte autobiografico. Sul resto si vedrà. Continuerò a occuparmi, come ho sempre fatto, di tematiche sociali, e mi piacerebbe in futuro condurre un format televisivo sulla poca giustizia presente nel locale e nel nazionale.
di Giuseppe Rapuano
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